Avevamo già parlato della presa di posizione di Obama sul tema dei cambiamenti climatici, dopo la lettura del dossier che gli era stato presentato a maggio sullo stato della Terra. Verrebbe da chiedersi cosa dirà ora, sul Rapporto “The cost of delaying action to stem climate change” realizzato direttamente dai Consulenti Economici della Casa Bianca, che dice quanto sia costoso il nascondere la testa sotto la sabbia.
Infatti, continuare a non fare nulla, restare in attesa di vedere se la Terra regge o meno il nostro scriteriato consumo di risorse, non solo mette a rischio l’esistenza di una specie (la nostra), ma è anche un costo effettivo non indifferente a carico della collettività! La Casa Bianca enuncia numeri tanto limpidi quanto pesanti. Queste le prospettive: ogni dieci anni in cui non verranno raggiunti gli obbiettivi programmati, si spenderà il 40% in più per ripianare i danni ulteriori.
Quindi non solo aumenta la temperatura globale, anche oltre la soglia di allarme di 2° per arrivare a quella catastrofica di 3 gradi, ma diminuisce il pil di quasi un 1%. Solo per gli Stati Uniti parliamo di una flessione di ben 150 miliardi di dollari all’anno. E se i gradi dovessero arrivare a 4? In quel caso il pil cala di 1,2%. In pratica è come se il clima ogni anno ci presenta il conto dei danni, a cui vengono aggiunti sempre gli interessi di quello che non riusciamo a smaltire.
Senza contare poi tutte quelle catastrofi che rischiamo di vederci cadere addosso e che sono legate in maniera indissolubile ai cambiamenti climatici. Lo scioglimento delle calotte di ghiaccio in Antartide è senza dubbio uno dei più conosciuti: chi non ha già visto sul web una simulazione di come sarebbe Venezia sommersa dalle onde? Però non si tratta solo di acqua, ma anche di gas: sotto agli strati di permafrost si trovano giacimenti di metano che al momento dello scioglimento dei ghiacci verrebbe liberato nell’atmosfera, con conseguenze irreversibili per il clima del pianeta.
Di che portata saranno questi cambiamenti e come andranno a incidere sulla specie umana? È difficile dirlo. E’ difficile fare previsioni, ma in ogni caso la situazione si prospetterebbe decisamente drammatica.
Se però i Governi riuscissero a concentrarsi, ad affrontare seriamente il problema, si potrebbe agire velocemente per arginare i danni. Si dovrebbe far comprendere la portata di tutto questo ed iniziare ad investire per ridurre l’impatto sul pianeta lavorando sull’azzeramento delle emissioni e sullo sviluppo delle energie rinnovabili garantendo anche la tutela della biodiversità. In questo caso ci sarebbe qualche speranza, ma bisogna agire subito.
“Tecnologie energetiche pulite, fotovoltaico, fonti rinnovabili: queste le leve per uno sviluppo sostenibile e consapevole. Il giornalismo ambientale e le nuove tecnologie sono ottimi strumenti di condivisione per tracciare nuove strade”
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