I sostenitori dell’utilizzo dell’energia nucleare spesso utilizzano come argomentazione a favore di questo tipo di energia il fatto che la vicina Francia e che quindi anche l’Italia dovrebbe rivedere la propria politica energetica.
Tuttavia proprio la Francia ha deciso di fare un passo indietro sull’uso del nucleare. L’Assemlée Nationale, l’equivalente della nostra Camera, ha approvato una norma che prevede la riduzione dal 75% al 50% del nucleare per la produzione di energia elettrica. Il termine fissato per il raggiungimento di questa quota è piuttosto lungo, si parla infatti del 2025, ma segna comunque una svolta nella concezione del mix energetico francese.
La notizia è stata commentata favorevolmente dalle principali associazioni ambientaliste, ma c’è chi sostiene, come Giuseppe Onufrio, direttore esecutivo di Greenpeace, che molti dei reattori nucleari francesi dovrebbero essere spenti prima del 2025 in quanto ormai obsoleti e quindi non più in grado di garantire la sicurezza. Onufrio ha inoltre sottolineato come la quota di energia prodotta dal nucleare resti comunque molto elevata, e come ciò rappresenti di fatto un ostacolo per l’intera politica energetica europea. Il direttore di Greenpeace ha affermato inoltre che anche per la Francia l’alternativa non può che venire dal un piano energetico basato sulle fonti rinnovabili.
Positivo il commento di Edoardo Zanchini, vicepresidente di Legambiente, che ha accolto con favore la notizia, sottolineando che si tratta di un passaggio che porterà necessariamente la Francia a puntare sulle energie rinnovabili per creare un nuovo piano di indipendenza energetica.
Dello stesso tono anche l’opinione di Mariagrazia Midulla responsabile WWF per i settori clima ed energia, che si augura che l’esempio francese sia seguito anche dagli altri stati che basano la propria politica energetica sul nucleare, con il Giappone in prima fila. La notizia è stata l’occasione per il WWF per sottolineare ancora una volta come sia necessario che la produzione di energia si converta interamente verso le fonti rinnovabili, come fotovoltaico, eolico o geotermico, al contrario di quanto invece avviene soprattutto per i paesi emergenti, di fatto ancora orientati verso le fonti fossili.
Come il direttore di Greenpeace, anche Midulla ha evidenziato come le centrali francesi siano vecchie, e che il oro adeguamento richiederebbe l’investimento di risorse non sostenibili dal punto di vista finanziario. Un orientamento massiccio verso le fonti di energia rinnovabile rappresenterebbe quindi per la Francia la via di uscita dal nucleare, con la conseguente riduzione dei rischi e dell’impatto ambientale che questo tipo di energia porta inevitabilmente con sè.
“Tecnologie energetiche pulite, fotovoltaico, fonti rinnovabili: queste le leve per uno sviluppo sostenibile e consapevole. Il giornalismo ambientale e le nuove tecnologie sono ottimi strumenti di condivisione per tracciare nuove strade”
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