Quando diciamo che le fonti rinnovabili hanno il vantaggio di essere libere, gratuite e “indipendenti” dagli equilibri geo-politici internazionali, facciamo riferimento proprio a situazioni come quelle che si stanno verificando in questi giorni. L’Italia, infatti, è in gran parte dipendente dal gas russo per il funzionamento delle proprie centrali termoelettriche.
Fin dall’inizio della crisi, oltre a tutti gli aspetti geopolitici, la conseguenza maggiore che le ostilità tra Ucraina e Russia avrebbe potuto avere sul resto dell’Europa è stata fin da subito individuata nelle problematiche per i rifornimenti energetici o l’eventuale rincaro degli stessi.
I timori evidenziati già qualche mese fa hanno ora però cifre concrete a supporto. L’Autorità per l’Energia Elettrica ed il Gas ha infatti comunicato che nell’ultimo trimestre le bollette dell’energia elettrica subiranno un rincaro dell’1,7%, mentre quelle per il gas il 5,4% rispetto al trimestre precedente.
Le conseguenze della crisi saranno quindi sentite direttamente anche dai cittadini italiani, che arriveranno a spendere circa 19 euro in più, calcolati su una famiglia con un consumo di 1.400 metri cubi di gas annui. Questi rincari sono la conseguenza diretta delle modifiche delle condizioni per gli utenti del mercato tutelato che costeranno invece circa due euro per quanto concerne l’elettricità.
Entrando nel dettaglio delle motivazioni di questi rincari si scopre che l’aumento delle bollette del gas è la conseguenza di una crescita del 6,4% del prezzo della materia prima all’ingrosso. Tuttavia è bene considerare come l’aumento del prezzo del gas non sia stato determinato esclusivamente da un effettivo rincaro della materia prima proveniente dall’est europeo, ma di un incremento delle quotazioni del gas generalizzato nelle borse europee, che include quindi anche il gas proveniente da altri luoghi e tramite altre modalità di trasporto (ad esempio via nave).
In realtà i cittadini italiani non dovrebbero sentire in modo significativo l’impatto di questo aumento, poichè dovrebbe essere in parte mitigato al risparmio che la riforma delle quotazioni del prezzo del gas voluta dall’Autorità lo scorso anno hanno generato (una media di 84 euro per famiglia). Infatti, diversamente da quanto accadeva in precedenza, anche il prezzo del gas venduto in Italia è stato assoggettato alle fluttuazioni delle borse che trattano le materie prime del settore energetico.
Per quanto riguarda l’elettricità invece, il rincaro è dovuto in parte anche ad altri fattori, come l’aumento della componente A2, dovuto alla necessità di coprire i fondi destinati allo smantellamento delle ex centrali nucleari ancora presenti sul territorio italiano. Parte di questa quota in realtà finisce per alimentare direttamente le casse dello Stato, conseguenza di un provvedimento delle leggi finanziarie 2005 e 2006.
In aumento anche la componente A3, dove la maggiorazione dello 0,4% servirà per la copertura degli incentivi alle fonti rinnovabili.
Conclude la spiegazione dell’aumento anche lo 0,9% destinato a coprire la differenza tra i costi effettivi e le stime effettuate dall’acquirente unico. I rincari delle bollette, insomma, sono attribuibili anche alla forte dipendenza che l’Italia ha nei confronti del gas russo.
“Tecnologie energetiche pulite, fotovoltaico, fonti rinnovabili: queste le leve per uno sviluppo sostenibile e consapevole. Il giornalismo ambientale e le nuove tecnologie sono ottimi strumenti di condivisione per tracciare nuove strade”
Ultimi commenti