Clima ed energia al 2030: secondo il WWF gli obiettivi sono insufficienti e limitanti.
Il massimo sforzo che la Comunità Europea aveva promesso nel corso del vertice dedicato al pacchetto “Clima ed Energia 2030” era già stato giudicato insufficiente dal WWF: il risultato del vertice stesso sarà probabilmente giudicato come una delle maggiori sconfitte del Pianeta e di quanti conoscono e riconoscono la delicatezza del momento che stiamo vivendo. Ecco un breve riassunto.
Si era arrivati al vertice con questa situazione, proposta a febbraio 2014 dal Parlamento Europeo che si augurava che gli obiettivi di riduzione delle emissioni inquinanti diventassero vincolanti:
- riduzione del 40% delle emissioni di gas serra rispetto ai livelli del 1990;
- produzione del 30% di energia dalle fonti rinnovabili per abbassare l’utilizzo delle fossili;
- raggiungimento del traguardo del 40% per quanto riguarda l’efficienza energetica.
Il WWF, prima dell’incontro di ottobre aveva espresso il suo parere in merito e aveva proposto obiettivi più elevati per tutelare ambiente, territorio e clima:
- riduzione del 55% delle emissioni di gas serra: “non raggiungere almeno il traguardo del 49% significa non solo non fare abbastanza dal punto di vista ambientale, ma anche non garantire alla Comunità Europea una sicurezza energetica”;
- produzione di energia da fonti rinnovabili almeno del 45%;
- obbiettivo del risparmio energetico al 40%.
Tra le due posizioni, ecco la realtà di fatti. Questo è quanto deliberato nella seduta del Consiglio Europeo del 23 Ottobre sul tema del “Pacchetto Clima ed Energia 2030”:
- riduzione delle emissioni di gas serra ridotte del 40% entro il 2030 (obbiettivo vincolante);
- produzione di energia da fonti rinnovabili almeno del 27% (obbiettivo non vincolante per gli stati membri);
- obbiettivo di risparmio energetico al 27% (non vincolante a livello di stati membri).
Questo il risultato delle consultazioni: tutti gli obbiettivi posti a febbraio, obbiettivi che erano già stati giudicati insufficienti dal WWF, sono sensibilmente peggiorati. Secondo gli ambientalisti e diversi ricercatori questa “strategia” sul clima è assolutamente inutile nell’obbiettivo globale di limitare il riscaldamento a due soli gradi entro la fine del secolo. Ricordiamo che superare i due gradi centigradi di incremento delle temperature globali significherebbe andare incontro ad effetti catastrofici sul clima, sull’ambiente, sul territorio ed i suoi abitanti (alcuni effetti già oggi si manifestano).
I vertici dell’Unione Europea, nonostante tutto, si sono dimostrati soddisfatti, ma, come ben sappiamo, ciò che è in gioco è l’interesse delle lobby petrolifere e del gas. Indicibilmente soddisfatta è anche la neo-Premier polacca Ewa Kopacz, in prima linea nel sostenere le fonti fossili per la produzione energetica: questa, come diversi altri paesi est-europei, continuerà a prediligere il carbone per l’approvvigionamento energetico garantendosi, tra l’altro, il “diritto di revisione” su eventuali modifiche future degli obiettivi posti.
E’ davvero una fortuna avere nazioni così “lungimiranti” in Europa: ci auguriamo che tra un centinaio di anni i discendenti, costretti a vivere in un pianeta sull’orlo del baratro, siano altrettanto soddisfatti.
“Tecnologie energetiche pulite, fotovoltaico, fonti rinnovabili: queste le leve per uno sviluppo sostenibile e consapevole. Il giornalismo ambientale e le nuove tecnologie sono ottimi strumenti di condivisione per tracciare nuove strade”
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