I Piani di rientro dell’investimento fotovoltaico sono spesso fin troppo cautelativi. Meglio così. Spesso, infatti, gli impianti fotovoltaici già operativi da qualche anno riservano interessanti sorprese riguardo ai dati di rendimento.
Ottenere una produttività fotovoltaica migliore di quanto previsto in fase progettuale sembrerebbe un sogno per i possessori di impianti fotovoltaici. Un caso concreto dimostra però che la situazione è tutt’altro che irrealizzabile.
Nel 2009 in provincia di Ragusa fu completata una centrale fotovoltaica, entrata in funzione a pieno regime nell’anno successivo.
Durante la progettazione era stata pronosticata una produzione di 7,3 milioni di kWh (pari ad un risparmio dell’immissione di CO2 nell’atmosfera di più di 5 milioni di chilogrammi). Dopo il primo bilancio effettuato a cinque anni dall’inizio di attività della centrale i dati riscontrati sono stati migliori del preventivato con una produttività superiore di circa il 7% (ma con picchi fino all’11%) rispetto alle previsioni iniziali, evidentemente fin troppo cautelative.
Il risultato è stato possibile grazie alla scelta di componenti di altissimo livello al quale si sono uniti una gestione accurata ed una manutenzione corretta, che nel complesso hanno permesso di ridurre la perdita di produttività garantendo un profitto in grado di ripagare le stesse spese di manutenzione e di gestione.
La centrale in questione fin dalla progettazione ha avuto come obiettivo quello di ridurre al minimo l’impatto ambientale. E’ formata da un parte di pannelli solari fissi per una capacità di 2 MWp e da una quota pari di pannelli a inseguitore. Per ridurre l’impatto ambientale il terreno sul quale sorge la centrale è a disposizione per fini agricoli, come ribadito dall’amministratore di TECNOProget Engineering Sebastiano Pavone, che con la società ha curato il progetto e segue la manutenzione e la gestione della centrale. Inoltre nel perimetro della centrale fotovoltaica sono presenti 700 ulivi.
Nella realizzazione della centrale sono stati utilizzati inverter di Omron, marchio utilizzato anche per il sistema di monitoraggio che permette ai gestori di controllare in tempo reale l’energia prodotta e la potenza generata dagli impianti.
Soddisfazione è stata espressa dalla stessa Omron, che con Paolo Cavallanti ha dichiarato:
“Questa centrale è la dimostrazione che una buona progettazione e l’utilizzo di tecnologie all’avanguardia hanno permesso di utilizzare al meglio gli incentivi, costruendo centrali con ottimi rendimenti che resteranno un asset importante per l’indipendenza energetica del nostro paese”. Lo stesso Cavallanti si è inoltre espresso contro il decreto cosiddetto “spalmaincentivi”, che rischia di compromettere gli investimenti fatti nel nostro paese sul fotovoltaico.
Potremmo sintetizzare che nonostante la gestione più oculata possibile, tutti gli sforzi saranno vani senza un’attenta politica energetica nazionale che consideri le energie rinnovabili un punto imprescindibile dal quale partire.
Per approfondire leggi qui cosa influenza il rendimento degli impianti fotovoltaici.
“Tecnologie energetiche pulite, fotovoltaico, fonti rinnovabili: queste le leve per uno sviluppo sostenibile e consapevole. Il giornalismo ambientale e le nuove tecnologie sono ottimi strumenti di condivisione per tracciare nuove strade”
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