Siamo davanti alla terribile domanda che si sono dovuti già fare i pugliesi di Taranto che abitavano nei pressi dell’Ilva: meglio la salute o il lavoro? Preferite morire di fame o di malattia? L’interrogativo dovranno farselo di nuovo a Vado Ligure, dove grazie alla Centrale a carbone presente qui da 50 anni, si contano oltre 400 persone morte, solo tra il 2000 e il 2007. Da quando però ha smesso di funzionare, le famiglie degli operai sono sul lastrico: e se dovesse riaprire? Si tratta di un paradosso? Certo che no: è un falso paradosso perchè la risposta è la riconversione.
In realtà, la notizia che in questi giorni rimbalza sui giornali, è piuttosto una non notizia: nel senso che nessuno ha affermato chiaramente che la centrale sarà riaperta, ma alcune fonti provenienti dai Sindacati hanno fatto capire che Renzi non sarebbe contrario. Certo, il tutto fa pensare: perché se da un lato sappiamo quanta poca collaborazione c’è tra Presidente del Consiglio e sigle sindacali, dall’altro sappiamo di essere di fronte ad un Governo che non ha mostrato particolare sensibilità sul tema delle rinnovabili.
In ogni caso Greenpeace, Legambiente e Wwf sono già sul piede di guerra e hanno dichiarato che la loro opposizione alla riapertura dell’impianto sarà totale. L’azienda, e parliamo della Tirreno Power, per far ripartire l’impianto, ha presentato una proposta che comprende una serie di interventi, ma in nessun modo questi riescono ad adeguare lo stabilimento ai criteri del documento europeo sui grandi impianti a carbone.
Quindi non solo mancano gli elevati standard tecnici richiesti a questo tipo di strutture, per limitare il più possibile l’incidenza delle sostanze inquinanti sull’ambiente circostante, ma la vicinanza al centro abitato la rende una vera e propria bomba ad orologeria. Sono purtroppo già tante le famiglie che hanno fatto le spese della poca lungimiranza di chi ha piazzato proprio qui una centrale a carbone.
Che senso avrebbe riaprire oggi una centrale a carbone quando tutto il mondo va nel senso opposto? Non solo: le direttive europee sul clima impongono la riduzione delle emissioni e questa centrale, oltre ad andare contro il “buon senso” comune, va contro i principi delle attuali direttive internazionali.
La soluzione per non perdere i posti di lavoro, lo ribadiamo, è la riconversione del sito produttivo inquinante alla produzione pulita.
Perché, chiedono le associazioni ambientaliste, invece di riattivare obsoleti stabilimenti inutili, antieconomici e pericolosi, non si cerca un modo di riconvertire il territorio a nuovi usi? “Innovare” e “rilanciare” devono essere le parole d’ordine di una politica che si autodefinisce innovativa e lungimirante. Oggi è possibile produrre energia pulita senza pesare sulla salute delle persone.
Il lavoro è fondamentale per tante famiglie di Vado Ligure, ma, affinchè non debbano scegliere tra il patire la fame o il morire di lavoro, è fondamentale affrontare la situazione in un’ottica di riconversione e ri-valorizzazione del territorio col sostegno degli investimenti pubblici.
“Tecnologie energetiche pulite, fotovoltaico, fonti rinnovabili: queste le leve per uno sviluppo sostenibile e consapevole. Il giornalismo ambientale e le nuove tecnologie sono ottimi strumenti di condivisione per tracciare nuove strade”
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