Il rapporto elaborato dall’Agenzia Europea per l’Ambiente Renewable Energy in Europe – approximated recent growth and knock-on effects fa luce sull’utilizzo attuale delle energie rinnovabili nel Vecchio Continente, oltre ad avanzare alcune ipotesi sui possibili scenari futuri legati all’utilizzo delle energie pulite. In particolare, secondo la EEA (European Environment Agency), se le energie rinnovabili venissero sostenute a livello pubblico potrebbero assurgere al ruolo di vero motore dell’economia europea.
La EEA ha elaborato e diffuso uno studio sull’utilizzo delle energie rinnovabili in Europa, registrando un crescente utilizzo di queste fonti, a discapito di quelle fossili. Nel corso del 2013 tutti i Paesi europei hanno incrementato il loro impiego di fonti fotovoltaiche, eoliche e biomasse, con un conseguente abbassamento dei livelli di emissioni di gas serra.
Nel periodo compreso tra il 2005 e il 2012 le energie rinnovabili hanno permesso un taglio delle emissioni di gas serra pari al 7% all’anno rispetto ai livelli attuali e un notevole risparmio di fonti fossili. Solo nel 2012 l’Europa ha ridotto il consumo di fonti non rinnovabili del 7%.
Scendendo più in dettaglio, le energie pulite sono andate a sostituire in larga parte il consumo di carbone (che ha fatto registrare un -13%) e di gas naturale (-7%).
I dati relativi ai consumi di energie rinnovabili nell’ambito della Comunità Europea sono piuttosto positivi, pur se si notano notevoli differenze a livello nazionale. Nel 2013, anno su cui si sono concentrate le rilevazioni condotte dalla EEA, i consumi di energia prodotta da fonti rinnovabili sono cresciuti del 15%, a dimostrazione del fatto che l’Europa è ben avviata verso i traguardi fissati per il 2020 e per il 2030.
L’UE si è impegnata a incrementare la quota di energia prodotta da fonti rinnovabili, stabilendo l’obiettivo del 20% del totale entro il 2020 e del 27% entro i successivi 10 anni.
Le prime posizioni della classifica dei Paesi che consumano più energia rinnovabile compaiono l’Austria, la Svezia, la Lettonia e la Finlandia. In coda alla classifica, con una quota di energia rinnovabile che non supera la soglia del 5% del totale, figurano il Regno Unito, il Lussemburgo, i Paesi Bassi e Malta.
Secondo l’Agenzia Europea per l’Ambiente se solo il settore delle rinnovabili venisse incentivato e supportato con maggiore efficacia a livello pubblico, potrebbe trasformarsi in un vero e proprio motore per la crescita dell’economia europea nel prossimo futuro. Le energie rinnovabili, infatti, sarebbero capaci di produrre nuovi posti di lavoro e, riducendo le emissioni di gas serra, produrrebbero un ambiente più salutare e città più pulite e vivibili.
I dati riguardanti l’adozione delle fonti rinnovabili sono piuttosto positivi, ma la strada da fare appare ancora lunga: per centrare appieno gli obiettivi di decarbonizzazione del sistema le rinnovabili dovrebbero arrivare a coprire una quota compresa tra il 55 e il 75% dei consumi totali entro il 2050.
“Tecnologie energetiche pulite, fotovoltaico, fonti rinnovabili: queste le leve per uno sviluppo sostenibile e consapevole. Il giornalismo ambientale e le nuove tecnologie sono ottimi strumenti di condivisione per tracciare nuove strade”
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