È possibile per gli Stati Uniti soddisfare il proprio fabbisogno di energia ricorrendo solo a fonti rinnovabili? Secondo uno studio condotto da un team di ricercatori dell’Università di Stanford sì. E non bisognerebbe attendere ancora molto per completare il passaggio da fonti fossili a fonti rinnovabili: negli USA si potrebbe generare sufficiente energia pulita per le attività industriali e residenziali entro il 2050 utilizzando le tecnologie già note.
Gli Stati Uniti possono convertirsi a un sistema energetico interamente libero da fonti fossili: lo studio “The Solutions Project” condotto dall’Università di Stanford è giunto a questa conclusione. Gli ingegneri e gli altri ricercatori del prestigioso ateneo americano si sono chiesti se fosse possibile completare la transizione verso un sistema privo di emissioni di gas serra dovute alla combustione di fonti di energia non rinnovabili.
Per ognuno dei 50 Stati che compongono gli USA, i ricercatori hanno analizzato le caratteristiche geografiche e fisiche del territorio per comporre un mix energetico su misura.
Lo studio dimostra come, ricorrendo alle tecnologie attualmente in uso, sia possibile abbandonare le fonti fossili entro il 2050 e soddisfare interamente il fabbisogno energetico nazionale con fonti rinnovabili. Attraverso un mix bilanciato di eolico, solare, idroelettrico, geotermico e sfruttando l’energia di maree e onde gli Stati Uniti potrebbero diventare completamente indipendenti dalle fonti fossili.
La transizione verso un sistema energetico 100% rinnovabile comporterebbe molti benefici, sia sul piano ambientale che su quello economico. In primis, si darebbe un grande contributo alla lotta ai cambiamenti climatici e, in seconda battuta, si risparmierebbero i costi conseguenti alle emissioni di gas serra, stimati in più di 3.000 miliardi di dollari all’anno. L’azzeramento delle emissioni di CO2 migliorerebbe anche la qualità dell’aria, riducendo la mortalità dovuta alle patologie correlate alle emissioni dannose, che fanno circa 63.000 vittime ogni anno. Infine, il passaggio alle fonti rinnovabili creerebbe nuovi posti di lavoro e darebbe un forte impulso alla crescita economica.
Uno degli aspetti più interessanti dello studio condotto dall’Università di Stanford e pubblicato sulla rivista scientifica Energy and Environmental Sciences è la dimostrazione che questo piano, seppur ambizioso, è del tutto sostenibile e che non ci sono ostacoli tecnologici o economici che ne rallenterebbero la realizzazione. Non dovrebbero essere realizzate nuove dighe per produrre energia da fonti idroelettriche, mentre la creazione di nuovi impianti solari ed eolici non richiederebbe il consumo di più dello 0,5% del territorio. Gli unici aspetti su cui lavorare sono di ordine sociale e politico, dovendo favorire un cambio di mentalità delle industrie e dei governi.
Secondo la ricerca entro il 2050 i consumi energetici degli Stati Uniti diminuiranno quasi del 40% rispetto ai livelli attuali, soprattutto per merito di una migliore efficienza energetica. L’energia necessaria per soddisfare famiglie e imprese potrà essere prodotta da fonti rinnovabili. I ricercatori hanno elaborato una mappa interattiva che mostra, per ogni Stato, il mix energetico ideale e i benefici che deriverebbero dal passaggio alle rinnovabili. La mappa può essere consultata sul sito Thesolutionsproject.org.
“Tecnologie energetiche pulite, fotovoltaico, fonti rinnovabili: queste le leve per uno sviluppo sostenibile e consapevole. Il giornalismo ambientale e le nuove tecnologie sono ottimi strumenti di condivisione per tracciare nuove strade”
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