È stato presentato in questi giorni l’aggiornamento del catasto dei ghiacciai italiani da parte dell’Intergruppo parlamentare per il clima Globe Italia: e il risultato che è stato messo sotto gli occhi di chi ci governa è a dir poco drammatico. In appena 34 anni, perché l’aggiornamento riguarda il periodo che va dal 1981 ad oggi, i ghiacciai situati sulle Alpi Centrali si sono sciolti di 2000 miliardi di litri di acqua: in pratica è come se qualcosa grande 4 volte il lago Trasimeno fosse scomparso nel nulla.
Vi diamo qualche nome: basterebbe nominare il gigante dei Forni che si trova nel Parco dello Stelvio e che ormai è diventato un mini ghiacciaio. Appena tre tronconi sopravvivono all’enorme ghiacciaio che c’era solo 30 anni fa. È successa la stessa cosa anche in Valle d’Aosta con il ghiacciaio del Lys che ormai è diviso in quattro parti, con il ghiacciaio della Ventina in Lombardia, del Careser e del Mandrone Adamello in Trentino della Vedretta Alta di Vallelunga e di Alto Adige e di Les Blanche in Valle d’Aosta.
Nessun ghiacciaio italiano è riuscito a sfuggire a questa sorte: tutti si sono rimpiccioliti e ben 200 sono quelli scomparsi senza lasciare traccia. Ovviamente questa situazione è collegata a filo doppio alle alte temperature che si sono susseguite negli ultimi 15-16 anni e secondo gli scienziati è davvero difficile immaginare un’inversione di tendenza. Per il futuro le Alpi quindi si preparano ad una trasformazione netta, a diventare sempre più simili ai Pirenei e agli Appennini, estremamente differenti da quelle montagne che siamo abituati a conoscere oggi.
Ovviamente tutti siamo consapevoli del fatto che la scomparsa dei ghiacciai non è solo una perdita da un punto di vista estetico, paesaggistico e turistico, ma che essa va a mettere in serio pericolo le nostre risorse idriche. Infatti senza ghiacciai il rischio di siccità durante i periodi caldi diventa sempre più concreto e per questo motivo che diventa sempre più importante iniziare a prendere provvedimenti contro le emissioni di gas serra e contro tutte le opere umane che portano la temperatura terrestre ad aumentare rapidamente come sta facendo in questi ultimi anni.
Una speranza è che il vertice Onu di Parigi che si terrà a breve riesca finalmente ad accordare i differenti governi in un impegno comune nel portare avanti una lotta concreta per mantenere l’aumento della temperatura media globale entro 2 gradi. Ma già osservando i comportamenti dei paesi dell’Est e dei cosiddetti paesi in via di sviluppo, questa speranza ci sembra davvero mal riposta.
“Tecnologie energetiche pulite, fotovoltaico, fonti rinnovabili: queste le leve per uno sviluppo sostenibile e consapevole. Il giornalismo ambientale e le nuove tecnologie sono ottimi strumenti di condivisione per tracciare nuove strade”
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