Tra pochissimi giorni ci sarà il referendum sulle Trivelle. Ancora una volta in Italia, anzichè parlare di fonti rinnovabili e sostenibilità ambientale e turistica, ci ri-troviamo a discutere di trivellazioni offshore, concessioni petrolifere, “lobby fossile”, petrolio, gas metano. Anzichè parlare di quanti posti di lavoro e quanto “indotto” potrebbe creare (e in parte ha già creato) il settore delle energie pulite, ci ritroviamo a parlare di quanto lavoro crea una piattaforma petrolifera: circa 500 posti contro le centinaia di migliaia del comparto delle energie sostenibili. L’industria “centralizzata” delle multinazionali, contro l’economia diffusa e partecipata delle fonti rinnovabili e della generazione distribuita.
Se le rinnovabili sono il futuro, perchè continuare ad investire sulle fossili?
Con il referendum del 17 aprile viene chiesto di cancellare la norma che permette alle compagnie petrolifere di continuare a trivellare a tempo indeterminato entro le 12 miglia marine dalle coste italiane (circa 21 Km). La norma in questione, che si chiede di abolire, non pone limiti di tempo allo sfruttamento degli attuali giacimenti.
La richiesta di nuove concessioni in acque territoriali, di fatto, sarebbe già vietata, ma ad oggi non ci sono limiti e scadenze certe sulle attività estrattive già in corso. Il referendum vorrebbe porre alcuni “paletti” che permetterebbero alle attività estrattive già in corso di arrivare alla loro scadenza “naturale”, quella già prevista in sede di stipula delle concessioni.
La norma da abrogare, dunque, è quella che abbatte ogni limite temporale alle attuali concessioni.
Anche il mondo degli artisti, per antonomasia il più “visionario” e lungimirante, si esprime in merito. Vista la totale mancanza di input dal mondo della politica e di parte della comunicazione pubblica.
Piero Pelù, Ficarra e Picone, Nino Frassica, Claudia Gerini, Elio Germano, Valeria Golino, Flavio Insinna, Noemi, Isabella Ragonese, Claudio Santamaria e Pietro Sermonti. Questi sono solo alcuni degli artisti che voteranno SI al referendum del 17 aprile e lo dicono “forte e chiaro” aderendo alla Campagna promossa da Greenpeace.
Un SI per fermare le Trivelle offshore prima dello scadere delle loro concessioni e per evitare raggiri per poterne attivare di nuove nonostante i divieti già esistenti. Il referendum, ricordiamolo, riguarda le Trivellazioni già attive che avvengono in acque territoriali, cioè entro i 22 Km dalla costa. Se vincessero i SI lo sfruttamento dei giacimenti già attivi andrebbe gradualmente a terminare seguendo le scadenze già previste.
“Tecnologie energetiche pulite, fotovoltaico, fonti rinnovabili: queste le leve per uno sviluppo sostenibile e consapevole. Il giornalismo ambientale e le nuove tecnologie sono ottimi strumenti di condivisione per tracciare nuove strade”
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