La questione energetica è ormai un tema di scala planetaria. La sfida del clima non può più riguardare qualche singolo paese o qualche ristretto settore dell’economia. Come l’economia, anche la salvaguardia del clima è ormai una questione globalizzata, che , per essere risolta, deve “chiamare in causa” accordi e impegni concreti presi in ambito internazionale, a partire dalle nazioni che fino ad oggi hanno contribuito maggiormente all’aumento delle emissioni climalteranti.
Alla vigilia della COP21, la conferenza internazionale sul Clima tenutasi a Parigi a Dicembre 2015, diversi paesi, tra cui l’Italia, hanno firmato un impegno chiaro per accelerare l’innovazione energetica pulita: si tratta del “Mission Innovation, Accelerating the Clean Energy Revolution”, un impegno sottoscritto da 20 paesi, tra cui l’Italia, per contrastare i cambiamenti climatici e sviluppare nuove tecnologie energetiche a basse emissioni di carbonio. L’intento è per lo più quello di aumentare gli investimenti in ricerca e sviluppo.
Nei giorni scorsi si è tenuta a San Francisco la prima riunione di questa conferenza il cui impegno, si legge nella dichiarazione d’intenti, è quello di accelerare la velocità dell’innovazione nel settore delle energie pulite. Questo ponendosi un duplice obbiettivo: l’aumento dell’efficienza e la riduzione dei costi per rendere le nuove tecnologie energetiche sempre più accessibili ed affidabili: una sorta di “incubatore” per accellerare ricerca e sviluppo nelle energie verdi (o, come definite nel documento stesso, energie “Low Carbon”).
Cosa significa tutto questo concretamente? Quali sono gli obbiettivi? Il primo grande impegno preso a San Francisco è quello di riuscire a raddoppiare gli investimenti pubblici in ricerca e sviluppo di energie pulite, entro i prossimi 5 anni in ognuno dei 21 paesi firmatari, tra cui l’Italia. L’aumento del finanziamento pubblico, dunque, potrebbe avere un ruolo rilevante negli sviluppi futuri del settore green.
Non solo i finanziamenti pubblici, però, saranno tra i responsabili dell’innovazione. Nel concreto sono stati anche individuati diversi soggetti privati che sono potenzialmente interessati a finanziare con capitali propri progetti energetici innovativi investendo fin da subito ingenti somme. Si va da Mark Zuckerberg (uno dei 5 ideatori e fondatori di Facebook) a Jak Ma (fondatore e presidente di Alibaba Group).
Per l’Italia il raddoppio dei finanziamenti pubblici in ricerca e sviluppo Green significherebbe aumentare le quote da 250 milioni di euro l’anno a 500 milioni entro il 2021. Nello specifico, i settori di investimento più appetibili saranno i sistemi di accumulo, le energie rinnovabili, i bio-combustibili, l’efficienza energetica, l’adeguamento della rete elettrica nazionale e le tecnologie smart in grado di sfruttare le nuove tecnologie per ottimizzare l’efficienza energetica in qualsiasi ambito.
“Tecnologie energetiche pulite, fotovoltaico, fonti rinnovabili: queste le leve per uno sviluppo sostenibile e consapevole. Il giornalismo ambientale e le nuove tecnologie sono ottimi strumenti di condivisione per tracciare nuove strade”
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