La spesa per le rinnovabili ed il fotovoltaico è un investimento, la spesa per il petrolio ed il carbonfossile è il vero costo.
Secondo i dati dell’Aeeg (Autorità per l’energia elettrica ed il gas) i prezzi dell’energia elettrica per i clienti in maggior tutela, ovvero quelli che, in seguito alla liberalizzazione del mercato elettrico, non hanno ancora optato per altri fornitori, avranno un aumento in bolletta di circa il 4,9% rispetto al 2011.
Chi sono i clienti del servizio di maggior tutela?
Con la liberalizzazione del mercato elettrico, le famiglie e le piccole imprese possono scegliere per il servizio di fornitura dell’energia elettrica, un fornitore “altro” presente sul mercato, un po’ come è stato per la telefonia negli anni addietro. I clienti che ancora non hanno cambiato fornitore scegliendo un’offerta sul mercato libero, usufruiscono del
servizio di maggior tutela.
I clienti del servizio di maggior tutela, quindi, secondo le previsioni Aeeg, avranno un aumento di quasi il 5 per cento sulle bollette. La famiglia “tipo”, ovvero quella che, convenzionalmente, ha consumi elettrici di 2.700 Kwh/anno per una potenza impegnata di 3 Kw, spenderà circa 22 euro in più all’anno per l’energia elettrica.
A cosa è attribuibile principalmente questo aumento in bolletta?
Il fattore che incide maggiormente è l’aumento del costo del petrolio: il prezzo medio annuale del greggio nel corso del 2011 ha avuto un rialzo del 40% rispetto all’anno precedente, superando soglie di 100-110 dollari al barile.
Tra i fattori secondari rispetto agli aumenti generalizzati dei costi alla produzione, influenzati per lo più dall’aumento del 40% del costo petrolio, ci sono i costi legati all’incentivazione delle rinnovabili, in particolare del solare fotovoltaico, ed i costi legati all’adeguamento della rete di distribuzione elettrica per l’integrazione delle fonti rinnovabili che sono decentrate sul territorio ed intermittenti. Si veda a questo proposito questo post sulla razionalizzazione della rete elettrica.
Un’ analisi condotta dal Gifi (Gruppo imprese fotovoltaiche italiane) sui dati Aeeg, mette insieme le informazioni e i dati sull’aumento dei prezzi dell’energia in bolletta tra il 2011 ed il 2012. In particolare confronta i prezzi del quarto trimestre 2011 con i prezzi del primo trimestre 2012 definiti dall’Autorità per l’Energia Elettrica, “splittati” per tipologie di costo presenti nelle bollette elettriche, rilevando che:
- il costo associato ai combustibili ha un aumento di 0,56 €cent/Kwh costituendo il 68% dell’incremento delle nuove tariffe 2012
- il costo associato alla componente A3 rigurdante il fotovoltaico (perchè la componente A3 della bolletta comprende anche altre voci) ha un aumento di 0,23 €cent/Kwh. Nelle nuove tariffe questa parte di costo incide per il 29% dell’incremento delle nuove tariffe 2012.
- i costi associati ai servizi tariffari ed alle imposte hanno un aumento di 0,14 €cent/Kwh, costituendo circa il 18% dell’incremento delle nuove tariffe 2012
- i costi associati ad altri oneri secondari subiscono invece minime diminuzione: circa di 0,13 €cent/Kwh
In altre parole l’aumento di 22 euro all’anno in bolletta per la famiglia tipo è cosi ripartito:
- 15 euro in più di spesa per i combustibili
- 2 euro in più per i servizi tariffari
- 2 euro in più per le imposte e le tasse
- 6,3 euro in più per gli incentivi al fotovoltaico
- 0,7 euro in meno per altri costi rientranti nella componente A3 della bolletta
- 2,6 euro in meno per gli altri oneri generali di sistema
Da questi numeri emerge chiaramente che l’aumento del prezzo del Kwh di energia elettrica nel 2012 non è imputabile all’incentivazione del solare fotovoltaico. Questo incide infatti solo per 6,3 euro in più all’anno, contro i 19 euro in più all’anno imputabili alle altre voci tra cui: combustibili fossili, servizi e tasse.
Ricordiamo che il fotovoltaico è aumentato nell’anno di circa il 440% passando da 2.800 Mw di potenza installata a circa 12.400 Mw. Un simile andamento di sviluppo del fotovoltaico e delle altre rinnovabili in Italia porta: da un lato ad un sensibile risparmio a breve termine sull’energia importata, ovvero acquistata, da altri paesi; dall’altro lato ad un sensibile risparmio sul medio-lungo periodo dei costi associati alle attuali forme di produzione energetica (per esempio il prezzo del petrolio).
Un ultimo dato da non sottovalutare è questo: la vorticosa crescita del settore, decisamente anti-ciclica, ha creato ad oggi oltre 100.000 posti di lavoro, per lo più tra i giovani, ed ha fatto arrivare circa 4 miliardi di euro di tasse nelle casse dello Stato (l’Italia è stata il primo mercato al mondo nel 2011). A questo dato vanno aggiunte tutte le esternalità positive sull’ambiente (che è collettivo per definizione) in termini di riduzione di emissioni nocive grazie all’uso del solare fotovoltaico e delle altre rinnovabili, fonti di energia pulita e rinnovabile.
A conti fatti, quei 6,3 euro all’anno in più a famiglia per gli incentivi al fotovoltaico risultano quindi essere, più che un costo, un investimento di medio lungo periodo. Il vero costo è quello per la spesa in più (15 euro/anno a famiglia) dedicata ai combustibili fossili.
“Tecnologie energetiche pulite, fotovoltaico, fonti rinnovabili: queste le leve per uno sviluppo sostenibile e consapevole. Il giornalismo ambientale e le nuove tecnologie sono ottimi strumenti di condivisione per tracciare nuove strade”
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