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Rinnovabili: generazione distribuita e mini impianti

Ultimo aggiornamento: 31-03-2012
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Sesto rapporto sullo sviluppo degli impianti di generazione distribuita: raddoppiano i mini impianti di produzione

Proprio nel momento in cui nell’agenda politica è stato messo all’ordine del giorno la riscrittura del sistema incentivante per l’energia da fonte rinnovabile con l’obiettivo di privilegiare i piccoli impianti rispetto alle grandi installazioni ecco, da parte dell’Autorità per l’energia, la pubblicazione di un documento, il sesto rapporto sul monitoraggio dello sviluppo degli impianti di generazione distribuita, quelli dalla potenza inferiore a 10 MVA (ovvero 10 Mw), 119 pagine in cui si svela che il sistema elettrico italiano sta vivendo un profondo cambiamento proprio in direzione di una maggiore diffusione dei mini impianti.

Il maggiore incremento è degli impianti sotto il Megawatt

Nel corso dell’anno preso in considerazione dall’autorità, quello tra 2009 e il 2010, il numero di mini impianti installati, un sottoinsieme degli impianti a generazione distribuita la cui potenza è inferiore a 1 MW,  è più che raddoppiato passando dalle 74.000 unità a oltre 159.000: in gran parte la crescita è stata dettata dal fotovoltaico che ha inciso per il 98% sul totale ma non sono stati disprezzabili le crescite relative espresse dagli impianti idroelettrici, termoelettrici ed eolici. Questi ultimi sono raddoppiati negli ultimi anni.

Questi dati svelano un progressivo cambiamento dei connotati del nostro sistema di produzione e distribuzione energetica: in primis un progressivo allontanamento, se è prematuro parlare di “abbandono”, dalle fonti tradizionali quali petrolio e carbone che in passato hanno trainato la crescita di questo paese ma che ora paiono inadeguati alla nuova sfida di una crescita ecosostenibile.

Infatti si è passati rispetto al totale di energia prodotta in Italia, da un 76,3 % di produzione di energia elettrica da fonti non rinnovabili al 74,6%, uno spazio conseguentemente conquistato dalle rinnovabili nelle quali il maggior peso rispetto al totale continua ad essere appannaggio dell’idroelettrico (18%) anche se eolico e solare fotovoltaico hanno fatto segnare significative crescite percentuali.

La taglia media degli impianti è passata da 1,5 Megawatt a 50 Kw

Il secondo tratto saliente è quello maggiormente messo in risalto dall’autorità che documenta la riduzione della “taglia” degli impianti installati: rispetto al 2006 la potenza media dei mini impianti è calata da 1,53 MW a 0,05 MW, mentre la produzione media per impianto è scesa di quasi 50 volte: da 5,13 a 0, 12 GWh.

Stiamo dunque assistendo a una progressiva frammentazione del sistema produttivo di energia che ad oggi vede incidere gli impianti di generazione distribuita per il 7,5 % del totale per una potenza complessiva di 8.225 MW con una crescita che seppure notevole, appare destinata  a continuare nella sua corsa e questo con particolare riferimento al fotovoltaico. Quest’ ultimo settore, secondo dati del 2011, conterebbe infatti 325.000 impianti, in grandissima parte di piccole dimensioni e per un totale di 12.685 MW di potenza installata, ma i primi dati raccolti nel 2012 lasciano ipotizzare presto lo sfondamento di quota 400.000 per un totale di 16.800 MW di potenza installata.

Questa nuova configurazione del sistema di generazione e di distribuzione di energia, energia per lo più da fonti discontinue e non prevedibili, pone nuove sfide per la riorganizzazione, per l’ adattamento, della rete elettrica di distribuzione e per il  dispacciamento di energia sul territorio nazionale.

Chi traina il cambiamento? Lombardia al nord , la Puglia al sud

Geograficamente queste dinamiche paiono nettamente trainate dalle regioni settentrionali con la Lombardia capofila davanti a Piemonte e Veneto mentre al sud emerge la Puglia. Una situazione che conferma l’andamento dei precedenti rapporti e che pare figlia del differente grado di industrializzazione, confermata anche disaggregando i dati relativi alle sole fonti rinnovabili. Va però detto come, verificando l’incidenza degli impianti a generazione distribuita rispetto alla produzione totale, sia evidente che le distanze tra le regioni si riducano.



“Tecnologie energetiche pulite, fotovoltaico, fonti rinnovabili: queste le leve per uno sviluppo sostenibile e consapevole. Il giornalismo ambientale e le nuove tecnologie sono ottimi strumenti di condivisione per tracciare nuove strade”

Alessandro Fuda

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