Dalla smart grid ..alla Smart City
Abbiamo già visto in articoli precedenti cosa sono le “smart grids“, ovvero le reti elettriche “evolute” che decentralizzano la produzione di energia elettrica, gestendo in modo intelligente (smart) le varie micro-centrali dislocate sul territorio: dai tetti delle abitazioni ai tetti dei grandi capannoni industriali fino ad arrivare alle grandi centrali fotovoltaiche a terra. Impianti solari, eolici, idroelettrici, ecc.. tutti integrati per raggiungere un obiettivo comune: rendere sempre disponibile l’energia in tempo reale. E’ questo il dispacciamento dell’energia elettrica.
L’idea è semplice ed al contempo molto tecnologica: integrare diverse fonti per ottimizzare e rendere efficiente produzione energetica e consumi. Questa stessa idea è alla base di un altro concetto di cui oggi si inizia a parlare: la Smart City.
Quest’altro neologismo inglese, Smart City , non assomiglia al precedente solo sintatticamente, ma anche, in parte, per contenuto: una “smart city”, infatti, cioè una città intelligente, è un agglomerato urbano in cui si cerca di ottimizzare al massimo le risorse nella direzione di questi tre chiari e incontrovertibili obiettivi:
– il risparmio energetico
– la riduzione delle emissioni
– la produzione energetica elettrica e termica il più possibile da fonti rinnovabili
La smart city: migliore gestione dei processi e integrazione delle reti
La smart city è un nuovo modello di città, di co-abitazione, che integra e coniuga le nuove tecnologie energetiche, le fonti rinnovabili, e tutti gli aspetti ecologici ed ambientali. Tutte le nuove tecnologie e prassi a favore dell’ambiente, non basta attuarle, ma devono essere in grado di integrarsi e di dialogare tra loro per coordinare ed ottimizzare al massimo i processi. E’ un tentativo di razionalizzazione delle risorse, delle reti e dei processi.
Le energie rinnovabili e le reti energetiche giocano un ruolo fondamentale e vengono affiancate ad altri aspetti tecnologici, per ridurre l’ impronta ecologica della città, ossia l’insieme degli effetti e le conseguenze delle attività dei suoi abitanti sull’ambiente: la gestione intelligente del riciclaggio dei rifiuti, per esempio, è un aspetto smart di una città, in quanto permette non solo di prolungare la durata delle discariche (che impiegheranno più tempo per diventare sature) ma anche di risparmiare gran parte dell’energia necessaria alla produzione di nuovi prodotti, che comporterebbe a sua volta nuove emissioni. Si pensi per esempio alle buste della spesa in materiale riciclabile .. fino ad arrivare ad un tecnologico sistema di raccolta e differenziazione dei rifiuti solidi urbani con i relativi sistemi di riciclaggio. Si pensi ancora, per esempio, al riutilizzo delle bottiglie dell’acqua, alle fontane pubbliche di acqua depurata e filtrata, oppure al riciclo della carta o della plastica (i giornali vengono mandati al macero e trasformati di nuovo in carta da stampa; le bottiglie di plastica vengono fuse e trasformate in sedili per auto, ecc…).
Un altro aspetto “smart” di una “city” è il car pooling , ovvero la condivisione della stessa auto privata con altre persone per recarsi a lavoro, e il car sharing , ovvero l’utilizzo di automobili messe a disposizione da enti privati, associazioni o enti pubblici, in uso condiviso su prenotazione (previa quota associativa), ecc.. gli esempi sono molti a partire dagli innovativi modelli nord-europei di città ecosostenibili.
Le smart cities e gli obiettivi europei
L’Unione Europea ha recentemente stabilito che entro il 2020 le istituzioni europee dovanno ridurre di almeno il 20% l’emissione di gas nocivi come l’anidride carbonica, ed entro il 2050 si dovrà raggiungere la cosiddetta economia low carbon, cioè a bassa produzione di CO2.
Si stima che tale obiettivo dovrebbe essere più facilmente raggiungibile non tanto dalle grandi metropoli di milioni di abitanti, per le quali un passaggio totale alle energie rinnovabili potrebbe essere ancora prematuro trattandosi di una tecnologia ancora giovane, quanto piuttosto dalle città di medie dimensioni, con 100.000-500.000 abitanti, che secondo uno studio condotto nel 2007 dal Politecnico di Vienna, l’Università di Lubiana e il Politecnico di Delft, sono in Europa circa 600, ed ospiterebbero il 40% dell’intera popolazione urbana europea.
Di Smart Cities si è parlato a Roma nel 2011 in occasione di “Zero Emission Rome” un evento interamente dedicato alle energie rinnovabili che si svolge ogni anno a Roma.
Esiste un intero sito dedicato alle Smart City (per la promozione delle quali sono stati istituiti anche bandi europei), nel quale è possibile osservare, ad esempio, quali sono attualmente le città italiane considerate “Smart Cities”: Ancona, Perugia, Trento e Trieste. (www.smart-cities.eu)
“Tecnologie energetiche pulite, fotovoltaico, fonti rinnovabili: queste le leve per uno sviluppo sostenibile e consapevole. Il giornalismo ambientale e le nuove tecnologie sono ottimi strumenti di condivisione per tracciare nuove strade”
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