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Fonti rinnovabili tra 2014 e 2020: +8,6% (GlobalData)

Ultimo aggiornamento: 22-10-2013

Come si trasformerà il sistema energetico europeo nei prossimi anni? E che ruolo avranno le fonti rinnovabili nei bilanci energetici nazionali?

Queste alcune delle domande a cui tenta di rispondere un report di GlobalData, società multinazionale londinese di analisi di mercato, che tenta di interpretare i cambiamenti in atto e di individuarne le prospettive e le potenzialità.

Saper cogliere il cambiamento dà origine, sempre, a nuove potenzialità.

Due le tesi principali dell’analisi: in europa si fa largo la generazione distribuita e la crescita delle rinnovabili sarà nettamente superiore a quella del carbone. Questo prevedono le proiezioni di GlobalData per il prossimo futuro in Europa.

Il cambiamento energetico ha iniziato la sua corsa e, anche se si volesse far finta di non vederlo, porterà a compimento una vera trasformazione, che lo vogliano o no le lobby del petrolio, del gas e del carbone.
L’europa è in corsa verso la trasformazione, dunque, e la direzione è quella della “generazione elettrica distribuita” legata alle fonti rinnovabili.

Secondo le previsioni della società di analisi, infatti, la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili è destinata a crescere ad un tasso annuale dell’8,6% tra il 2013 ed il 2020. Questa crescita sarà dovuta per lo più ad eolico e fotovoltaico.

Questa previsione di crescita è di molto superiore alle stime di avanzamento previste per la generazione da carbone: circa 3,7% l’anno nello stesso periodo.

fonti rinnovabili 2014

La generazione da rinnovabili, dunque, porterà “il cappello” dello sviluppo energetico per i prossimi anni.

Non solo questa sarà la tendenza.
Il sistema energetico si sposterà gradualmente verso un nuovo modello di produzione conseguente alla crescita delle rinnovabili: la de-centralizzazione della generazione di energia.

L’attuale infrastruttura energetica europea è essenzialmente una infrastruttura centralizzata. Cioè la generazione elettrica è basata per lo più su poche grandi centrali elettriche che producono giornalmente grandi quantità di Gigawattora elettrici per distribuirli in maniera capillare attraverso la rete elettrica di distribuzione nazionale. Tutto questo ha elevati costi di trasmissione, distribuzione e soprattutto di dispacciamento (leggi per vedere cosa è il dispacciamento).

Con lo sviluppo delle fonti rinnovabili il sistema farà spazio alla cosiddetta “generazione distribuita”. Cosa è la generazione distribuita? E’ un nuovo modello di generazione elettrica che “supera l’accentramento” per far spazio ad un nuovo modello “policentrico” di generazione elettrica. L’immagine più verosimile è quella della rete: una rete di piccoli e medi produttori collegati fra loro.

Ecco cosa è la “generazione distribuita”.

Non più pochi grandi impianti, dunque, ma tanti piccoli impianti da fonti rinnovabili. Se prima questo modello era dis-economico per le centrali a gas e carbone, oggi ed in futuro, con le fonti rinnovabili, è molto più efficiente perchè riduce i costi e le dispersioni di rete dovute al trasporto ed al dispacciamento, e perchè avvicina i luoghi della produzione ai luoghi del consumo di energia.

Il report di GlobalData conferma dunque la tendenza in atto: il passaggio da un sistema elettrico concentrato e regolamentato ad uno più “competitivo e liberalizzato”, caratterizzato da una moltitudine di piccoli impianti che producono da fonti rinnovabili. Impianti che spesso neanche sono collegati in rete.

Questa, secondo l’interessante analisi dell’istituto, è la tendenza in atto, ipotizzando un periodo tra il 2014 ed il 2020.
Tuttavia ad oggi, si legge nel rapporto, è ancora presto per prevedere la fine del vecchio sistema centralizzato e l’avvento definitivo della generazione distribuita. Questa infatti prevederebbe prima di tutto un adeguamento tecnico della rete per cogliere al meglio l’integrazione delle fonti rinnovabili (leggi qui per approfondire sulle criticità di rete).

“Tecnologie energetiche pulite, fotovoltaico, fonti rinnovabili: queste le leve per uno sviluppo sostenibile e consapevole. Il giornalismo ambientale e le nuove tecnologie sono ottimi strumenti di condivisione per tracciare nuove strade”

Alessandro Fuda

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