Con l’elettricità prodotta dal fotovoltaico si può produrre idrogeno, combustibile pulito facilmente stoccabile e trasportabile. Può l’idrogeno “mettersi al servizio” del fotovoltaico? Quali saranno le prospettive energetiche dei prossimi anni? Su quali varrà la pena di investire per trarne sufficienti benefici?
Per rispondere a queste ed altre domande Hera energia ha inaugurato in settembre HEnergia, un innovativo centro di ricerca sulle fonti rinnovabili. Il centro è unico in Italia nel suo genere ed è operante in collaborazione col dipartimento di ingegneria industriale dell’Università di Bologna. Il centro di ricerca, con sede a Forlì, punta a sviluppare l’innovazione verso un miglior connubio tra fotovoltaico e idrogeno, ma non solo, punterà anche all’innovazione nel campo delle biomasse e di altre fonti rinnovabili.
Tra i primi a parlarne fu J. Rifkin (“economia all’idrogeno”), ma ancora no si pensava che le fonti rinnovabili avrebbero intrapreso lo sviluppo che stanno avendo oggi (no al nucleare sì a reti intelligenti con fotovoltaico , rinnovabili e idrogeno).
Approfondire le prospettive di idrogeno e solare, dunque. Questo uno degli obiettivi prioritari del centro di ricerca finanziato e di proprietà del gruppo Hera, che ha già messo in campo nella stessa sede altri centri di ricerca propri: il Polo Regionale di Telecontrollo Reti a Fluido ed il Laboratorio di analisi specializzato in rifiuiti ed emissioni.
HEnergia punta, dunque, a sviluppare tecnologie solari per la produzione di energia elettrica e termica, da un lato, e per la produzione utilizzo e stoccaggio dell’idrogeno. Il tema dell’accumulo elettrico è infatti quello che più sarà all’ordine del giorno nei prossimi anni per riuscire a sfruttare al massimo le fonti rinnovabili in ambito sia domestico, che industriale. Garantire infatti una continuità di approvvigionamento energetico con le fonti rinnovabili presuppone lo sviluppo di un adeguato sistema di stoccaggio e rilascio dell’energia elettrica prodotta in maniera intermittente.
I sistemi d’accumulo presentano importanti margini di miglioramento ed il gruppo Hera ha deciso di investire in questa direzione, puntando, tra l’altro, anche all’idrogeno. All’interno del centro già operano e sono sotto osservazione diverse tecnologie sperimentali, sia italiane che straniere, con l’intento di migliorare l’efficienze e la resa energetica del solare, delle biomasse e dell’idrogeno.
L’attività del laboratorio sperimentale sara quella di:
- valutare e confrontare i rendimenti delle tecnologie innovative, sia di ogni componente, sia della filiera produttiva;
- vedere come questi rendimenti cambiano nel tempo;
- trovare elementi di miglioramento dell’efficienza;
- migliorare la cogenerazione (cioè la produzione combinata di elettricità e calore sfruttando il sole) e la trigenerazione (sistemi di produzione del freddo);
- testare sistemi per lo stoccaggio energetico
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La sezione “Idrogeno” del centro punta ad indagare come la produzione fotovoltaica potrà essere usata per produrre idrogeno (attraverso “elettrolisi”). L’idrogeno, che è di fatto un combustibile pulito, è infatti uno dei più promettenti vettori di energia elettrica da utilizzare sia per stoccaggio “stabile” che “mobile”, nonchè per accumulare l’energia prodotta in maniera intermittente da fonti rinnovabili.
Nello specifico il laboratorio è dotato di un elettrolizzatore da 1.000 litri/ora che è collegato ad un compressore che permette lo stoccaggio dell’idrogeno con pressione fino a 35 bar. L’idrogeno alimenta 3 fuel cell (celle “a combustibile”) da 1 KWe l’una.
Per chi volesse veder il centro c’è la possibilità di prenotare un percorso visitatori che mostrerà, con chiari e tecnologici pannelli informativi, le attività del laboratorio di ricerca e le sue peculiarità.
“Tecnologie energetiche pulite, fotovoltaico, fonti rinnovabili: queste le leve per uno sviluppo sostenibile e consapevole. Il giornalismo ambientale e le nuove tecnologie sono ottimi strumenti di condivisione per tracciare nuove strade”
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