Decreto Destinazione Italia e fotovoltaico: il decreto modifica in corsa il suo percorso sul tema delle energie rinnovabili, scusate il gioco di parole, e sembra proprio che il Ministro Zanonato abbia non solo letto, ma anche preso nota delle richieste che gli sono state inviate alcuni giorni orsono dall’Anie Gifi, dall’Assorinnovabili e dall’Ifi. Esse offrivano diversi spunti di riflessione, soprattutto sul fatto che le energie rinnovabili rappresentassero un’opportunità economica e di crescita importante per il nostro paese piuttosto che un mero onere economico nelle bollette elettriche.
Ricordiamo brevemente che nella lettera in questione si criticavano alcune prese di posizione del Ministro sempre sul tema delle energie rinnovabili, che aveva affermato che gli incentivi al fotovoltaico avessero pesato troppo su tutte le famiglie italiane, e lo si invitava a rivedere la questione della fine degli incentivi che tanto avevano fatto per mettere in moto il mercato del solare (raggiungendo il primato mondiale in pochi anni).
Sugli incentivi al fotovoltaico
Ebbene, a distanza di qualche giorno ecco qual è il rapporto tra il decreto Destinazione Italia e fotovoltaico: lo scopo primario degli ultimi aggiornamenti del decreto è senza dubbio cercare di salvaguardare maggiormente gli investimenti in corso nel settore ed evitare una fuga di capitali: chi ha già investito in un progetto fotovoltaico ha fatto i conti con un “piano di business” che oggi rischierebbe di essere stravolto. Il decreto Destinazione Italia e fotovoltaico prevedevano la scelta tra due possibilità: spalmare gli incentivi, anzichè su 20 anni, su 27 anni. Oppure: rimanere sulla loro erogazione per 20 anni (come da contratto), ma poi rinunciare ad altre eventuali incentivazioni per i successivi 10 anni.
Come da ultima modifica, infine, il decreto del Ministero dello Sviluppo Economico dice che solo se il periodo di incentivazione finisce con l’ultimo giorno di dicembre del 2014, i titolari degli impianti potranno comunque usufruire di eventuali altre forme di incentivazione (una sorta di deroga alla regola appena emanata).
Sui prezzi minimi garantiti e vendita di energia alla rete
Altra importante modifica nel rapporto tra il decreto destinazione italia e fotovoltaico, modifica decisamente bipartisan (visto che viene in parte dal PD e in parte dal M5S, segno che almeno su questo c’è identità di vedute), è volta a garantire gli investimenti fatti sugli impianti fotovoltaici già in funzione. Gli impianti già in funzione con contratto di “ritiro dedicato” e inferiori ai 100 kw, solo quelli di minori dimensioni, dunque, possono, in deroga a quanto precedentemente stabilito, usufruire ancora dei prezzi minimi garantiti, anche se effettivamente erano stati riveduti da poco dall’Autorità per l’Energia. Il provvedimento era stato giustificato per garantire alle persone un risparmio generale in bolletta di circa 60 milioni di euro. La stessa garanzia vale anche per gli impianti idroelettrici al di sotto dei 500 kw.
Per i nuovi impianti fotovoltaici, invece, i prezzi minimi garantiti sono questi dal 2014.
Rapporto tra decreto Destinazione Italia e fotovoltaico, un respiro di sollievo?
A questo punto, nonostante siano cambiate alcune opportunità, gli operatori del settore possono tirare un leggero sospiro di sollievo, in quanto si può dire che in parte siano state accolte le loro richieste. La sospirata autonomia energetica, che farebbe tanto bene all’economia del paese, è sicuramente ancora di là da venire: resta il fatto che con queste modifiche l’attuale Ministro dello Sviluppo Economico non ha sconfessato tutto il lavoro precedentemente fatto per fare delle energie rinnovabili la prima fonte del nostro Paese.
“Tecnologie energetiche pulite, fotovoltaico, fonti rinnovabili: queste le leve per uno sviluppo sostenibile e consapevole. Il giornalismo ambientale e le nuove tecnologie sono ottimi strumenti di condivisione per tracciare nuove strade”
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