Sembra un’opera d’arte contemporanea, è invece è una sorta di sfera fotovoltaica. Rawlemon è un’interessante sistema di produzione di energia elettrica dell’architetto tedesco André Broessel. Secondo il suo inventore, questo progetto “sui generis” potrebbe rappresentare un balzo in avanti nella produzione di energia rinnovabile, in grado di scalzare dal mercato i sistemi fotovoltaici classici.
In realtà la sfera fotovoltaica Rawlemon non è nata con l’idea di mettere a disposizione un sistema differente da quello fotovoltaico, ma per potenziarlo: infatti la novità è un generatore di vetro pieno d’acqua, che punta alla base, ad un piccolo pannello solare. Grazie alle sue proprietà, è in grado di concentrare su di esso persino la luce della luna e operare anche in condizioni metereologiche avverse. Il raggio di luce così proiettato è estremamente più potente di quello che va normalmente a colpire i pannelli fotovoltaici.
Il risultato di questa sfera fotovoltaica, sperimentato per ora sui tetti di Barcellona, è che per produrre la stessa quantità di energia, è sufficiente una superficie estremamente inferiore, pari al 75% in meno. Broessel afferma che in condizioni ottimali sono stati prodotti tra i 150 e i 180 watt al metro quadro.
Nonostante le meraviglie che promette questa sfera fotovoltaica, e che farebbero sicuramente gola a chi crede nelle energie rinnovabili, Rawlemon per ora è solo un progetto e un prototipo. Il suo inventore infatti ha bisogno di sostegno per rendere effettivo il tutto, e ha lanciato una campagna di crowfunding affinché, in attesa di costruire modelli più importanti in grado di sostenere l’impatto energetico di un intero edificio, possa puntare a realizzare qualcosa di più ridotto. Se il finanziamento va in porto Broessel realizzerà infatti un modello dalle dimensioni più contenute adatto a ricaricare piccoli elettrodomestici.
Secondo l’architetto tedesco, sono molte le funzionalità che renderebbero questa sfera fotovoltaica estremamente interessante. Innanzitutto questa “palla di vetro” è compatibile con ogni tipologia di cella solare, inoltre le sue caratteristiche la rendono perfetta per quei luoghi che non sempre possono contare su condizioni metereologiche perfette. Infine la sua capacità rotazionale la mette una spanna sopra gli altri strumenti in grado di captare la luce solare (per non parlare di quella lunare).
Un’altra motivazione dell’appeal che Rawlemon potrebbe avere è data dai costi di realizzazione: si tratta di vetro e acqua, mentre come già si diceva, la quantità di celle solari necessarie è decisamente inferiore a quella di un impianto tradizionale. Il prototipo tedesco è fatto per durare a lungo, e la maggiore energia prodotta porterà un maggiore risparmio energetico di un impianto classico.
Per adesso restiamo però in attesa di vedere se Broessel riuscirà a superare lo scoglio più grande, cioè quello della messa in produzione: magari tra qualche anno questa tecnologia semplice ma estremamente intelligente, potrebbe aver conquistato il mondo dell’energia rinnovabile.
“Tecnologie energetiche pulite, fotovoltaico, fonti rinnovabili: queste le leve per uno sviluppo sostenibile e consapevole. Il giornalismo ambientale e le nuove tecnologie sono ottimi strumenti di condivisione per tracciare nuove strade”
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