Ecco uno dei premi esempi di buone prassi energetiche sul fotovoltaico in azienda in scambio sul posto. Fotovoltaico in azienda, dunque, ma senza incentivi nè detrazioni fiscali. E’ sostenibile questo tipo di investimento? Si, l’investimento è conveniente, ma a tre condizioni: 1) un buon prezzo di installazione 2) massimizzare l’autoconsumo 3) ridurre al minimo le immissioni in rete.
In questo modo il fotovoltaico in azienda diventa un investimento come tanti altri per migliorare il rapporto costi-benefici della propria attività. I costi sono i costi energetici dell’impresa.
Ecco il progetto della Zarattini Stefano Srl, azienda di allevamento che ha messo un impianto fotovoltaico in azienda in scambio sul posto. Si tratta di un investimento in azienda che garantisce per 25-30 anni la fornitura elettrica ad un costo minore rispetto ai costi delle bollette elettriche.
Espe Srl è un EPC Contractor fotovoltaico, un’azienda sita in provincia di Padova (a Grantorto per la precisione), specializzata nella realizzazione di impianti energetici alimentati con diversi fonti di energia alternativa: dall’idroelettrico, al fotovoltaico, al minieolico all’energia da biomasse. L’azienda ha tra le sue attività, inoltre, anche quella dell’efficientamento energetico su strutture, edifici ed impianti già in funzione. La mission aziendale è quella di progettare per il risparmio economico delle aziende clienti, attraverso le fonti rinnovabili e l’efficienza energetica.
Grazie alle competenze sviluppate nell’ambito delle energie rinnovabili e del fotovoltaico in particolare, Espe è stata incaricata della realizzazione di un impianto fotovoltaico in azienda in scambio sul posto con potenza di 130 chilowatt, installato sul tetto dell’azienda agricola del pordenonese, la Zarattini Stefano Srl di San Vito al Tagliamento.
Secondo le stime di progetto fornite dalla società installatrice, questo impianto fotovoltaico in azienda in scambio sul posto sarà in grado di soddisfare quasi la metà del fabbisogno energetico dell’allevamento gestito dalla Zarattini (si parla di una cifra intorno al 45% del fabbisogno complessivo).
Inoltre: almeno l’80 per cento dell’energia elettrica prodotta dall’impianto fotovoltaico in azienda sarà utilizzata per il fabbisogno interno, mentre solo un quinto di quanto prodotto verrà immesso nella rete elettrica per la cessione in scambio sul posto. Aumentare l’autoconsumo e minimizzare le immissioni, dunque, questa la chiave della convenienza.
Secondo quanto affermato dall’amministratore delegato di Espe Tiziano Meneghetti in occasione della presentazione dell’impianto:
«La potenza di 130 chilowatt dell’impianto fotovoltaico in azienda permette di coprire il bisogno di energia del cliente e consente di risparmiare da subito più del 30 per cento sulla bolletta elettrica, fissando il costo del chilowattora prodotto dall’impianto a 12 centesimi di euro, al posto degli attuali 18 per ogni chilowattora prelevato dalla rete».
Le cifre espresse dall’Ad sono significative: l’investimento sostenuto dall’azienda sarà ricompensato già a partire dalla prima bolletta elettrica principalmente attraverso l’energia autoprodotta ed auto-consumata. L’impianto fotovoltaico in azienda, infatti, mette a disposizione fin da subito energia che, a conti fatti, costa un terzo in meno rispetto all’energia prelevata dalla rete e pagata in bolletta (cioè: 12 centesimi contro i 18 centesimi attualmente pagati).
Oltre ai benefici economici, questi i benefici ambientali: oltre 72 tonnellate in meno di Co2 l’anno immesse in atmosfera.
Cos’è un impianto fotovoltaico in azienda di scambio sul posto?
Dove non arriva l’autoconsumo, arriva lo scambio sul posto.
Gli impianti fotovoltaici in scambio sul posto sono impianti di produzione che utilizzano una modalità di compensazione tra l’energia elettrica prodotta e immessa nella rete elettrica e quella successivamente prelevata.
E’ come se l’energia venisse, in un certo senso, “prestata” alla rete, e vi si attingesse in un secondo momento in caso di insufficienza del quantitativo prodotto dall’impianto installato.
Questa modalità di scambio permette al titolare dell’impianto di produzione di non buttare l’energia che non si riesce ad autoconsumare. Si ottiene, in questo modo, un prezzo di remunerazione per tutta l’energia ceduta alla rete, prezzo di poco maggiore del prezzo di mercato del kilowattora elettrico.
Per una guida completa sullo scambio sul posto leggi qui.
“Tecnologie energetiche pulite, fotovoltaico, fonti rinnovabili: queste le leve per uno sviluppo sostenibile e consapevole. Il giornalismo ambientale e le nuove tecnologie sono ottimi strumenti di condivisione per tracciare nuove strade”
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