Google non si ferma: dimenticate il solo motore di ricerca; dopo le numerose estensioni come Earth, Maps, telefono, Google glass e chi più ne ha più ne metta, l’azienda ha deciso di sostenere lo sviluppo del comparto fotovoltaico. Niente pannelli Google, per ora, ma un premio di un milione di dollari per il vincitore del “Little Box Challenge“, la gara che sarà presentata nei prossimi mesi (si presume durante l’estate), per la realizzazione di un inverter per impianti fotovoltaici, dalle dimensioni più ridotte rispetto a quelli attualmente in commercio.
Il concorso indetto da una delle più note compagnie della galassia web ha l’obiettivo di rendere la scelta dell’inverter per gli impianti fotovoltaici ancora più semplice. Al momento infatti sono diverse le possibilità di scelta, ma se il progetto che verrà premiato da Google venisse messo in commercio, si avrebbe uno strumento (che immaginiamo) efficiente con il vantaggio delle dimensioni ridotte.
Nel corso degli anni sono comunque moltissimi i progressi che sono stati fatti nella tecnologia che riguarda la produzione di questo componente fondamentale per gli impianti di produzione di energia fotovoltaica.
Ma perchè la riduzione delle dimensioni come obiettivo da raggiungere, e non ad esempio una nuova tecnologia? Secondo gli esperti del settore la scelta di Google di orientarsi sulle dimensioni anziché su una nuova tecnologia di accumulo e trasformazione dell’energia, sarebbe derivata dalla strategia di abbassamento dei costi dell’inverter, in modo che il risparmio per questa componente possa riflettersi su quanto necessario per installare l’impianto nel suo complesso. Un inverter di dimensioni ridotte infatti porterebbe con sè minori costi per l’installazione, che si presume possa essere più facile e richiedere quindi tempistiche inferiori rispetto a quanto avviene invece oggi.
Secondo altri, come MJ Shiao, direttore di GTM Research, centro di ricerca sull’energia solare, sarebbe però più importante concentrare gli sforzi della ricerca sull’efficienza e sulla funzionalità dell’inverter, in quanto:
“l’aumento delle funzioni per gli inverter potrebbe ridurre i costi di integrazione e d’installazione, migliorandone monitoraggio e manutenzione”.
A suo parere invece la riduzione delle dimensioni dell’inverter, come anche di altri componenti, influirebbe solo per una percentuale ridotta (circa il dieci per cento) sul costo complessivo dell’impianto fotovoltaico. Se il dato venisse confermato renderebbe di fatto la ricerca piuttosto marginale rispetto a quanto ancora si può migliorare sui sistemi prodotti secondo gli standard attuali.
Al momento non sono noti i dettagli della gara lanciata da Google, ma secondo la stessa azienda essa rappresenterebbe la ricerca con il più alto premio in denaro che sia mai stato offerto per il settore degli inverter.
“Tecnologie energetiche pulite, fotovoltaico, fonti rinnovabili: queste le leve per uno sviluppo sostenibile e consapevole. Il giornalismo ambientale e le nuove tecnologie sono ottimi strumenti di condivisione per tracciare nuove strade”
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