Il futuro del fotovoltaico italiano si svilupperà proprio sopra le nostre teste: sui tetti degli edifici che ricoprono i territori del nostro Paese. I tetti si estendono, infatti, per oltre 1.000 Km2 e costituiscono un grosso potenziale per lo sfruttamento dell’energia solare.
Lo sfruttamento dei tetti coprirebbe il 45% del fabbisogno energetico
Secondo una ricerca condotta dall’agenzia internazionale dell’energia sul territorio italiano ci sono circa 1.050 Km2 di superfici passive degli edifici: oltre 750 Km2 di tetti e poco meno di 300 Km2 di facciate. Installare su queste superfici impianti in grado di trasformare l’energia del sole in energia elettrica permetterebbe di raggiungere contemporaneamente due risultati rilevanti:
- rendere produttive aree altrimenti inutilizzate
- superare il problema dell’ingombro degli impianti fotovoltaici e dell’occupazione del territorio.
Grazie all’esposizione continua dei tetti al sole, gli impianti che sovrastano gli edifici sono in grado di catturare una grande quantità di energia. Se tutti i tetti d’Italia fossero convertiti alla produzione di energia elettrica tramite impianti fotovoltaici, si riuscirebbe a coprire circa il 45% del fabbisogno energetico nazionale, con l’importante vantaggio di non dover sacrificare nuovi spazi e preziose aree agricole.
Solare sui tetti: un grande potenziale da sfruttare
I tetti rappresentano un grande potenziale tutto da sfruttare: non solo tramite l’installazione di impianti fotovoltaici, ma anche tramite impianti per il solare termico o per il solare a concentrazione. Dalla combinazione di queste tecnologie è possibile produrre energia elettrica, ma anche acqua calda sanitaria e sistemi per il condizionamento dell’aria in estate e in inverno. A beneficiare di questi interventi sarebbero famiglie, condomini, attività commerciali e realtà produttive.
Oltre al mero sfruttamento della superficie esterna del tetto, si potrebbero ottenere performance ancora migliori se si utilizzassero i locali dei sottotetti per lo stoccaggio e l’accumulo dell’energia prodotta e non consumata nell’immediato.
Attualmente esistono ancora ostacoli che rendono problematica l’installazione di impianti fotovoltaici sui tetti. Si tratta perlopiù di problemi di ordine estetico: non è raro che le amministrazioni comunali e le Regioni impediscano l’applicazione di pannelli solari sugli edifici dei centri storici. Per ovviare al problema si stanno diffondendo soluzioni che aggirano l’ostacolo, come le tegole solari e i finti camini che servono a mimetizzare i serbatoi di accumulo del solare termico.
L’esempio del Centro agroalimentare di Bologna (Caab)
Una realtà da cui prendere esempio è il Centro agroalimentare di Bologna, il cui tetto è interamente coperto da oltre 43.000 pannelli fotovoltaici, che producono 11 milioni di kWh l’anno. La scelta di sfruttare produttivamente il tetto del centro rientra in un progetto più ampio che vuole trasformare il Caab della città in un polo votato alla sostenibilità, anche attraverso la promozione dell’utilizzo di mezzi di trasporto elettrici.
“Tecnologie energetiche pulite, fotovoltaico, fonti rinnovabili: queste le leve per uno sviluppo sostenibile e consapevole. Il giornalismo ambientale e le nuove tecnologie sono ottimi strumenti di condivisione per tracciare nuove strade”
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