C’è chi già le chiama “celle fotovoltaiche di terza generazione”. Sono quelle che, dall’infinitamente grande, il sole, producono più energia attraverso “l’infinitamente piccolo”: nanocristalli di silicio relazionati in modo da aumentare l’efficienza produttiva delle celle solari fotovoltaiche. Non solo: alla maggiore produttività corrisponderebbero costi minori di produzione.
Uno studio dei ricercatori del Cnr dimostra come è possibile aumentare la produttività, l’efficienza, delle celle fotovoltaiche agendo sui “nanocristalli di silicio” e sul loro “posizionamento”.
Se così fosse, quando saranno in funzione le nuove celle fotovoltaiche, si sarà superato un altro importante gradino sulla scala delle fonti rinnovabili: un nuovo gradino verso l’obiettivo della maggiore efficienza a costi minori.
Questo è quello su cui sta lavorando il dipartimento “Nanotecnologie” del CNR (il Consiglio Nazionale delle Ricerche). Tre ricercatori del Cnr e dell’Università di Modena e Reggio Emilia hanno dimostrato come può essere possibile aumentare in maniera significativa la produttività (o meglio: l’efficienza) della celle fotovoltaiche. Come? Secondo le loro parole: “sfruttando la natura quantistica dell’interazione tra nanocristalli di silicio”.
Senza entrare nel tecnico basta evidenziare che la novità non sta tanto nei materiali utilizzati: il materiale utilizzato rimane il silicio “di grado solare”. L’innovazione sarebbe relativa allo sfruttamento delle sue proprietà “quantistiche” attraverso un nuovo posizionamento dei nanocristalli di silicio.
I ricercatori avrebbero simulato sistemi fotovoltaici costituiti da “nanocristalli di silicio posizionati tra loro a distanze inferiori al nanometro” queste distanze infinitamente piccole produrrebbero dispositivi fotovoltaici con maggiore efficienza rispetto al passato.
La tecnologia fotovoltaica, dunque, si sposta sempre più verso l’infinitamente piccolo. Le nanostrutture delle celle fotovoltaiche permetterebbero di raggiungere maggiori livelli di efficienza produttiva dei moduli fotovoltaici.
Attualmente i moduli fotovoltaici con i migliori livelli di efficienza (moduli con tecnologia “standard”, non “a concentrazione”) raggiungono circa il 20% di efficienza. Ciò vuol dire che solo il 20% dell’irradiazione solare che arriva al pannello viene trasformata in energia elettrica effettivamente utilizzabile. In altri termini: 100 kw di irraggiamento solare producono circa 20 kw di potenza elettrica effettiva.
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Ho letto alcuni tuoi consigli,essendo in un condominio vorrei realizzare un impianto ad accumolo che con pochi pannelli super efficienti ed utilizzare l’energia prodotta o la sera per alimentare il frigo o se mi avanza energia altre periferiche,ho visto l’inverter kaco che tu elencavi e mi e sembrata un’ottima soluzione,io non vorrei un impianto di 3 kw ma qualcosa che possa essere installata in un condominio,anche aggiungendo un mini eolico ad asse verticale di piccola potenza in modo ds avere un piccolo accumulo anche di notte.
Grazie
tra i pannelli più efficienti ci sono quelli di sunpower. In linea generale il 20% di efficienza è già un’ottima performance.
(cioè: più energia in meno spazio occupato dai pannelli).
Integrare fotovoltaico ed eolico è fattibile, ma richiede gli opportuni adeguamenti tecnici.