Esiste un legame tra lo sfruttamento delle fonti fossili (petrolio e gas naturale in primis) e la crisi finanziaria globale? La crisi finanziaria potrebbe essere un sintomo dell’imminente collasso del sistema? Lo studio “Is global collapse imminent?” condotto dal professor Graham Turner mette a confronto le previsioni elaborate nel 1972 dallo studio del MIT (che ha portato alla pubblicazione del libro “Limiti allo sviluppo”) con i dati reali registrati fino a oggi.
I dati odierni mostrano come il modello elaborato dal MIT abbia una incredibile aderenza alla realtà.
Secondo il prof. Turner l’aumento dei costi legati all’uso del petrolio potrebbe portare al collasso, come predetto dagli studiosi del MIT. La crescita del prezzo del petrolio, poi, potrebbe essere stata la causa scatenante della crisi dei mutui subprime americani, che ha portato all’avvio di una crisi finanziaria senza precedenti.
Non è più possibile ignorare i limiti allo sviluppo
La conclusione a cui giunsero gli studiosi del MIT nel 1972 fu che il percorso di crescita esponenziale del sistema socio-economico intrapreso dall’umanità non era sostenibile e che sarebbe arrivato al collasso entro il 2100, a meno che non si fossero adottate delle misure di contenimento della crescita. La soluzione auspicata era l’adozione di un modello di crescita che mantenesse in equilibrio il rapporto tra popolazione e produzione industriale, date le risorse finite di cui dispone il Pianeta.
Lo studio condotto dai ricercatori del MIT ha portato alla costruzione di un modello complesso in grado di prevedere, sulla base dei dati storici relativi al periodo 1900-1970, l’andamento futuro di 5 variabili essenziali del nostro sistema economico-sociale:
- la popolazione,
- l’inquinamento,
- il cibo,
- le risorse
- la produzione industriale.
Le previsioni sono state effettuate fino al 2100, sulla base di tre diversi scenari: lo scenario “Business As Usual”, che non assumeva variazioni di rilievo rispetto al modello di crescita fino ad allora adottato; lo scenario “Sviluppo Tecnologico”, che assumeva una moltiplicazione dell’accesso alle risorse; lo scenario “Mondo Stabilizzato”, nel quale si adottavano misure di stabilizzazione della crescita.
Secondo il modello elaborato dal MIT, il primo sistema economico sarebbe arrivato al collasso attorno al 2030, il secondo attorno al 2050, mentre il terzo risultava sostenibile.
A distanza di oltre 40 anni da quello studio, le previsioni risultano estremamente fedeli alla realtà e i dati reali sono pressoché sovrapponibili a quelli stimati sulla base dello scenario Business As Usual. Il professor Turner si è quindi chiesto se siamo prossimi al collasso del sistema, previsto dalle previsioni del MIT, entro il 2030.
Siamo prossimi al collasso del sistema?
Per comprendere se il sistema si sta avviando verso il collasso è necessario individuare le variabili che lo determinano. Nello studio del MIT a causare il collasso sarebbe il dirottamento dei capitali dai settori produttivi verso quello estrattivo. Secondo Turner, il superamento del Picco del Petrolio potrebbe essere l’indiziato numero uno tra le possibili cause del collasso del sistema. Superare il picco vuol dire estrarre risorse sempre più scarse a costi sempre più elevati, con il risultato di dover trasferire una massa sempre più ingente di capitali verso il settore estrattivo. Anche assumendo tecniche estrattive estremamente efficaci, l’adattamento del modello evidenzia il collasso del sistema, a cui si arriverebbe con circa 20 anni di ritardo ma che produrrebbe un peggioramento molto rapido e molto grave delle condizioni economiche e sociali della popolazione.
Lo studio condotto da Turner dimostra l’attendibilità delle previsioni elaborate dal MIT e conferma come il percorso di crescita incontrollata intrapreso dalle economie occidentali sia assolutamente insostenibile. Turner si concentra in particolare sul ruolo assunto dallo sfruttamento del petrolio e sui legami tra l’aumento del prezzo del petrolio, l’aumento del prezzo del cibo e le recessioni economiche. Tutti i dati raccolti e le conclusioni a cui sono giunti gli scienziati che hanno elaborato la ricerca portano a sostenere l’urgenza di un cambiamento nel paradigma di crescita, per fermare la marcia di avvicinamento verso il collasso globale.
“Tecnologie energetiche pulite, fotovoltaico, fonti rinnovabili: queste le leve per uno sviluppo sostenibile e consapevole. Il giornalismo ambientale e le nuove tecnologie sono ottimi strumenti di condivisione per tracciare nuove strade”
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