I pannelli fotovoltaici installati sul proprio tetto e collegati alla rete elettrica, oltre a produrre energia per l’autoconsumo, possono immettere energia pulita nella rete pubblica. Il vantaggio, in questo caso, va a beneficio di tutti: la rete enel beneficia del surplus di singoli utenti/produttori per rivendere energia pulita ad altri utenti. L’immissione in rete dell’energia auto-prodotta viene retribuita ai prezzi di mercato. Chi paga la corrente che entra in rete dai pannelli fotovoltaici?
Questo articolo è rivolto a chi, non conoscendo nulla del mondo del fotovoltaico e delle fonti rinnovabili, vuole avere qualche informazione utile per capire se il fotovoltaico conviene e se conviene “vendere” la propria energia in accesso alla rete di distribuzione pubblica di Enel. La prima domanda per capire il meccanismo è: “se vendo la mia energia, da chi e come vengo pagato?”
Enel Distribuzione è la società che gestisce la distribuzione elettrica di media e bassa tensione in Italia
Facciamo subito una precisazione importante: quando si parla di Enel bisogna distinguere tra almeno due differenti Società: da un lato c’è “Enel Energia”, che è il fornitore di corrente elettrica. Dall’altro c’è “Enel distribuzione”, che è il gestore della rete pubblica di distribuzione dell’energia in media e bassa tensione. Enel energia è uno dei tanti fornitori che si occupano di acquistare energia all’ingrosso per rivenderla al dettaglio, questo avviene da quando il mercato è stato totalmente liberalizzato (ormai da qualche anno).
Il primo, “Enel energia”, è solo uno dei tanti operatori che oggi si propongono sul mercato per la fornitura della corrente elettrica ai clienti finali. Enel ha le sue tariffe di vendita ed è in concorrenza “di libero mercato” con gli altri operatori elettrici attivi a livello nazionale.
Il secondo, “Enel Distribuzione”, è invece la società del gruppo Enel che gestisce in Italia la rete nazionale di distribuzione dell’elettricità di media e bassa tensione (da 400 a 20mila Volt). Coloro che hanno a che fare con nuovi allacciamenti alla rete elettrica pubblica hanno a che fare con Enel Distribuzione.
A chi va richiesta la connessione in rete di un nuovo impianto fotovoltaico?
Chi installa un qualsiasi impianto che produce e immette corrente elettrica in rete deve preventivamente richiedere la connessione ad Enel Distribuzione. I tecnici di Enel si occuperanno di formulare un preventivo di allacciamento e si occuperanno delle modalità di allacciamento per poter immettere energia in rete. Lo stesso principio vale per chi semplicemente voglia allacciarsi alla rete con un nuovo punto di prelievo, per esempio una casa nuova. In questo caso la procedura è più semplice ed immediata.
Dunque, chi installa pannelli fotovoltaici sul proprio tetto ha la possibilità di cedere in rete tutta l’energia che non viene autoconsumata. Questa cessione ha un prezzo: il prezzo della corrente sul mercato elettrico.
Chi paga la corrente che entra in rete dai pannelli fotovoltaici?
Dunque: se ho un impianto fotovoltaico chi paga la corrente che produco e cedo alla rete? Enel distribuzione?
No. Enel Distribuzione si occupa “solo” di gestire le reti, i nuovi allacciamenti in immissione e prelievo ed altre infrastrutture per distribuire l’energia in maniera efficiente. A breve probabilmente si occuperà anche di stoccare l’energia di rete.
La corrente prodotta e immessa in rete viene pagata dal GSE, il Gestore dei Servizi Energetici.
Chi è il GSE? Il Gse è una società che, tra le tante attività nell’ambito delle fonti rinnovabili, si occupa di ritirare l’energia prodotta da fonti rinnovabili per collocarla sul mercato elettrico nazionale.
Dunque: se io produco energia col fotovoltaico, la posso immettere in rete e il Gse è obbligato a ritirarla per ridistribuirla sulla rete nazionale. I meccanismi con i quali il Gse ritira e “paga” questa energia all’utente/produttore sono due: lo Scambio sul Posto o, in alternativa, il ritiro dedicato (RID).
Nello specifico il Gse si è occupato in passato di gestire gli incentivi al fotovoltaico ed alle altre fonti rinnovabili. Oggi si occupa di gestire il meccanismo dello “scambio sul posto” per tutti gli impianti da fonti rinnovabili e del “ritiro dedicato”. Il primo è quello che agevola chi decide di mettere i pannelli fotovoltaici al servizio della propria abitazione (o azienda). Il secondo, il “ritiro dedicato”, si utilizza quando un produttore di energia da fonti rinnovabili vende sul mercato la corrente prodotta dal proprio impianto. Oggi per il fotovoltaico il ritiro dedicato non è più conveniente, per questo motivo la quasi totalità degli impianti sotto i 200 kw vengono installati in Scambio sul Posto. Questo infatti garantisce, per aziende, famiglie e condomìni, condizioni migliori rispetto alla “mera” vendita di energia.
In entrambi i casi il Gse fa da intermediario tra i produttori da fonti rinnovabili e la borsa elettrica dove, “all’ingrosso”, viene venduta e acquistata elettricità dai grandi player del settore elettrico. Il Gse interloquisce con singoli utenti, famiglie, imprese e condomini titolari di impianti fotovoltaici.
Il Gse, per intenderci, è l’ente che “fa i conteggi” ed emette i bonifici del contributo dello scambio sul posto. Per gli impianti incentivati il Gse è l’ente che “raccoglie” e paga gli incentivi. Il Gse è l’ente che paga la corrente che entra in rete dai pannelli fotovoltaici.
Dunque: chi installa i pannelli fotovoltaici sul proprio tetto e immette energia nella rete elettrica di Enel distribuzione, viene pagato dal Gse. Direttamente con il Gestore dei Servizi Energetici, infatti, vengono firmate le convenzioni per “lo scambio sul posto” e per il “Ritiro Dedicato (RID)”. Oggi le procedure per ricevere i pagamenti vengono fatte direttamente online, tramite l’apposito portale gse al quale ci si deve registrare in fase di realizzazione del proprio impianto fotovoltaico.
Per approfondimenti su quanto viene pagata l’energia prodotta dal fotovoltaico leggi qui.
“Tecnologie energetiche pulite, fotovoltaico, fonti rinnovabili: queste le leve per uno sviluppo sostenibile e consapevole. Il giornalismo ambientale e le nuove tecnologie sono ottimi strumenti di condivisione per tracciare nuove strade”
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