Spesso una semplice immagine parla più di mille parole. La domanda è semplice: perchè e con quale meccanismo ottengo risparmio col fotovoltaico? Installare un piccolo impianto sul tetto di casa, con costi ormai minimi permette di risparmiare sui costi delle bollette elettriche di casa. Come? Autoproducendo parte dell’energia necessaria al proprio fabbisogno.
Prendiamo l’esempio di un piccolo impianto fotovoltaico domestico. La taglia più diffusa ed adeguata per una piccola famiglia è un impianto da 3 kw di potenza di picco. Vuol dire che se ho una porzione di tetto ben esposta sono sufficienti non più di 25 metri quadrati del classico tetto a falde: un rettangolo di tegole di 8 metri per 3.
1) Il costo iniziale di installazione è il primo fattore di risparmio col fotovoltaico
Il primo accorgimento è il costo, perchè la convenienza dipende anche, anche se non solo, dai costi iniziali di realizzazione. Come ogni investimento anche il fotovoltaico richiede un tempo di recupero a seguito del quale si avrà l’effettivo guadagno. In altre parole: se metto un impianto da 3 kw, se riesco ad utilizzarlo al meglio, avrò un tempo di recupero dell’investimento di 6-10 anni e poi, per gli anni successivi, avrò l’effettivo guadagno e risparmio in bolletta. Un impianto dura mediamente 25-30 anni con minimi costi di manutenzione.
Dunque, il costo. Quanto costa il fotovoltaico? La media degli odierni prezzi chiavi in mano, facilmente reperibili negli annunci pubblicitari online, va dai 2 mila ai 2.500 euro per chilowatt installato. Un impianto da 3 kw ha costi oggi che vanno da meno di 6 mila euro a circa 8 mila euro, chiavi in mano, tutto incluso.
2) Le detrazioni fiscali sono un ulteriore elemento di risparmio col fotovoltaico
Non solo, con le detrazioni fiscali è possibile detrarre il 50% dei costi (in 10 anni). Questo vuol dire che il costo effettivo, dopo 10 anni, sarà della metà. Nel nostro esempio un impianto da 7 mila euro potrà costare nel tempo, beneficiando dello sgravio fiscale, 3.500 euro.
A partire da questi costi è possibile stimare, sapendo quanto produce un impianto in media, la quantità di energia elettrica risparmiata in bolletta. Esempio: un impianto da 3 kw produce mediamente in italia 3.600 chilowattora/anno. Questo vuol dire che, se fossimo in grado di autoconsumare tutta l’energia autoprodotta potremmo evitare di acquistare dalla rete 3.600 kwh/anno. In bolletta 3.600 kwh costano mediamente 720 euro (l’elettricità in bolletta costa in media 20 centesimi per kwh). Col fotovoltaico più detrazione fiscale 3.600 kwh elettrici costano mediamente 180 euro, cioè: circa 5 centesimi/kwh.
Nello schema sopra riportato è mostrato graficamente il ciclo del risparmio col fotovoltaico.
3) L’ Autoconsumo in sito è il più importante fattore di risparmio col fotovoltaico
I benefici di questo “prezzo” di produzione dell’energia auto-prodotta si hanno ad una condizione: quella di autoconsumare in sito, nel momento stesso della produzione, l’energia fotovoltaica prodotta. Solo in questo modo si utilizza la “propria energia” a costo zero, ottenendo i maggiori benefici.
Ecco la regola per sfruttare un impianto fotovoltaico il meglio possibile: usare gli elettrodomestici il più possibile di giorno, quando l’impianto è in produzione. Utilizzando l’energia di giorno, quando l’impianto produce, si hanno le maggiori occasioni di risparmio proprio perchè si evita di utilizzare la rete elettrica, evitando i prelievi dalla rete.
In questo modo, cercando di massimizzare l’autoconsumo istantaneo, la bolletta elettrica sarà relativa solamente ai consumi serali, quando non si attinge all’energia prodotta dal proprio impianto. La tua bolletta elettrica coinciderà con l’elettricità usata solo la sera.
4) Anche l’immissione in rete è fonte di risparmio, ma meno dell’autoconsumo
Tutta l’energia che non viene utilizzata nel momento della produzione del fotovoltaico, viene immessa in rete. Questa energia immessa nella rete non viene regalata, ma viene in parte rimborsata dal Gse (gestore dei servizi energetici) attraverso il meccanismo dello scambio sul posto. Questo è infatti un ulteriore fonte di risparmio perchè per l’energia immessa viene riconosciuto una sorta di rimborso parziale delle bollette elettriche: un contributo a titolo di rimborso delle bollette come forma di compensazione tra energia immessa e prelevata.
Per approfondire il meccanismo dello scambio sul posto leggi qui.
“Tecnologie energetiche pulite, fotovoltaico, fonti rinnovabili: queste le leve per uno sviluppo sostenibile e consapevole. Il giornalismo ambientale e le nuove tecnologie sono ottimi strumenti di condivisione per tracciare nuove strade”
Per calcolare quanto mi costa un Kwh di energia consumata prelevata dalla rete divido il totale della bolletta per i kwu fatturati. A me risulta che il costo del kwh dell’ultima bolletta Marzo 2014 è di 0,32 centesimi e non 0,20 come da lei scritto nell’articolo. L’ultima bolletta infatti per un consumo di 559 kwh mi dava da pagare € 181.40. Le chiedevo se il mio conteggio è corretto.
Usufruisco da novembre 2013 di un impianto fotovoltaico (SSP) di 4,2 kwh abito vicino a Monza se il calcolo che io faccio di 0,20 centesimi kwh del prezzo di vendita può essere considerata stima attendibile.
Ringraziandola per i suoi articoli molto utili per la comprensione della materia in questione, le porgo cordiali saluti
Romano Lattuada
Si il prezzo di 0,20 in bolletta è un prezzo minimo, diciamo: precauzionale. I costi delle bollette variano in base al profilo di consumo dell’utente e in base alle condizioni economiche del proprio operatore, in ogni caso come giustamente dici il prezzo si calcola dividendo la spesa lorda in bolletta per i kwh fatturati.
Nel tuo caso quindi autoconsumare risulta in proporzione molto più conveniente.