Il titolo lascia un po’ perplessi perchè, quando si parla di fotovoltaico, si parla di “nanotecnologie” e di procedure particolarmente delicate ed estremamente tecniche. Come costruire un pannello fotovoltaico? E’ possibile auto-costruirsi un pannello solare in grado di produrre corrente elettrica pulita? Di certo sarà impossibile partendo dal silicio, materia prima del solare, ma, partendo da alcuni materiali di scarto è possibile auto-costruirsi un pannello in grado di generare energia elettrica a costo zero.
Le informazioni qui esposte sono state reperite dal sito di Greenpeace in un articolo linkato a fine articolo e scritto da un volontario con le sufficienti competenze tecniche.
Dunque, come costruire un pannello fotovoltaico? Ecco alcune semplici linee guida applicabili da chiunque per sperimentare l’autoproduzione elettrica da fonte rinnovabile. Costruire un pannello fotovoltaico può servire a far funzionare un pc portatile o ricaricare un cellulare, ma, ovviamente, nel campo dell’elettricità tutto è scalabile con gli opportuni accorgimenti.
Ecco il primo importante accorgimento. Dove recuperare la “materia prima”? La “materia prima” sono le celle fotovoltaiche di scarto che le aziende produttrici buttano perchè mal costruite, difettose o danneggiate nel processo produttivo. Queste celle, in genere, vengono regalate senza problemi.
Ecco di cosa abbiamo bisogno: gli attrezzi necessari
Prima di vedere cosa fare, vediamo di cosa abbiamo bisogno.
Materiale | Prezzo |
piccolo saldatore a punta per piccole saldature di precisione da 40 watt almeno | 9,90 euro (Amazon) |
un rotolo di stagno senza piombo | 8 euro/100 gr |
acido per saldature | 3 euro |
filo di ribbon per collegare elettricamente le celle fra loro | 14 euro/24 metri |
pannello di plastica, PVC o poliestere (materiale comunque non conduttore) che servirà come base di appoggio delle celle fotovoltaiche | da materiali di recupero |
pannello di vetro (o comunque trasparente) grande come il pannello di plastica | da materiali di recupero |
pistola e colla a caldo per incollare le celle al pannello | 10 euro (Amazon) |
silicone per fissare ermeticamente i due pannelli (vetro e plastica) con in mezzo le celle | 3 euro |
normalissimi cavi elettrici | 0 euro |
diodi shokty, uno per ogni cella fotovoltaica utilizzata | 0,049 euro/cadauno |
un diodo di bypass dimensionato in base a tensione e corrente del pannello costruito | 0,50 euro |
misuratore di corrente, tensione, ecc… | 16 euro (Amazon) |
Come costruire il pannello fotovoltaico
Una volta che abbiamo i giusti materiali ed i giusti attrezzi il lavoro non è affatto complicato, ma richiede una certa precisione.
Se avete recuperato delle celle di scarto dovrete prima di tutto raggrupparle per “gruppi omogenei” in base alla dimensione. In alternativa è comunque possibile trovare su internet dei pacchi di celle solari già pronte per essere assemblate.
La faccia superiore della cella, quella blu, è il polo di segno negativo, quella inferiore è invece il polo positivo. Il filo di ribbon dovrà collegare le celle in serie, cioè dovrà collegare il polo negativo con quello positivo.
Per far ciò bisogna tagliare il filo di ribbon per una lunghezza necessaria a collegare due celle adiacenti e bisognerà saldarne la metà sulla faccia superiore della cella e l’altra metà dovrà essere poggiato sulla faccia inferiore.
Come nelle immagini seguenti (che spiegano più di mille parole).
Ciascuna cella fotovoltaica ha una tensione di 0,5 Volt dunque se colleghiamo in serie 32 celle, concatenate come in figura) avremo una stringa da 16 Volt di tensione.
Il meccanismo è semplice da capire:
- collegando in parallelo ( + + ) più celle (o più moduli fotovoltaici) la tensione non cambia, ma si sommano i watt;
- collegando in serie ( + – ) più celle ( o più moduli fotovoltaici) la tensione aumenta: si sommano le tensioni dei singoli componenti, ed i watt rimangono invariati.
Collegata tutta la serie di celle a disposizione bisognerà applicare dei diodi che servono a far scorrere la corrente in un solo senso (cioè: dal pannello verso la batteria e non viceversa).
Una volta terminata la concatenazione delle celle la stringa si potrà incollare al pannello rigido in plastica, che funge da supporto. Si potrà infine “chiudere” il tutto col pannello di vetro fissandolo ermeticamente col silicone.
Prima di chiudere, ovviamente, con l’amperometro/voltmetro si effettuano i test per capire come cambia tensione e corrente al variare dei collegamenti fra di loro.
Fonte: Greenpeace
“Tecnologie energetiche pulite, fotovoltaico, fonti rinnovabili: queste le leve per uno sviluppo sostenibile e consapevole. Il giornalismo ambientale e le nuove tecnologie sono ottimi strumenti di condivisione per tracciare nuove strade”
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