Partiamo dal macro, parliamo di “Borsa Elettrica”, parliamo dei prezzi dell’elettricità “all’ingrosso”. Cosa c’entra il fotovoltaico con i prezzi della corrente elettrica che paghiamo in bolletta?
La Germania, secondo uno studio di Renewable Analytics (società di consulenza statunitense), beneficia della produzione di elettricità da fotovoltaico e altre fonti rinnovabili tanto da arrivare a tagliare la spesa per l’energia di più di 6mila miliardi di euro negli ultimi 5 anni.
E in Italia?
Anche in Italia il fotovoltaico e le energie rinnovabili iniziano ad incidere sulla formazione dei prezzi dell’energia elettrica sulla borsa elettrica.
La borsa elettrica, creata in Italia dal 2004 a seguito del decreto che ha liberalizzato l’energia elettrica, è il luogo d’incontro tra domanda e offerta di elettricità. E’ qui che avviene la vendita “sul libero mercato” di energia da parte dei produttori, ed è qui che si crea il prezzo dell’energia giorno per giorno. Il prezzo dell’energia sulla borsa elettrica è la risultante della concorrenza tra i diversi produttori, ed è quello che indirettamente influenza parte del costo dell’energia elettrica che andremo a pagare in bolletta.
Così come in Germania, anche in Italia il fotovoltaico, insieme a tutte le altre fonti rinnovabili, taglia i prezzi dell’elettricità alla borsa elettrica. Il merito è dell’incidenza sempre maggiore delle fonti rinnovabili nel mix energetico nazionale: infatti, le fonti pulite, non avendo bisogno di import di materie prime, hanno costi marginali pari a zero ed hanno quindi l’effetto di abbassare il prezzo dell’elettricità “spot” alla borsa elettrica. Il prezzo che si forma e varia ora per ora.
E’ questo il vero vantaggio economico del fotovoltaico e delle altre fonti rinnovabili: sole, acqua, vento non devono essere nè importati, nè pagati.
Le centrali convenzionali a gas, a carbone, ecc.., d’altro canto, hanno alti costi fissi di funzionamento oltre che una forte dipendenza dal mercato estero per l’acquisto e l’importazione delle materie prime, in primis quella del gas, e sono condizionate da delicati equilibri geopolitici.
Un esempio per tutti, dalle cronache di questi giorni: “Libia, stop al gas verso l’Italia”: l’ Eni ha sospeso per ragioni di sicurezza la produzione e l’esportazione di gas da un impianto libico (di Mellitah) verso l’impianto italiano di Gela, Sicilia, a seguito di scontri locali nell’area dell’impianto. Gli scontri sono scoppiati a seguito di tensioni locali, non direttamente controllabili, che avrebbero potuto mettere a rischio il gasdotto “Green Stream” Mellitah-Gela (fonte)
Questo è solo un piccolo esempio, ma è facilmente riscontrabile con numerosi altri avvenimenti già accaduti e tanti che potranno ancora accadere.
Tornando ai costi dell’energia: il fotovoltaico taglia i prezzi mettendo a disposizione (soprattutto nelle lunghe giornate primaverili ed estive) abbondante energia elettrica a prezzi inferiori, e trascinando al ribasso il prezzo medio sul mercato spot dell’energia all’ingrosso, alla borsa elettrica.
Questo meccanismo sta peraltro mettendo in difficoltà chi ha investito sugli impianti convenzionali, più costosi, come le centrali a gas (centrali “a cicli combinati”).
In Italia il “prezzo unitario nazionale” dell’energia è calato del 20% solo in questo ultimo anno e la cosa interessante è che il prezzo è stato più basso proprio durante le ore di picco produttivo del solare (ore diurne) e durante tutti i mesi estivi, mesi di picco produttivo del fotovoltaico.
Tornando brevemente alla Germania, ecco un dettaglio interessante, e perfettamente assimilabile anche al caso italiano.
In Germania i prezzi nel 2012 sono sprofondati ogni volta che ha brillato il sole (fascia diurna, fascia di maggiore domanda) per poi ri-salire quando il sole tramontava. Mentre nel 2008 il prezzo maggiore dell’elettricità si registrava in fascia diurna (durante la giornata), nel 2012 il prezzo maggiore si è spesso registrato nelle ore serali, al cessare “dell’effetto fotovoltaico”.
“Tecnologie energetiche pulite, fotovoltaico, fonti rinnovabili: queste le leve per uno sviluppo sostenibile e consapevole. Il giornalismo ambientale e le nuove tecnologie sono ottimi strumenti di condivisione per tracciare nuove strade”
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