Dal fotovoltaico: non solo convenienza, ma un vero e proprio nuovo modello energetico.
Già negli anni 80 l’ingegnere svizzero Markus Real aveva evidenziato che la generazione distribuita dell’energia è molto più efficiente ed economica di quella centralizzata. La generazione distribuita è quella tipica del solare: tanti piccoli impianti di produzione sparsi sul territorio e più vicini ai luoghi del consumo. L’ingegnere svizzero mise il fotovoltaico su 333 case di Zurigo: 333 piccoli impianti fotovoltaici da 3 kw, per un totale di ben un Megawatt di potenza elettrica pulita generata dai tetti della città svizzera.
Oggi riscontriamo gli sviluppi di questo primordiale esperimento fotovoltaico: in primis in Germania, capitale ecologica avanguardia del solare. In effetti oggi l’energia pulita autoprodotta col sole è competitiva rispetto a quella acquistata dalla rete e prodotta con le fonti convenzionali: gas, carbone, petrolio.
Eclaeron, società di consulenza tedesca ha effettuato uno studio per fare il punto su quanto sia effettivamente conveniente autoprodurre energia col fotovoltaico nei diversi paesi al mondo. Nello specifico ha studiato il segmento del fotovoltaico residenziale in Australia, Brasile, California, Cile, Germania, Francia, Italia, Messico, Regno Unito e Spagna, confrontando i livelli di costo dell’energia nei diversi paesi.
Vediamo qual è la situazione in Italia.
I risultati dello studio evidenziano come in Italia solo tra fine 2012 e la prima metà del 2013 ci sia stato un calo dei prezzi del fotovoltaico di oltre il 21% (tra i cali di prezzo più elevati, dopo UK e Chile).
A cosa è dovuto il calo di prezzo dell’energia prodotta dal fotovoltaico in Italia?
Da tre “punti di favore”:
- diminuzione del costo dei componenti e dei pannelli fotovoltaici: dal 2009 al 2013 c’è stato un calo medio di 18,2% l’anno;
- aumento del costo dell’energia elettrica della rete: in Italia l’elettricità in bolletta per il mercato residenziale è aumentata del 3,28%
- presenza di un ottimale livello di irradiazione in Italia, rispetto ad altri paesi (tipo: Germania, dove il solare è più sviluppato e ancora incentivato dal governo attraverso gli incentivi sui sistemi di accumulo).
Anche le analisi del Politecnico di Milano (dell'”Energy&Strategy Group) confermano questa linea di tendenza: secondo il gruppo di ricerca milanese l’installazione di un impianto fotovoltaico da 3 kw in scambio sul posto garantisce un rendimento di oltre il 4% se pagato circa 2.000 €/kw. Con le detrazioni fiscali oggi siamo a circa 1.500 €/kw (meno di 3.000 euro senza detrazioni fiscali).
A fare la differenza sulla convenienza dell’investimento, ovviamente, ci sono non solo i costi di installazione “chiavi in mano”, ma anche: detrazioni fiscali, quota di autoconsumo e luogo di installazione. Autoconsumare il 20% dell’energia prodotta è molto meno conveniente rispetto ad autoconsumarne il 70%, per via dei costi di rete associati alle bollette elettriche.
Siamo, dunque, secondo entrambi gli studi, ad una svolta: il fotovoltaico in alcune condizioni è già competitivo, ma a fare “da salvagente” oggi in Italia ci sono ancora le detrazioni fiscali per il segmento residenziale, che permettono, di fatto, un dimezzamento dei costi di produzione dell’energia col fotovoltaico.
Al di là di numeri e stime, al di là dell’aspetto puramente economico-quantitativo, quello che appare chiaramente è la nascita di un nuovo modello energetico: un sistema elettrico distribuito, più “democratico”, più partecipativo. Un sistema in cui molti proprietari di micro-impianti fotovoltaici, oltre ad autorifornirsi di energia, immettono la propria energia in rete per servire altre utenze del territorio.
In Italia installare un impianto fotovoltaico sul tetto della propria casa è più vantaggioso rispetto ad acquistare l’energia in bolletta, questo grazie soprattutto, alle detrazioni fiscali che dimezzano i costi di realizzazione dei progetti. Nonostante ciò il fattore chiave che rende il fotovoltaico domestico veramente conveniente è l’autoconsumo.
“Tecnologie energetiche pulite, fotovoltaico, fonti rinnovabili: queste le leve per uno sviluppo sostenibile e consapevole. Il giornalismo ambientale e le nuove tecnologie sono ottimi strumenti di condivisione per tracciare nuove strade”
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