Quanto dura un impianto solare? Per dirti qual è la vita utile del fotovoltaico ti faccio una domanda: “sai quando è stato realizzato il primo impianto in Italia?”
Oltre 30 anni fa, ed oggi è ancora in funzione. Durante tutto il suo ciclo di vita ha perso, con la dovuta manutenzione, solo lo 0,6 per cento di rendimento, meno del calo fisiologico normalmente stimato per i pannelli più comuni. Il primo impianto fotovoltaico installato in Italia è stato sull’Isola di Vulcano e risale al lontano 1984. Oggi, dopo oltre trent’anni di onorato servizio, l’impianto ancora genera energia pulita e, se guardiamo alla sua produzione complessiva, vediamo come il dato è andato ben oltre le aspettative.
Dunque, un sistema tenuto in buone condizioni può durare anche oltre i 30 anni, ma in media la vita utile di un impianto fotovoltaico va dai 20 ai 30 anni, escluso l’inverter che in genere dura circa 10 anni. I micro-inverter di nuova generazione, a quanto dicono i produttori, durerebbero 25 anni come gli stessi moduli a cui sono applicati.
I conti economici, chiamati anche “piani di rientro”, vengono stimati quando si formulano i preventivi ed in genere considerano “in via cautelativa” un periodo di funzionamento, un ciclo di vita, pari a 20 anni. Si ipotizza la durata ventennale per stimare un piano di ritorno economico “minimo” e “garantito nel tempo”.
Avere idea di quanto il tuo impianto produrrà nel tempo è importante per stabilire con più precisione possibile la durata di ammortamento dei costi di installazione ed il guadagno effettivo che produrrà durante tutto il suo funzionamento, anche se, in realtà, più che di “guadagno”, sarebbe più consono parlare di “risparmio”. Risparmio in bolletta.
La Vita Utile dell’Impianto Fotovoltaico è un investimento nel tempo
Molti pensano che installare un impianto solare sul tetto di casa sia un costo. In realtà, quando ci si presta all’idea di mettere dei pannelli sul tetto, non si tiene presente mai abbastanza che questi moduli produrranno energia per almeno 20 anni, con un minimo di manutenzione, durante tutto il ciclo di vita impianto, e con una sostituzione dell’inverter dopo circa 10 anni.
Tutto, ovviamente, dipende da come si tengono i pannelli, dalle condizioni del luogo dove vengono installati, dal livello di manutenzione che si attua. In montagna i pannelli saranno maggiormente soggetti all’azione usurante di ghiaccio, neve e grandine. Al mare, invece, la salsedine può causare a lungo andare alcuni problemi sulle superfici vetrate dei moduli o sulle parti in alluminio.
Nonostante i fattori usuranti che, come per ogni sistema, entrano in gioco col tempo, il costo sostenuto oggi, in realtà, non è un costo ma un investimento, un investimento di medio-lungo periodo, un investimento che nel primo periodo andrà a “coprire” i costi sostenuti e nel secondo periodo andrà a generare un risparmio effettivo sui costi energetici sostenuti in bolletta. In ogni caso l’usura di un impianto fotovoltaico non è minimamente paragonabile a quella a cui è soggetta un sistema meccanico in movimento (eolico, centrale idrica, centrale termodinamica o termoelettrica…).
La durata dei pannelli solari è diversa dalla durata dell’inverter
Il ciclo di vita dell’impianto fotovoltaico è condizionato non tanto dalla durata dei singoli pannelli, ma soprattutto dalla durata dell’inverter utilizzato e dalla sua qualità.
Nonostante quello che si possa pensare, infatti, il “punto debole” della catena non sono i moduli, ma l’inverter: mentre i primi durano almeno 20 anni ed hanno un tasso di degrado prevedibile, gli inverter durano intorno ai 10 anni e sono determinanti per convertire “al meglio” l’energia prodotta dai pannelli in energia “utile” utilizzabile dalle nostre comuni utenze.
Quando si installa un impianto, dunque, a meno che non si utilizzino i “micro-inverter” che durano 20-25 anni, bisogna mettere in conto la sostituzione inverter dopo circa 10 anni, anche se, in alcuni casi e con le condizioni di funzionamento ottimali, possono durare qualche anno in più.
Da cosa dipende la durata dell’inverter?
Il fattore principale che ne limita la durata è il calore: il surriscaldamento causato da un efficiente processo di conversione dell’energia richiede un valido sistema di raffreddamento. A determinare la durata dell’inverter è anche il tipo di carico elettrico a cui è sottoposto e la qualità della rete. In ogni caso in genere dopo 10 anni, anche se continua a funzionare, ha cali di rendimento che ne rende conveniente la sostituzione.
Il risparmio generato aumenta durante tutto il ciclo di vita del sistema fotovoltaico
Potremmo dire che l’investimento genera un risparmio “incrementale” nel tempo. Perchè? Per risparmio “incrementale” intendo dire che non è costante nel tempo, ma aumenta durante tutto il periodo di funzionamento dell’impianto.
Ecco perchè: il costo dell’energia in bolletta aumenta nel tempo. 20 anni fa l’energia costava oltre il 30 per cento in meno, non solo per via del minor prezzo del kwh, ma anche per minori costi accessori, minori tassazioni e minori costi “di servizio”. Il risparmio che si poteva ottenere 20 anni fa con l’autoproduzione/autoconsumo fotovoltaico era relativo al prezzo delle bollette di 20 anni fa.
Allo stesso modo la bolletta energetica dei prossimi 20 anni peserà sulle nostre tasche in maniera via via maggiore. Per questo motivo l’autoproduzione/autoconsumo fotovoltaico procurerà un risparmio via via maggiore, man mano che il costo del kwh in bolletta aumenterà nel tempo.
Ecco perchè il risparmio generato da un impianto fotovoltaico è “incrementale” nel tempo ed aumenta durante tutto il suo periodo di funzionamento. In altre parole: ogni KWh autoprodotto e autoconsumato è un KWh risparmiato in bolletta, oggi come tra 20 anni.
Come funziona l’impianto fotovoltaico e da cosa dipende la sua durata?
Ogni sistema fotovoltaico funziona senza parti meccaniche in movimento. Questo è già un primo vantaggio che garantisce un lungo ciclo di vita rispetto a tutti gli altri tipi di generatori. Tutto è “statico” ed il processo di produzione elettrica, il cd. “effetto fotovoltaico”, avviene a livello di nanoparticelle elementari.
Semplificando al massimo: il silicio “di grado solare”, che è un semi-conduttore elettrico, viene “eccitato” dalla luce del sole creando un differenziale di carica che crea, appunto, la corrente elettrica. L’usura che deriva da questo meccanismo è minima e la degradazione del processo nel tempo è quantificabile e prevedibile. Si sa che durante tutto il suo ciclo di vita, ogni cella fotovoltaica perde circa 0,8-1 per cento l’anno di potenziale.
La corrente prodotta in ogni cella viene poi convogliata al modulo, poi alla “stringa”, e poi all’inverter che la converte da corrente continua a corrente alternata a 220 Volt.
Ogni installazione tenuta a regola d’arte, come quella dell’Isola di Vulcano citata a inizio articolo, può durare anche oltre i 30 anni, ma questi sono casi particolari, casi sperimentali e sotto perenne osservazione di tecnici e ricercatori. In realtà in Italia, visto che il primo impianto è stato installato nel 1984, non abbiamo ancora molti elementi di osservazione. Il boom delle installazioni fotovoltaiche, quelle di tipo “convenzionale” e più diffuso, è iniziato non più di 10 anni fa, con il primo conto energia. Ad oggi la gran parte degli impianti in funzione in Italia ha meno di 10 anni.
In realtà i produttori dei pannelli garantiscono minimo 20 anni, anche se un impianto tenuto in buone condizioni dura anche più di 25 anni. In ogni caso la durata dell’impianto è relativa al suo livello di manutenzione, al luogo di installazione, ed a diversi altri fattori.
Eccone alcuni che possono influenzare la durata dei pannelli e le prestazioni dell’impianto nel tempo.
- La pulizia dei pannelli determina direttamente la quantità di luce assorbita e la generazione elettrica. Le incrostazioni e le impurità, gli escrementi dei volativi, ecc.. fanno durare meno ogni impianto fotovoltaico.
- L’inquinamento delle grandi città col tempo rovina la superficie dei pannelli: le polveri si possono depositare in profondità e compromettere il buon funzionamento dell’impianto.
- Il surriscaldamento prolungato dei pannelli può generare molti problemi di rendimento e, alla lunga, anche di durata dell’impianto.
- Nei posti vicino al mare la salsedine può rappresentare un problema sul lungo periodo e incidere sulla durata dei pannelli.
In ogni caso, una regolare manutenzione annuale, preferibilmente prima della stagione primaverile, contribuisce al florido funzionamento dell’impianto sul lungo periodo ed a garantire la sua massima durata nel tempo.
Quanto diminuiscono le prestazioni dei pannelli nel tempo
Ogni installazione fotovoltaica non produce costantemente nel tempo. Ogni pannello, ogni cella solare, ha un calo di rendimento fisiologico dovuto all’invecchiamento dei componenti. Principalmente parliamo del silicio di grado solare: il semiconduttore responsabile dell’effetto fotovoltaico che genera elettricità (di cui abbiamo già scritto sopra).
Mediamente per ogni pannello si considera un calo fisiologico prestazionale di 1 per cento ogni anno. Questo vuol dire che dopo 25 anni la produzione dell’impianto sarà, nel peggiore dei casi, di circa 20-25 per cento in meno.
Diversi produttori garantiscono un calo di prestazioni dello 0,8 per cento e c’è chi garantisce un calo dello 0,5. Su questa differenza si gioca spesso la “guerra competitiva” tra i diversi produttori delle celle e su questa differenza, infatti, si basa il ritorno economico reale dell’investimento.
Anche secondo una ricerca del National Renewable Energy Laboratory, che si è basata sul monitoraggio di circa 2000 impianti sparsi per il mondo, il tasso di degrado medio è di 0,8 per cento l’anno, ma dipende anche dal tipo di modulo:
- i moduli a film sottile hanno cali di rendimento un poco più elevati: circa 1,5 per cento l’anno,
- i moduli in silicio cristallino hanno cali di prestazione di circa 0,7 per cento l’anno.
I pannelli di nuova generazione hanno un livello di degrado inferiore rispetto ai vecchi moduli: in media si ha un calo di circa lo 0,5 per cento l’anno.
In ogni caso in genere è conveniente stimare il dato in maniera cautelativa ipotizzando un calo di rendimento dell’1 per cento l’anno.
La durata della garanzia dell’impianto fotovoltaico
La garanzia rappresenterebbe un capitolo a parte, ma quando si parla di “ciclo di vita” dell’impianto e di “periodo di ammortamento”, è utile valutare anche le garanzie che offrono i produttori fotovoltaici e gli installatori degli impianti sul rendimento dei moduli forniti.
Ci sono due tipi di garanzie: la garanzia “sul prodotto” e la garanzia “sulla potenza”. La prima riguarda malfunzionamenti, rotture e problemi sui moduli o inverter. La seconda riguarda, invece, la potenza prodotta dai pannelli: ogni modulo ha una potenza nominale indicata sui dati di targa, potenza emessa dal pannello in condizioni di funzionamento ottimali.
I produttori di pannelli propongono in genere una garanzia di prodotto che va dai 5 ai 10 anni. Oggi alcuni produttori si sono spinti ad allungare la durata della garanzia fino a 25 anni, pari all’intera vita utile dei pannelli.
La garanzia sulla potenza dei moduli, invece, è generalmente pari al 90% per i primi 10 anni di funzionamento impianto, e di circa l’80% per i successivi anni. Alcuni produttori, anche qui, si sono spinti a garantire la durata della garanzia pari al 95% per i primi 5 anni, con una discesa graduale fino al 90% per gli anni successivi.
“Tecnologie energetiche pulite, fotovoltaico, fonti rinnovabili: queste le leve per uno sviluppo sostenibile e consapevole. Il giornalismo ambientale e le nuove tecnologie sono ottimi strumenti di condivisione per tracciare nuove strade”
Ciao Alessandro F.
Ottimo articolo per riassumere puntualmente la situazione di gestione degli impianti FV.
Dato che in questi giorni qui al Nord ha nevicato e la neve, ora, comincia a scivolare giù lungo i pannelli sui tetti, diciamo anche(a quelli che si dolgono di “mancata produzione”)che la neve svolge un BUON SERVIZIO DI PULIZIA PANNELLI A COSTO PRATICO ZERO. In effetti due o tre nevicate all’anno sono quello che ci vuole per non pensare alla pulizia pannelli.
Per quanto riguarda il “continuo” dei ritorni annuali dei nostri impianti bisogna andarci cauti…..
Quando i nostri impianti risulteranno “mediamente spesati” (diciamo a 7 anni dallo Start) vedrai che ci verranno appioppate adeguate tasse o un misto sapientemente combinato di minori “ritorni” e maggiori tasse.
Basta solo un po’ di “fantasia al governo” (slogan molto in voga negli anni 70/80 ) ed è risaputo che tutti i Governi hanno sempre assunto i migliori “FANTASISTI” nel ramo.
eh eh purtroppo hai ragione..
In ogni caso il costo dell’energia prodotta dalle fossili, nonostante temporanee “controtendenze”, aumenta e aumenterà.
Anche i paesi che tradizionalmente fondano la propria fortuna sul petrolio (come alcuni paesi sauditi), stanno già investendo ingenti risorse sulle rinnovabili, perchè sanno benissimo che queste sono il futuro.
Se l’Italia sceglierà, ancora una volta, di sostenere le fossili ed ostacolare le rinnovabili, si troverà ben presto fuori mercato. Intanto su piccola scala si può sfruttare l’autoconsumo e cercare di rendersi, nonostante tutto, il più possibile indipendenti dalla rete enel.
Ciao Alessandro F.
Non ho fatto in tempo a dirlo che i “Fantasisti al Governo” mi hanno subito accontentato. E’ di questi giorni la notizia che,dall’inizio 2017,dovrebbe partire una operazione generale di sostituzione di tutti i Contatori Enel con altri di nuova generazione con fantasmagoriche nuove capacità di relazionarsi con l’Utente. Tali nuovi Contatori funzioneranno con “Tecnologia di seconda generazione 2G” ma qualcuno dice che è già stato messo a punto il successivo “step” 2G.1 .
Non è ancora chiaro se i nuovi Contatori saranno anche in grado di permettere le giocate al Lotto da casa e se potranno dispensare anche varie devande calde e bibite fresche usando la Carta di Credito….
Chi lo avrebbe mai immaginato un tale dispendio Tecnologico per contabilizzare un qualche manciata di kWh al mese ?
Una cosa è però sicura già da subito : i nuovi contatori spaccheranno il kWh al millesimo di “cosf” (sfasamento) per cui il computo dei consumi in Bolletta è destinato inesorabilmente ad aumentare.
Ciao a tutti
Sempre nel solco del “NOI ABBIAMO I MIGLIORI FANTASISTI AL GOVERNO”
Da 2/3 mesi, qua e là, (non su questo Sito, o forse si ma mi è sfuggito) si parla delle Nuove Tariffe dell’Energia Elettrica che ci verranno applicate a “rate” sommate successive a partire da questo Gen.2016 (1° passaggio) e dal Gen. 2017 (2° passaggio)e dal Gen. 2018 (3° e ultimo passaggio per andare a regime definitivo).
Secondo le notizie che circolano verranno aumentati parecchio i costi fissi dei Contatori (che si pagano anche con consumi ZERO) per i Contratti di Prelievo più bassi (3 kW-tariffa D2) e più diffusi e, in misura minore, per i contratti di maggiore potenza .
Il tutto “a regime nel 2018” si tradurrà in un aumento dei costi per i piccoli consumatori che attualmente godevano(si fa per dire) di un trattamento più “caritatevole”. Le cose invece andranno meglio per i più voraci consumatori (dai 3000 kWh/anno in su) che potranno beneficare di diminuzioni della Bolletta tanto maggiori quanto maggiore saranno i loro consumi.
A parere di alcuni, per chi attinge dalla Rete intorno ai 2200 kWh/anno, cioè la marea di Piccoli FV con impianti da 3kWp vi sarà (a regime dal 1 Gen. 2018 ) un aumento in Bolletta “tutto compreso” di circa 100 €/anno .
Non è dato ancora sapere, perchè l’argomento non viene ancora trattato, quali saranno anche le eventuali ripercussioni sul computo del “CS” fatto dal GSE. Qualcosa mi dice, però, che anche lì ci sarà qualche ulteriore perdita.
Quando si dice che le Fonti Energetiche Pulite vanno INCENTIVATE !!!!!!!
Ciao a tutti
A’ CESERE ARIDACCE ‘E VECCHIE BBOLLETTE DE L’ENEL !!!!!!!
Forse questo sarà il grido disperato degli Italiani alla vista delle Nuove Bollette che cominciano ad arrivare in questi giorni.
Le nuove Bollette sono piene di inutili notizie che bastava dare, come già si faceva, una volta all’anno. In compenso non si saprà più nessun dettaglio sulle “voci”che concorrono a formare le varie “categorie” dei costi in Bolletta (Vedere le vecchie Bollette con i “Raggruppamenti Costi” delle varie Categorie che erano chiamate (A),(B),(C),(D) ). Tutti si lamentavano del fatto che i “dettagli” all’interno dei “Raggruppamenti” erano incomprensibili, per cui i “dettagli” sono stati eliminati e sono stati istituiti tanti bei consuntivi “PAGA E TACI” .
Il tutto rappresentato in prima pagina da una bellissima “TORTA” tipo quelle che ti presentano quando vogliono farti investire dei soldi in Banca o nelle Assicurazioni o nelle Azioni di Borsa o altre turlupinature simili. L’ unica vera utilità della TORTA è che evidenzia, a colpo d’occhio, che la spesa per l’ ENERGIA, della quale noi tutti tanto ci preoccupiamo, rappresenta solo una parte abbastanza limitata della bolletta.
Inoltre scompare lo “specchietto” (era in terza facciata della vecchia Bolletta, normalmente) dei consumi degli ultimi dodici mesi con il dettaglio per fascia oraria (F1 – F2 – F3) che era presente in ogni Bolletta e utilissimo per avere sott’occhio l’andamento dei consumi stessi. Ora, come si legge nell’opuscolo in allegato alla Bolletta ( vedere sulla terza facciata opuscolo) tale “specchietto” verrà inviato “UNA SOLA VOLTA ALL’ANNO“ cioè solo dopo che l’Utente, magari non attentissimo, avrà “bucato” alla grande i suoi consumi.
ATTENDO SPERANZOSO VOSTRE VALUTAZIONI CHE MI POSSANO SMENTIRE E FARMI SENTIRE PIU’ FIDUCIOSO SUL NUOVO “CORSO”DELLE BOLLETTE.
P.S. Per fare in modo che più frequentatori del Sito possano prendere visione di questo intervento lo inserisco su più “strisce” del Sito (quelle più frequentate). Semprechè il Moderatore lo ritenga accettabile e utile.
Ciao a tutti
Ho sott’occhio proprio ora la prima NUOVA BOLLETTA ENEL (fornitore ENEL s.m.t.) per una disgraziatissima Utenza. L’Utenza ha un impianto FV da 7,92 kWp e il Contatore da 6 kW TRIFASE tariffa D3 – Bioraria(che è la minima “taglia” di Contatore/Contratto ammessa da ENEL per il FV superiore a 6kWp e che deve essere obbligatoriamente TRIFASE).
Fatta questa premessa tecnica, va aggiunto che la casa, residenza regolare(prima casa) di una certa persona, risulta disabitata da qualche anno e non si può pensare di affittarla a chicchessia .
Il consumo di Energia Elettrica presa dalla Rete , in questa situazione, nel corso di ogni anno, è pressochè costante e di circa 280 kWh/anno. Il consumo è dovuto sostanzialmente all’mpianto di riscaldamento (servizi elettrici della caldaia a gas) che funziona,al minimo necessario di sicurezza, per 4 mesi invernali (Nov – Dic – Gen – Feb) + i consumi di Stand-By dell’ Inverter durante le ore di non produzione del FV .
Per questi motivi, in questa inconsueta situazione, nei Periodi di Fatturazione Invernali il costo medio del kWh è altissimo a causa della enorme incidenza dei “COSTI FISSI IN BOLLETTA”.
Concretamente il costo era di 0,53/ 0,54 €/kwh e, per le Bollette Bimestrali che erano di circa 92 kWh, l’importo era di 92 x 0,535 = 48/49 € . A questo fatto ineluttabile ci si era abituati……
Ora, con la prima “NUOVA MERAVIGLIOSA BOLLETTA” del 2016 , per il Bimestre GENNAIO/FEBBRAIO, per i soliti 92 kWh/bimestre, il nuovo importo da pagare è diventato 77 € equivalente a 77/92 = 0,8369 €/kwh .
L’ aumento percentuale risulta : ( ( 77 / 48,5 ) – 1 ) x 100 = 58,7 % !!!!!!!!!!
Questo “CASO LIMITE” certamente poco frequente, ma sicuramente non unico, non promette nulla di buono anche per i casi più “NORMALI E DIFFUSI” con consumi da 2000/3500 kWh/anno e Contatore Monofase “minimo” da 3 kWh tariffa D2-Bioraria.
Tutti i frequentatori del Sito sono invitati a fornire i loro dati e le loro considerazioni sulla NUOVA ERA DELLE BOLLETTE ELETTRICHE in modo da riuscire a capirci qualcosa (ma temo sarà una nuova “ Mission Impossible” ……..prossimamente su questo schermo) .
Ciao a tutti.
Sono riuscito a comporre il mio piccolo “Mosaico Nuove Bollette” che può dare una idea della situazione che si è concretizzata, ma solo parzialmente per questo 2016, e che evolverà(con altro aumento similare, dicono….) nel 2017 per consolidarsi con un ultimo aumento(dicono…. di minore entità) nel 2018.
I valori del kWh sono dati 2015/2016 per ogni singolo Utente.
Nuove Bollette “ENEL” ( Servizio di Maggior Tutela)—- Bimestre gen./feb. 2016
Contatore 3 kW—Utenza Domestica D2—-Tariffazione Bioraria( F1 ; F23 )
Utente 1 : Cons. 420 kWh/a— 0,25067/0,42580 €/kWh— +69,9 %
Utente 2 : Cons. 1100 kWh/a— 0,19390/0,22830 €/kWh— +17,7 %
Utente 3 : Cons. 3100 kWh/a— 0,18906/0,22891 €/kWh— +21,1 %
Utente 4 : Cons. 3400 kWh/a— 0,20250/0,24609 €/kWh— +21,5 %
Utente 5 : Cons. 3800 kWh/a— 0,20240/0,24612 €/kWh— +21,6 %
Per un altro Utente con Contatore 3 kW (in 2° Casa)
Utenza Domestica D3 (obbligatoria)— Tariffazione Bioraria ( F1 ; F23 )
Consumi sempre ZERO sia 2015 che 2016.
Costi al BIMESTRE (addebitati per il solo Contatore+10 % IVA)
— 17,20/43,05— +150,3 %
Dicono che lo SCONQUASSO sia dovuto alle solite Regole Europee.
Però CHE FANTASIA !!!!! . E per fortuna che ci avevano SUPER INFORMATI che i costi dell’ Energia Elettrica erano in calo (Bontà Loro) .
Chiedo scusa
forse non ho capito io il significato di “durata dell’impianto”
ma in definitiva dopo 25 anni ed un calo presunto del rendimento dei pannelli
del 20-25 % dovrei buttarli ?
se si perche visto che comunque continuano a produrre energia gratis ?
grazie
ps sito eccellente !!
In genere nei piani di rientro considerano questo periodo di 20-25 anni (che include la sostituzione inverter dopo circa 10 anni). Finchè tutto funziona a dovere nulla ci vieta di mantenere l’impianto in funzione, anche se produce poco. Dopo 20 anni sicuramente sarai già rientrato dall’investimento e quel che produce in più è tutto riguadagnato.
Quando il secondo inverter (già sostituito dopo i primi 10 anni) smetterà di funzionare a dovere, la spesa per cambiarlo rischierebbe di essere antieconomica se l’impianto non produce a sufficienza. Stessa cosa per altri eventuali interventi di manutenzione.
BASTA AGGIUNGERE DUE NUOVI PANNELLI PER AVERE LA STESSA PRODUZIONE INIZIALE
Ciao Mandarelli Dino
La tua risposta, a prima vista, sembra arguta quanto la nota storiella dell’Uovo di Colombo.
Io avrei qualche dubbio sia amministrativo che tecnico.
AMMINISTRATIVO :
—-Ogni Impianto FV risulta registrato con il preciso numero di pannelli montati e dunque, salvo commettere un illecito sanzionabile, per ora non risulta ammessa nessuna aggiunta di pannelli per nessun motivo. Anche la semplice sostituzione di qualche pannello danneggiato, mi sembra che richieda una qualche pratica quantomeno “dichiarativa” probabilmente presso il GSE.
Magari qualche frequentatore del Sito, o qualche Installatore, potrebbe chiarire questo aspetto del problema, se il problema esiste ?
TECNICO :
1—- Quando dici “due pannelli” faresti bene a dire anche a quale “taglia di Impianto” ti riferisci. Magari tu dici “due” nel senso di “pochi”.
Comunque, per stare al tuo suggerimento, per un Inpianto da 3,0 kWp (12 pannelli da 250 Wp) decaduto del 20 % ci vorrebbero (3000 W x 0,2) / 250W = 2, 4 pannelli (diciamo pure i tuoi 2).
2— A questo punto, però, bisogna considerare che i 12 pannelli originali “stanchi” (chi più chi meno), che generalmente sono uniti in una unica “stringa”, fanno da tappo ai 2 pannelli nuovi aggiunti “incodati” che, presumibilmente, potranno fornire un apporto ridotto anch’esso del 20%.
Questo problema è già normalmente presente anche negli Impianti nuovi dove i Pannelli devono avere caratteristiche molto simili tra loro. Infatti la produttività di ogni “stringa di pannelli” dipende sostanzialmente dalle caratteristiche del Pannello meno Performante tra tutti quelli che compongono la stringa stessa.
Lo stesso problema si genera anche con le ombre o con le foglie d’albero appiccicate anche su un solo pannello della stringa.
CONCLUSIONE :
Fatte le precisazioni di più sopra è chiaro che, volendolo proprio fare, si potrebbe anche fare come dici tu !!
Rimane da valutare se ne vale la pena sapendo come stanno veramente le cose.
Volevo fare due calcoli spannometrici. Sono veramente spannometrici….giusto per capire se sono sulla strada giusta. Io spendo circa 50€/mese per la corrente. Un impianto 3/4kw con accumulatore mi costerebbe 12k…se dovessi fare un finanziamento in 10 anni, sono 100€/mese. Con le detrazioni recupererei 6k in 10 anni che al mese diventerebbero 50€. Quindi alla fine, se con il fotovoltaico riuscissi ad azzerare i costi della bolletta, andrei a spendere per 10 anni esattamente la stessa cifra che ora pago in bolletta (50€/mese). Tra 10 anni ho finito di pagare i pannelli (ed è terminato il recupero del 50%)…. Ora avrei un risparmio di 50€/mese per i prossimi 10 anni (considerando il ciclo di vita del fotovoltaico a 20 anni)… quindi avrei un risparmio di 6000€.
Ora, se i miei calcoli fossero corretti e non ci fossero variabili (i pannelli non si rompono, il costo della corrente non cambia ecc…..) allora avrei questo bel risparmio di 6k €. Quello che mi vien da dire è che se non ci fossero stati gli incentivi statali che mi hanno ridato indietro 6000€….praticamente il fotovoltaico non avrebbe nessun vantaggio!!! In altre parole, il fotovoltaico costa esattamente quanto la corrente elettrica ….nessun risparmio!!!! L’unico risparmio è il recupero del 50% dallo stato!!! Siete d’accordo con me o ho sottovalutato qualcosa?
Solo una cosa: bisogna considerare non solo i costi delle batterie, ma anche (soprattutto) il giusto dimensionamento.
Facendo sempre i “conti della serva”, i 12 mila euro ipotizzati includono un accumulo da circa 6-7 mila euro. Se ipotizziamo un costo accumulo litio di circa 600 euro per kwh, vorrebbe dire un accumulo di circa 10-12 kWh che, per una famiglia che consuma 50 euro/mese in bolletta, è fin troppo sovradimensionato.
Una famiglia “media” (come è la tua) consuma in media 9 kWh/giorno. Ipotizzando che 3 vanno in autoconsumo e 6 in accumulo, il costo per l’accumulo dovrebbe essere intorno ai 3.000 euro (e non ai 6-7 mila ipotizzati nel tuo conteggio). In questo caso i conti andrebbero più verso la convenienza economica. In questo caso ipotizzerei un costo totale impianto + accumulo (da 6 kWh) di circa 9 mila euro.
In altre parole, secondo me, l’accumulo al litio deve costare non più di 500-600 euro/kwh per essere conveniente e deve essere dimensionato in maniera corretta (e l’impianto deve sfruttare anche lo scambio sul posto per compensare la variazioni stagionali di produzione).
Alessandro mi rendo conto che i miei calcoli sono troppo aleatori e bisogna avere una conoscenza più approfondita della materia. A questo punto mi chiedo se tu faccia questo di lavoro e nel caso se potessi darmi una consulenza più precisa in base a dati/documenti che posso fornirti….. al momento mi sono trasferito in un nuovo appartamento e tra l’acquisto di un piano ad induzione, una lavasciuga e una nuova arrivata in famiglia credo che andremo a spendere molto più dei 50€ che avevo stimato in base a bollette precedenti…
Ciao Luca, purtroppo non faccio consulenze, cerco solo di far girare/condividere informazioni utili attraverso il sito. Ci vorrebbe una consulenza più approfondita che solo un installatore potrà fare. Potresti chiedere maggiori info/preventivi compilando il modulo nella sezione preventivi. In bocca al lupo.
Salve. Ho un impianto fotovoltaico da 3KW collaudato a Settembre del 2010 e in funzione, praticamente, da allora. L’impianto si trova sul mio terrazzo, su una casa di mia proprietà, nella provincia di Napoli. Sono passati più di 10 anni per l’inverter (SolarMax 3000S) e ci avviamo verso i 20 per quanto riguarda i 10 pannelli (DelSolar D6P230A3E). Il collaudatore, una società specializzata, mi ha garantito, da contratto, manutenzione gratuita per i primi 5 anni, in cui, praticamente, non ha fatto nulla. Personalmente, mi sono limitato a pulire i pannelli nel periodo primaverile/estivo. Premesso che il collaudatore ha stipulato il contratto con il GSE e tutt’ora ricevo gli incentivi che, conti alla mano, insieme al risparmio energetico sulle bollette, mi ha portato in pari con le spese, “scopro” solo adesso e dal dettagliatissimo articolo che l’inverter DOVEVA essere già sostituito. Ovviamente le mie stime e i miei calcoli sul risparmio bollette e gli incentivi ricevuti “cozzano” con aumenti costo energia e via discorrendo che non mi permettono di fare paragoni reali sugli stessi periodi di riferimento. Per capirci, non posso verificare veramente, per esempio, se a Luglio del 2013 l’inverter funzionava meglio di Luglio 2016. A parte chiamare il collaudatore per la verifica – che sicuramente verterà nella sostituzione, a questo punto – si può avere un’idea di massima per capire quanto veramente spendere? Il link ai preventivi che mettette a disposizione è utilissimo, ma prima di “scatenare” i papabili collaudatori con le loro offerte, si possono avere preventivi e costi di massima per sostituzione dell’inverter ed eventuali interventi migliorativi per l’efficienza e l’accumulo dell’energia? Grazie. Francesco
Buongiorno, ho un quesito da porvi, ho acquistato un appartamento nuovo nel 2018 .La palazzina è stata ultimata stesso anno con predisposizione e installazione già compresa di impianto fotovoltaico. Ora ad aprile 2020 abbiamo allacciato l’Enel ai nostri rispettivi appartamenti in quanto prima abbiamo utilizzato luce di cantiere. Ma alla richiesta di attivazione dei fatidici pannelli solari tanto esaltati dal venditore/costruttore ci siamo ritrovati ad avere gli inverter scaduti nel 2019 e dovremmo pagare una cifra più alta rispetto a quella preventivata. Ma è possibile che siano già scaduti? È stato disonesto il costruttore o l’amministratore ci vuole fregare? Sinceramente non capisco come possano essere già scaduti gli inverter quando il tetto è stato completato nel 2017. Grazie aspetto vostri suggerimenti.Maria Rosa
Ciao Maria Rosa
L’ENEL non si interessa minimamente a qualsiasi Inverter e men che meno della loro “scadenza” che non esiste.
Forse ti sei espressa in modo sbagliato oppure hai male interpretato quanto ti è stato detto o scritto.
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Quando i lavori di installazione del FV sono COMPLETAMENTE ULTIMATI (non prima) lo si deve segnalare a ENEL in modo che la situazione possa venire presa da Loro in considerazione e consentire a Loro di fare la valutazione di AMMISSIBILITA’ DELLA RICHIESTA.
Di norma non vi sono PROBLEMI DI AMMISSIBILITA’ da parte di ENEL che comunque provvede a fare delle Valutazioni Tecniche, rispetto a eventuali lavori NORMALI o EXTRA sulla loro Linea, che verranno richiesti per rendere possibile il successivo Allaccio FV .
ENEL, per queste valutazioni (spesa di allaccio), si attiene a quanto stabilito da una specifica NORMATIVA conosciuta con l’acronimo “TICA” (Testo Integrato Connessioni Attive).
Fatta la su valutazione ENEL emette una PROPOSTA DI COSTO DI ALLACCIO che ha una VALIDITA’ TEMPORANEA LIMITATA (vado a memoria : un mese e mezzo o due mesi).
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Dal tuo racconto di come sono andate le cose si può presumere che la PROPOSTA DI COSTO DI ALLACCIO, emessa a suo tempo da ENEL (per la precisione da ENEL-DISTRIBUZIONE), sia ampiamente scaduta e dunque bisogna rifare una nuova RICHIESTA che comporterà il doversi sobbarcare quelli che saranno i NUOVI COSTI ATTUALI.
Buonasera. Un impianto fotovoltaico inutilizzato per 10 anni dalla sua realizzazione, senza alcuna manutenzione, si deteriora allo stesso modo di un impianto in funzione?