Il fabbisogno energetico europeo entro il 2050 può raggiungere l’ obiettivo 100% rinnovabili. Ecco cosa afferma il report del WWF “Re-energising Europe – Putting the EU on track for 100% renewable energy“. Obiettivo ambizioso? Forse, ma il wwf mostra come, sommando risparmio energetico e fonti rinnovabili, possa essere un obiettivo raggiungibile, oltre che auspicabile per il benessere di tutti.
Parlando di fonti rinnovabili si parla essenzialmente di tre cose: fonti rinnovabili nei trasporti, fonti rinnovabili per i fabbisogni termici e fonti rinnovabili per la produzione di corrente elettrica. Questi tre ambiti di applicazione sono provenienti principalmente da 5 risorse naturali:
- il vento (eolico)
- il sole (fotovoltaico e solare termico)
- l’acqua (idro-elettrico)
- la terra (geotermico)
- le biomasse, il biogas ed i bioliquidi
L’Europa ha un notevole potenziale energetico, “spontaneo” direi, non sfruttato, potenziale che potrebbe essere utilizzato per produrre energia elettrica e termica in maniera economica, senza trivelle, senza condotti e senza importazioni di materie prime espropriate al territorio.
Ovviamente il primo ingrediente per la “ricetta wwf” è anche quello più ambizioso: la volontà politica. Volontà politica condizionata da lobby ed equilibri di antiche tradizioni.
Dunque, investimenti e strategie europee per il risparmio energetico e per le fonti rinnovabili possono liberare il potenziale per un’immensa disponibilità di energia economica, sicura e pulita, utilizzando le fonti presenti sul territorio, risorse rinnovabili, ed i relativi sistemi di accumulo per massimizzare la loro efficacia. Si tratta di un’energia a Km zero.
Per fare tutto ciò abbiamo però bisogno di una strategia politica chiara ed ambiziosa, strategia politica in grado di mettere in moto un ciclo di investimenti che possano invertire la rotta sul medio periodo.
Una strategia in grado di produrre dei numeri.
Ecco i numeri: secondo uno studio di Ecofys pubblicato nel 2012, “Renewable energy: a 2030 scenario for the EU”, l’Unione Europea entro il 2030 può:
- ottenere un risparmio energetico di almeno il 38%
- produrre da fonti rinnovabili più del 40% del fabbisogno energetico
- ottenere, da entrambi questi risultati, un taglio delle emissioni di gas serra pari al 50% rispetto alle emissioni del 1990.
Secondo lo studio, se al 2030 si riuscissero ad ottenere questi numeri in termini di risparmio energetico e fonti rinnovabili, al massimo al 2050 si raggiungerebbe l’obiettivo 100% rinnovabili del fabbisogno energetico europeo.
Questi obiettivi sono un poco più ambiziosi di quelli espressi nella roadmap energetica europea al 2050, in cui si dichiara il taglio delle emissioni di gas serra al 2050 del 80-95% per una graduale transizione verso una economia europea “low-carbon”.
Col raggiungimento di questi obiettivi entro metà secolo l’Europa può arrivare ad una produzione totalmente da fonti rinnovabili riducendo nel contempo le spese di importazione di energia, o di materie prime energetiche, dall’estero. Parlando di fabbisogno energetico, infatti, attualmente l’Europa dipende dalle importazioni per il 54%. La sola Italia dipende invece per l’81% dall’estero. Sfruttando le fonti rinnovabili, che come detto producono energia a Km zero, l’Europa può tagliare la bolletta energetica dall’estero di ben 573 miliardi di euro l’anno.
Un risparmio economico che, mentre alleggerisce la bilancia dei pagamenti energetici nazionali (cioè le casse dello stato e le nostre tasche), è in grado di creare nuova occupazione. Gli interventi per il raggiungimento degli obiettivi energetici, secondo alcune stime, potrebbero portare alla creazione di 5-6 milioni di posti di lavoro in più: se tagliare le emissioni del 20% al 2020, secondo stime europee, porta a 5 milioni di nuovi posti di lavoro, tagliare le emissioni del 30% al 2020 creerebbe un ulteriore milione di nuovi occupati. Un incommensurabile beneficio in quest’epoca di crisi.
“Tecnologie energetiche pulite, fotovoltaico, fonti rinnovabili: queste le leve per uno sviluppo sostenibile e consapevole. Il giornalismo ambientale e le nuove tecnologie sono ottimi strumenti di condivisione per tracciare nuove strade”
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