In generale il fotovoltaico permette a livello sociale almeno due tipi di vantaggi: risparmio per i cittadini e occupazione sul territorio. Sia sul primo che sul secondo aspetto abbiamo già dedicato diversi articoli. Già solo per questi due buoni motivi la collettività, lo Stato, “ha da ricavare” dalla diffusione e dalla incentivazione del fotovoltaico.
Il fotovoltaico produce ancora oggi, con l’avvio del quinto conto energia, un sensibile risparmio per i cittadini sulle spese energetiche e nuove opportunità occupazionali per il territorio, anche e soprattutto in vista di una ulteriore diminuzione dei prezzi di installazione “chiavi in mano” del fotovoltaico ed in vista di un ulteriore rincaro delle bollette elettriche.
Cosa ricavo da un impianto fotovoltaico?
Nello specifico, ogni famiglia, pensando ad un impianto domestico “tipo” di 3 Kwp di potenza, può ricavare sensibili risparmi e veri e propri guadagni attraverso l’installazione di un impianto fotovoltaico.
Una spesa iniziale che non supera i 9.000 euro, tanto è oggi il costo medio di un piccolo impianto fotovoltaico domestico. Questa spesa permette ad una famiglia di rientrare dall’investimento in 6-7 anni, sfruttando il conto energia e guadagnando dai 1.000 ai 1.500 euro l’anno. Queste sono le cifre medie di una tipica analisi dei costi-benefici di un piccolo impianto fotovoltaico domestico. Un impianto di 3 Kwp di potenza, dal costo di circa 9.000 euro permette infatti anche nel nord italia, ma molto di più nel sud italia, di produrre l’energia sufficiente al fabbisogno medio di una famiglia-tipo.
25 metri quadrati per 3.300 Kwh/anno di energia pulita
Qualche numero per le “menti matematiche”.
La produzione energetica di un impianto fotovoltaico è di circa 1.100 Kwh l’anno per Kw installato nel nord Italia ed arriva ai 1.500 Kwh per Kw installato nel sud Italia.
Una famiglia “standard” consuma in media circa 8-10 Kwh di energia al giorno, arrivando ad un consumo di circa 3.000 Kwh l’anno.
Un impianto da 3 Kwp, occupando una spazio di 25-30 metri quadrati su classico tetto a falda, se ben esposto arriva a produrre minimo 3.000-3.300 Kwh l’anno.
Se tutta questa quantità di energia venisse consumata dalla famiglia al momento stesso della produzione, la sua bolletta energetica sarebbe completamente azzerata per quasi vent’anni (“quasi” è dato dal fatto che la produttività dei moduli fotovoltaici diminuisce di circa l’1% l’anno e per questo, dopo i primi 20 anni, si avrebbero cali di prestazione intorno al 20%).
La soluzione del conto energia al problema del consumo differito rispetto alla produzione è l’immissione “retribuita” dell’energia in rete. L’energia che non viene autoconsumata al momento della produzione, viene ceduta alla rete elettrica e per ogni Kwh di energia immessa in rete viene riconosciuta una tariffa incentivante di circa 20 centesimi di euro (questo fino a febbraio 2013). Questa è la cosiddetta tariffa omnicomprensiva.
Non è tutto: a questa retribuzione dell’energia immessa in rete viene affiancata una retribuzione “premio” per l’energia autoconsumata al momento della produzione. Questa è di circa 12 centesimi per Kwh autoconsumato e rappresenta una sorta di “premio” per chi usa direttamente l’energia auto-prodotta, bypassando la rete ed evitando l’aggravio della rete elettrica con immissioni discontinue ed altalenanti. Questa è la “tariffa autoconsumo”.
Come aumento il ricavo da un impianto fotovoltaico?
Il ricavo dipende molto, ma non solo, dal tipo di consumo elettrico.
Un consumo effettuato per lo più nei momenti di produzione dell’impianto fotovoltaico permette sensibili risparmi in bolletta e maggiori introiti derivanti dalla tariffa autoconsumo. A conti fatti, per gli impianti abbastanza sovrastimati rispetto ai propri consumi, si arriva sul medio periodo all’ azzeramento della bolletta elettrica. Azzeramento nel senso che si paga per l’energia prelevata quando l’impianto non produce e si ricevono i compensi, gli incentivi, per l’energia immessa in rete e per quella autoconsumata. Tra i guadagni viene annoverato anche il risparmio derivante dall’autoconsumo (in sostanza: “la riduzione” dell’acquisto di energia dal proprio fornitore elettrico).
L’ autoconsumo istantaneo è infatti il tipo di consumo maggiormente incentivato con il nuovo regime incentivante: da un lato infatti permette di evitare l’acquisto di energia dalla rete (che è un acquisto decisamente oneroso) e dall’altro permette di ricevere maggiori incentivi attraverso la “tariffa autoconsumo”.
“Tecnologie energetiche pulite, fotovoltaico, fonti rinnovabili: queste le leve per uno sviluppo sostenibile e consapevole. Il giornalismo ambientale e le nuove tecnologie sono ottimi strumenti di condivisione per tracciare nuove strade”
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