Tra i limiti spesso decantati dai sostenitori delle fonti fossili e del nucleare vi è, oltre alla superata questione dei costi, la questione della discontinuità della produzione energetica operata dalle fonti rinnovabili.
Sui costi abbiamo già scritto in diversi post.
Batterie per le rinnovabili: a cosa servono?
Un impianto fotovoltaico, o un impianto eolico, garantirebbero energia in maniera discontinua, incostante e soprattutto non pienamente prevedibile, creando dei flussi discontinui e picchi di energia in ingresso nella rete elettrica in particolari fasce orarie (prevedibili) o in particolari condizioni esterne (non ben prevedibili).
Questo può comportare potenzialmente (anzi di fatto già comporta) non pochi problemi al gestore della rete che deve trovare il modo di stabilizzare i flussi in ingresso nella rete elettrica nazionale e mantenere al contempo la sicurezza dell’ approvvigionamento.
Per questi ed altri motivi stanno prendendo piede sul mercato le soluzioni in grado di eliminare l’impatto di queste problematiche: le batterie, i sistemi di accumulo, in grado di accumulare e conservare l’energia elettrica prodotta per autoconsumarla al momento del bisogno (e questa è la cosa più importante), o per immetterla in rete in maniera regolare nei momenti di maggiore richiesta.
Da questo punto di vista c’è da dire che il fotovoltaico ha già di per sè un forte vantaggio: quello di produrre energia nelle ore diurne, ovvero nelle ore di attività, ore di maggiore richiesta energetica.
Batterie per le rinnovabili: il nuovo mercato
Il mondo dell’energia elettrica, come il mercato dell’energia elettrica, sta cambiando. Si sta passando da un grande monopolio/oligopolio detentore di grosse centrali elettriche inquinanti ad una graduale liberalizzazione del mercato energetico (ormai da 10 anni) accompagnata da un progressivo aumento delle fonti rinnovabili e della generazione energetica distribuita.
La generazione distribuita da fonti rinnovabili può apportare enormi miglioramenti a livello nazionale nella gestione dell’energia, sull’ambiente e sui costi energetici. E’ un enorme potenziale, ma bisogna gestirla al meglio per farla interconnettere in maniera ottimale con l’attuale rete elettrica nazionale.
Per intenderci: la non programmabilità degli impianti fotovoltaici ed eolici allacciati in bassa e media tensione e la loro distribuzione capillare sul territorio danno un nuovo ruolo all’utente elettrico: da esclusivo fruitore passivo diventa un produttore attivo di energia. La rete elettrica deve essere in grado di far fronte a questi cambiamenti accogliendo per quanto possibile i flussi in immissione e “fronteggiando” i picchi giornalieri o stagionali che questi comportano.
La rete elettrica, nata da altre basi produttive, riesce ad adattarsi per far fronte a questi cambiamenti, ma fino a un certo punto.
Per questo il bisogno di utilizzare i sistemi di accumulo, le batterie, è sempre più impellente. I sistemi di accumulo dell’energia permettono di autoconsumare, anche in maniera dilazionata nel tempo, tutta l’energia prodotta dal proprio impianto senza aggravare la rete elettrica. Nel caso di immissione permettono inoltre di stabilizzare gli eventuali flussi di corrente in entrata nella rete. Permettono inoltre di “aprire e chiudere” i rubinetti in base alla richiesta energetica esterna.
Ecco perchè il mercato delle batterie per le energie rinnovabili è il mercato del futuro (prossimo).
Ecco perchè stiamo assistendo ad una rapida evoluzione tecnologica dei sistemi di accumulo elettrochimico di energia. Perchè sono dei facilitatori essenziali per l’integrazione in rete delle fonti rinnovabili.
Nello specifico, le batterie che attualmente meglio rispondono a queste necessità “di rete” nella produzione da rinnovabili sono le batterie a base di litio e a base di sodio.
A livello delle singole utenze, peraltro, il vero vantaggio derivante dall’utilizzo delle batterie sta nella possibilità di autoconsumare il più possibile, anche tutta, l’energia prodotta dal proprio impianto. L’autoconsumo è infatti l’elemento di maggior risparmio in quanto evita l’acquisto di energia dalla rete elettrica.
Con il risparmio derivante dall’autoconsumo si può peraltro rientrare in tempi accettabili dai costi sostenuti per l’acquisto delle batterie.
La questione aperta rimane per ora, nonostante tutto, quella dei costi di mercato, ma si prevede che la produzione su larga scala dei sistemi di accumulo porterà, nel giro di poco, ad un repentino abbassamento dei prezzi di mercato, così come è stato per i moduli fotovoltaici.
Anche la ricerca nel campo sta avendo notevoli sviluppi e si prevede di riuscire ad aumentare l’efficienza di accumulo diminuendo il costo per Kwh stoccato.
“Tecnologie energetiche pulite, fotovoltaico, fonti rinnovabili: queste le leve per uno sviluppo sostenibile e consapevole. Il giornalismo ambientale e le nuove tecnologie sono ottimi strumenti di condivisione per tracciare nuove strade”
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