AGGIORNAMENTO 03/03/2011: Nuovo decreto rinnovabili approvato in Consiglio dei Ministri
In questo post avevamo visto e criticato con forza alcuni punti che la Bozza di decreto sulle rinnovabili conterrebbe. La bozza di decreto, presentata il primo marzo in pre-consiglio dei ministri per un’ulteriore discussione, verrà presentata il 3 marzo in Consiglio dei Ministri.
Dopo gli allarmi e le forti preoccupazioni sorte da parte di tutti gli operatori del settore, che prontamente hanno cominciato a mobilitarsi, oggi il ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo ha rassicurato il popolo (e i lavoratori) delle rinnovabili affermando che non sarà attuato nessuno stop definitivo agli incentivi al fotovoltaico. La bozza del Decreto ha raccolto dure critiche dalle imprese e dalle associazioni di settore ed ha creato un crescente fervore in rete creando in breve tempo una diffusa mobilitazione.
Il ministro ha inoltre affermato, seppur la bozza di decreto in discussione contiene ad oggi non pochi elementi di criticità, che il testo definitivo non conterrà alcun tetto massimo per la produzione incentivata da fotovoltaico: “sono ancora in corso gli incontri tra i tecnici del ministero dell’Economia e quelli dell’Ambiente per arrivare ad un testo condiviso. Quanto ho letto sulla stampa supera le reali intenzioni del ministro Romani e del Governo”.
Il settore delle fonti energetiche rinnovabili, ed in particolare del solare fotovoltaico, è un settore seppur giovane, in forte crescita, ha creato e sta creando posti di lavoro e ingenti programmi di investimento, anche internazionali. Bloccare “per decreto” questo imponente sviluppo, addirittura prospettandosi la possibilità di attuare norme retroattive (es. per l’eolico), avrebbe come effetto fin da subito di paralizzare gli investimenti. Chi finanzierebbe progetti senza l’assoluta certezza di stabilità e coerenza normativa nel tempo? Quale finanziatore investirebbe in progetti di grandi impianti o centrali senza l’assoluta certezza sui piani di rientro?
Il settore fotovoltaico ha di certo bisogno di una migliore e più adeguata regolazione, perchè, così per come è oggi, ha rischiato e rischia di avvantaggiare solo i “mega speculatori energivori” ed i mega investitori esteri.
Bisogna, sì, contrastare le grosse speculazioni e diminuire i “costi per la collettività”.
Non eliminando “di botto” gli incentivi, o inserendo addirittura norme retroattive, ma cercando di incentivare maggiormente (in proporzione) la costruzione dei piccoli impianti domestici e “aziendali” realizzati su edifici, a discapito degli incentivi sui mega impianti.
Questo tipo di “greenpolicy” andrebbe a creare, così, Non la fine della speculazione insieme alla morte dell’intero settore, Ma la fine della speculazione attraverso uno sviluppo sano, non distorto, del settore per mezzo di una micro- generazione diffusa di energie pulite. Micro-generazione, e incentivi, che passano ai piccoli investitori, ai lavoratori, alle famiglie, agli enti. In questo modo il fotovoltaico passerebbe da essere un “costo per la collettività” ad essere una “risorsa” economica e ambientale per la collettività tutta.
“Tecnologie energetiche pulite, fotovoltaico, fonti rinnovabili: queste le leve per uno sviluppo sostenibile e consapevole. Il giornalismo ambientale e le nuove tecnologie sono ottimi strumenti di condivisione per tracciare nuove strade”
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