In questo articolo proponiamo un altro esempio di buone pratiche energetiche, una “buona prassi” che va al di là del territorio nazionale: siamo in Svizzera, per la precisione in località Luthern nel cantone di Lucerna.
Si tratta di un grande impianto fotovoltaico su edificio industriale: 900 Kwp di potenza per la produzione di circa 6 mila Kilowattora di energia pulita al giorno.
Il mega impianto fotovoltaico è stato installato sui tetti degli stabilimenti produttivi e di stoccaggio dell’azienda Sägewerke Christen AG, oggi la prima segheria in territorio svizzero energeticamente autosufficiente e ad emissioni zero. L’installazione di un impianto fotovoltaico integrato sui tetti degli stabilimenti permette infatti l’ autoproduzione , e l’autoconsumo, dell’energia necessaria al suo funzionamento, creando addirittura un surplus di energia elettrica da immettere in rete al servizio della abitazioni circostanti.
L’ installazione dell’impianto fotovoltaico industriale su tetto è stata realizzata sul progetto della SunTechnics Fabrisolar AG con sede a Küsnacht.
I materiali invece sono stati forniti dalla Trina Solar, produttore integrato di moduli fotovoltaici dai lingotti di silicio ai wafer fino alle celle fotovoltaiche ed ai moduli.
Qualche informazione tecnica.
L’impianto, della dimensione di 6.000 mq, è costituito da 3.576 pannelli fotovoltaici policristallini (modello PC05A Honey) da 260 Wp ognuno.
I moduli fotovoltaici sono completamente integrati nel tetto dello stabilimento e sono collegati tra loro in modo impermeabile grazie a lastre di alluminio preassemblate, in grado di fornire un’efficace protezione climatica agli edifici. Questo in Italia, ricordiamo, è uno dei requisiti necessari al fine di classificare una installazione su tetto “integrata architettonicamente”.
Durante il mese di luglio l’ impianto fotovoltaico ha prodotto non solo l’energia necessaria al funzionamento della segheria stessa, ma anche quella necessaria al soddisfacimento del fabbisogno energetico elettrico di 300 abitazioni private.
La produzione totale si stima intorno ai 900.000 kWh/anno e grazie e questo impianto fotovoltaico (e ad altri due pre-esistenti alimentati a legna), la segheria diminuisce le emissioni di CO2 di 3.000 tonnellate l’anno.
Come detto, il progetto di Lucerna è stato sviluppato dalla SunTechnics Fabrisolar AG con sede a Küsnacht in collaborazione con Trina Solar che ha fornito i moduli di qualità con un’elevato grado di efficienza (pannelli fotovoltaici policristallini modello PC05A Honey).
A tal proposito, afferma il rappresentante di Trina Solar,
“il mercato svizzero necessita di requisiti particolari. Oltre ad un’elevata potenza in uscita dei moduli, sono richieste caratteristiche specifiche come il massimo delle prestazioni in condizioni di luce scarsa e la resistenza ad alti carichi di neve. I prodotti di Trina Solar si differenziano nettamente quando si tratta di soddisfare queste tipologie di requisiti.
Durante i test di carico neve, Trina Solar ha sottoposto i suoi prodotti a 10.800Pa di pressione, mentre le norme IEC richiedono solo 2.400 pascal. La particolare struttura della superficie delle celle Honey assicura un assorbimento ottimizzato della luce anche in condizioni di luce diurna scarsa”.
L’investimento sull’impianto permetterà all’azienda di ottenere sensibili risparmi sull’utilizzo di energia elettrica permettendo un rapido ritorno dall’investimento ed un successivo introito netto per l’energia prodotta.
Ricordiamo che anche in Svizzera, come in Italia, gli incentivi al fotovoltaico sono stati rivisti al ribasso la scorsa primavera, proprio per effetto della diminuzione dei prezzi di installazione, fornitura e manutenzione degli impianti. Infatti a partire dal 1 marzo le tariffe incentivanti per il fotovoltaico sono state aggiornate con un’ulteriore riduzione del 10%, che si è aggiunta alla riduzione annua ordinaria dell’8%, già in vigore dal 1 gennaio 2012. Il taglio complessivo è stato quindi del “18%”.
“Tecnologie energetiche pulite, fotovoltaico, fonti rinnovabili: queste le leve per uno sviluppo sostenibile e consapevole. Il giornalismo ambientale e le nuove tecnologie sono ottimi strumenti di condivisione per tracciare nuove strade”
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