I costi dell’energia in futuro tenderanno ad aumentare, ne è la prova, la corsa invasata del prezzo del petrolio. Investire in tecnologie pulite è un buon disegno politico sia per affrontare la crisi e sia per creare energia a costi e chilometri zero. Il fotovoltaico è una risposta per diventare indipendenti dal costo del petrolio.
Non sostenere il fotovoltaico e considerare il petrolio l’unica fonte energetica utilizzabile, è un errore che potrebbe intaccare in futuro l’intera attività produttiva nazionale. Per questo ANIE/GIFI (Associazione di settore delle imprese fotovoltaiche) ha sempre spinto per portare all’attenzione del paese l’utilità del fotovoltaico dimostrando, cifre alla mano, come negli ultimi anni, grazie anche agli incentivi statali del conto energia, questa tecnologia energetica pulita e rinnovabile si è evoluta.
Nello specifico la questione affronta gli investimenti effettuati per lo sviluppo del fotovoltaico in Italia, ma pone l’attenzione anche su alcuni elementi più prettamente economici come la crescita del PIL, l’incremento dei posti di lavoro, l’aumento del gettito fiscale, la diminuzione del consumo giornaliero di energia nelle ore di maggiore richiesta, la riduzione delle emissioni di gasad effetto serra, il raggiungimento degli obiettivi enunciati nel protocollo di Kyoto e l’impatto del fotovoltaico sulle bollette elettriche.
A livello internazionale tutti i ventuno paesi dell’Unione Europea hanno dovuto presentare un Piano d’Azione Nazionale nel quale dichiarare gli obiettivi minimi di sviluppo delle Fonti di Energia Rinnovabile da qui al 2020. L’Italia pur avendo le possibilità e i mezzi per estendere le fonti di energia verde, aveva presentato un PAN abbastanza sottostimato rispetto ai reali obiettivi e potenzialità. Il suo proposito nel 2020 è di toccare gli 8 GW di potenza fotovoltaica installata; valore ampliamente superato nei primi otto mesi del 2011.
Oggi il fotovoltaico è una verità. Il costo del petrolio influenza i prezzi non solo dei carburanti, ma anche di tutte quelle merci che viaggiano su gomma e in Italia sono l’88,3% e allora perché diventare dipendenti dell’oro nero, quando servendosi delle rinnovabili l’Italia potrebbe rilanciare l’economia del paese?
Il fotovoltaico a livello nazionale muove una filiera di oltre 100.000 unità lavorative. Da gennaio ad agosto 2011 il fotovoltaico ha originato il 3% di energia elettrica consumata in Italia. Ha fatto affluire solo nel 2010 alle casse dello stato 4 miliardi di euro, con un incremento del numero delle aziende del 13% dove ne è conseguito un aumento di fatturato del 20%. Nel 2010 il costo del sistema per promuovere il fotovoltaico è stato di 826 milioni di euro, un valore irrisorio se confrontato agli oneri totali pagati dai consumatori in bolletta con la componente A3 (6 miliardi di euro) e se paragonati agli impieghi in tecnologia per oltre 10 miliardi di euro. In parole povere, la spesa aggiuntiva sostenuta dai consumatori in bolletta per favorire lo sviluppo del fotovoltaico ha dato origine a un risultato moltiplicatore, portando favori all’economia pari a dieci volte l’incentivo stanziato.
Con il fotovoltaico e le altre energie rinnovabili è pensabile farsi indipendenti dal petrolio e fare scendere il costo delle bollette energetiche, ma negli ultimi diciotto mesi questo settore è stato colpito da una serie di modifiche sfavorevoli, che hanno avuto come conseguenza conclusioni destabilizzanti, per questo occorre portare alle attenzioni del Governo e delle Regioni progetti migliorativi che possano dare stabilità al mercato e sostenere prospettive di espansione all’industria nazionale.
“Tecnologie energetiche pulite, fotovoltaico, fonti rinnovabili: queste le leve per uno sviluppo sostenibile e consapevole. Il giornalismo ambientale e le nuove tecnologie sono ottimi strumenti di condivisione per tracciare nuove strade”
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