Investire nel solare , oggi conviene ancora? Conviene. Anche senza incentivi, ma ad alcune condizioni: non lo si fa più per puro spirito commerciale o imprenditoriale (produzione–incentivi–vendita), ma per l’utilizzo al servizio diretto di una utenza. Si tratta di pensare a nuove modalità di utilizzo dell’energia prodotta, in altre parole:
- produzione,
- autoconsumo istantaneo,
- autoconsumo “differito” (accumulo in batterie),
- scambio con la rete.
Investire nel solare conviene ancora, dunque, ma, senza gli incentivi, la convenienza economica dipende esclusivamente da quanto si riesce ad utilizzare la “propria” energia per ridurre i costi in bolletta. A seconda di quanto riesco ad autoconsumare col mio impianto, “l’asticella” si sposterà al di sopra o al di sotto della “linea di convenienza” dell’investimento: più autoconsumo in maniera istantanea più riduco il tempo di rientro dall’investimento.
La variabile principale, è fondamentale ricordarlo, rimane sempre il prezzo di realizzazione dei progetti e, se è vero che il prezzo del solare è diminuito mediamente di circa il 10% l’anno, è anche vero che la fine degli incentivi e la perenne instabilità normativa hanno messo a dura prova il settore del fotovoltaico.
Oggi si è arrivati ad una situazione di equilibrio in cui, pur assistendo ad una continua (ormai più lenta) diminuzione dei prezzi, gli investimenti sono meno dipendenti dagli aspetti normativi e da incentivi instabili che hanno causato più complessità e incertezze di mercato che una “sana” crescita del settore. Investire nel solare, oggi, è un “semplice” fattore di tutela per risparmiare in bolletta e per tutelarsi dalle variazioni di prezzo dell’energia.
In ogni caso è fondamentale fare un distinguo tra fotovoltaico industriale-commerciale e fotovoltaico domestico-residenziale.
Chiariamo subito una cosa: quale che sia l’utilizzo finale il solare realizzato principalmente per far fronte ai propri bisogni di consumo conviene ancora, su questo non ci sono dubbi. Conviene, non solo grazie a prezzi ormai molto inferiori rispetto ad un tempo, ma anche grazie alle detrazioni fiscali che scontano, a conti fatti, il costo degli impianti del 50 per cento rispetto al prezzo originario.
Portando in detrazione l’impianto fotovoltaico al 50% (pagandolo a conti fatti la metà) si ottiene ancora oggi una situazione paragonabile a quella degli incentivi. Ma le detrazioni sono riservate agli impianti sotto ai 20 kw, intestati a persone fisiche (soggette all’imposta Irpef), e che sono realizzati al servizio di abitazioni e condomini.
Per approfondimenti sulle detrazioni fiscali al fotovoltaico leggi qui.
Il Politecnico di Milano (dipartimento dell’ Energy&Strategy Group) in merito alla convenienza (o meno) di alcune tipologie di installazione fotovoltaica ogni anno fa le sue ricerche.
Come detto, la detrazione del 50% rende più che sostenibile l’impianto residenziale. L’impianto industriale, che non gode della detrazione 50 per cento, ma del “superammortamento”, beneficia, per sua caratterizzazione, di un’abbondante quota di autoconsumo perchè di giorno si svolge gran parte dell’attività produttiva. Per gli altri tipi di installazioni, quelle puramente commerciali, la certezza di un buon ritorno economico non è più così scontata se non si vende l’energia prodotta direttamente ad un utilizzatore finale.
In linea generale si può contare ancora oggi su tre fattori di convenienza per investire nel solare: gli sgravi fiscali (riservati a famiglie e condomini), l’autoconsumo e lo scambio sul posto, che rimane opzionabile per tutti gli impianti fotovoltaici fino ai 200 kw di potenza.
Investire nel solare da 3 Kw
Per il classico impianto solare domestico da 3 kw si ha ancora oggi, su tutto il territorio nazionale, una convenienza analoga a quella che si aveva con gli incentivi del quinto conto energia. Questo, come detto, principalmente grazie alle detrazioni fiscali del 50% ed agli attuali livelli di prezzo. Qualora gli sgravi scendessero al 36% (come sarebbe previsto dal 1 gennaio 2016) la convenienza del 3 kw, a parità di prezzo, si abbasserebbe soprattutto nel nord italia che ha tassi di rendimento solare inferiori rispetto al sud. Tenendo conto, però, di un tasso di decrescita dei prezzi di circa il 10% l’anno, la differenza di detrazione (dal 50 al 36%) sarebbe in questo caso compensata dalla riduzione dei prezzi (circa 10% l’anno).
Investire nel solare da 20 Kw
Secondo il parere dell’ Energy Strategy Group del Politecnico di Milano la convenienza non è più così scontata, a parità di prezzi, per gli impianti da 20 Kw installati, ad esempio, su condomini che non autoconsumino almeno il 50 per cento della produzione fotovoltaica. In questo caso, secondo il gruppo di ricerca del Politecnico milanese, la convenienza sarebbe ottenibile se l’impianto potesse essere messo a disposizione, oltre che delle utenze comuni condominiali, delle singole abitazioni del condominio. La convenienza si continuerebbe ad avere a patto che lo scambio sul posto continuasse a rimborsare, nel suo meccanismo di compensazione di immissioni e prelievi da rete, gli oneri generali di sistema.
Vincoli normativi pongono limiti per ora insormontabili all’installazione di un impianto fotovoltaico unico condominiale da sfruttare per le singole unità abitative: ad oggi un impianto condominiale può essere usato solo per alimentare le utenze comuni (pompe dell’acqua, riscaldamento, ascensori, luci, ecc…).
Per approfondire tutti gli aspetti del fotovoltaico condominiale leggi qui.
Per approfondimenti sul meccanismo di rimborso della scambio sul posto leggi qui.
Investire nel fotovoltaico da 200 kilowatt
Altro caso è quello della classica realizzazione di un impianto fotovoltaico industriale da 200 Kw. Qui si parla già di impianti di medie dimensioni realizzati al servizio di aziende ed in ogni caso in ambito produttivo-commerciale.
In questi tipi di installazioni ciò che fa la differenza “sull’asticella della convenienza” è proprio la quota di autoconsumo che si riesce ad ottenere. L’impianto solare, per avere una buona remunerazione, deve infatti essere al servizio diretto dell’edificio su cui è installato. Si tratta, in genere, di edifici industriali e produttivi.
Sempre secondo i dati del gruppo di ricerca della Università Politecnica, un impianto da 200 Kw con un’autoconsumo del 50% e scambio sul posto sarebbe già un buon investimento, con gli attuali livelli di prezzo, soprattutto al sud Italia. Per essere realmente conveniente anche nel nord Italia, bisognerebbe aumentare la quota di autoconsumo almeno fino al 70% o, in alternativa, installare a prezzi minori.
Investire in centrali solari da 1 Megawatt di potenza
Nel caso delle centrali solari da un Megawatt di potenza (cioè: 1.000 kw di potenza di picco), centrali realizzate per la “pura” vendita di energia in rete Enel, il livello di convenienza è radicalmente cambiato rispetto al passato, in tempi di incentivi: prima “a pagare” l’investimento erano essenzialmente gli incentivi, oggi senza più incentivi, il prezzo di vendita dell’energia sul mercato elettrico non giustifica ancora il costo d’investimento. Teniamo presente che il prezzo di vendita dell’energia sul mercato elettrico in alcune zone è arrivato più volte ai 4 centesimi per kWh. Questo “infruttuoso” rapporto, specifica il Politecnico, è dovuto al “momento storico” del settore dell’energia: oggi le dinamiche del mercato elettrico vedono prezzi in ribasso e “diseconomie” per tutte le tecnologie di produzione elettrica, compreso il solare fotovoltaico.
Nonostante ciò sono in via di sviluppo alcuni tentativi di realizzare centrali in “grid parity”: la società Cautha, ad esempio, sta provando ad installare due centrali solari da 15 MW in Sicilia, ma per avere buoni ricavi punta su due cose: vendere direttamente l’energia ad alcune grandi aziende energivore della zona e puntare sull’utilizzo di sistemi di accumulo.
Investire nel solare da 1 Megawatt, in definitiva, non conviene più a meno di non riuscire a metterle al servizio di grandi realtà industriali operanti nello stesso sito.
Cosa fare per per garantire investimenti nel solare anche per il futuro?
Per diversi operatori ed associazioni di categoria, per continuare ad investire nel solare bisogna continuare a puntare su pochi chiari obiettivi:
- stabilizzazione della detrazione fiscale al 50%, anzichè continue proroghe;
- estensione della detrazione fiscale anche alle imprese;
- semplificazione delle procedure, anche per i medi impianti;
- attivazione e migliore regolamentazione dei SEU Sistemi Efficienti di Utenza. Leggi qui per vedere cosa sono;
- la possibilità per gli impianti oltre ai 20 kW di accedere ai Certificati bianchi;
- incentivazione, come in Germania, dei sistemi di accumulo con batterie.
Una nota particolare è da fare per i sistemi di accumulo. Oggi si riconosce una particolare importanza all’ Energy Storage perchè, il limite del fotovoltaico non è tanto sulla quantità di produzione ottenibile degli impianti, ma sulla possibilità di utilizzarla in qualsiasi momento. I sistemi di accumulo, avranno nei prossimi anni una funzione determinante nel garantire la sopravvivenza e lo sviluppo dell’intero settore delle rinnovabili perchè sono gli unici strumenti che possono garantire la continuità di approvvigionamento energetico da fonti per definizione intermittenti e discontinue.
Investire nel solare sarà nei prossimi anni sempre più e indissolubilmente legato al settore produttivo dei sistemi di accumulo.
“Tecnologie energetiche pulite, fotovoltaico, fonti rinnovabili: queste le leve per uno sviluppo sostenibile e consapevole. Il giornalismo ambientale e le nuove tecnologie sono ottimi strumenti di condivisione per tracciare nuove strade”
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