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Le 9 cose da fare per realizzare un impianto fotovoltaico

Ultimo aggiornamento: 29-07-2015
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Realizzare un impianto fotovoltaico. Solo fino a qualche anno fa era un’operazione complessa e abbastanza “macchinosa”, non solo per via degli incentivi che ponevano numerosi vincoli tecnici e burocratici per ricevere i contributi, ma anche per la continua rivisitazione delle norme e delle regole tecniche che creavano non poca confusione anche per i piccoli utenti che, semplicemente per risparmiare in bolletta, volevano mettere un impianto solare sul tetto di casa.

 

La realizzazione di impianti fotovoltaici è più veloce grazie ad alcune semplificazioni

Oggi, dopo diverse semplificazioni burocratiche relative alle autorizzazioni ed agli allacciamenti in rete dei nuovi impianti tutto è diventato più semplice e chiaro. Non solo perchè sono finiti gli incentivi (che richiedevano parecchia documentazione tecnica da sottoporre “al vaglio” del Gestore dei Servizi Energetici), ma anche perchè sono state “standardizzate” alcune procedure relative all’allacciamento dei nuovi impianti. Anche la tecnologia ha fatto la sua parte: la presentazione telematica delle domande di convenzione col Gse, ad esempio, ha velocizzato di molto l’approvazione delle richieste per lo “Scambio sul Posto” che fino a ieri richiedevano parecchi mesi per essere accolte e verificate.

Oggi un impianto fotovoltaico fino a 3 kw di potenza richiede veramente pochi e semplici step di realizzazione. Anche i costi amministrativi, per questo tipo di piccoli impianti, sono abbastanza irrisori. Discorso diverso è, invece, per gli impianti sopra ai 20 kw di potenza, che richiedono già step autorizzativi più complessi e costi amministrativi e di allacciamento maggiori. Gli impianti sopra ai 20 kw, infatti, sono sempre considerati impianti a “rilevanza commerciale”. I grandi impianti fotovoltaici, infine, sono quelli maggiormente vincolati dal punto di vista delle autorizzazioni ed hanno costi di allacciamento in rete, di avvio e di mantenimento decisamente elevati.

Ogni tipo di realizzazione ha le proprie specifiche, però, in ogni caso, è possibile individuare alcuni passi fondamentali “comuni” per la realizzazione degli impianti fotovoltaici.

Ecco quali sono i passi fondamentali per realizzare un impianto fotovoltaico.

 

Le 9 cose da fare per realizzare un impianto fotovoltaico

realizzare un impianto fotovoltaico

Stiamo parlando, come per qualsiasi altro tipo di efficientamento energetico, di un vero e proprio investimento. Ovviamente, se a farlo è un’azienda, i vantaggi andranno a liberare risorse per il proprio business. Se ad investire, invece, è una famiglia, i vantaggi saranno misurati sul risparmio in bolletta di gas e luce. Le spese sostenute per la realizzazione dell’intervento vengono in genere ammortizzate in alcuni anni (da 6 a 12, ma dipende molto dalle condizioni di ciascuno). Dopo il periodo iniziale di ammortamento, l’intervento genera il risparmio effettivo: per 20-25 anni (periodo di funzionamento del fotovoltaico), si può effettivamente beneficiare del risparmio energetico e dell’energia auto-generata.
Anche se difficilmente tutta l’energia autoprodotta verrà autoconsumata, con adeguati accorgimenti e con la giusta tecnologia, si potrà raggiungere un buon livello di autoconsumo per ottenere i maggiori benefici economici.

Come fare per mettere il fotovoltaico? Se vuoi realizzare un impianto fotovoltaico sul tetto di casa, sul tetto dell’azienda, su un capannone o su un terreno disponibile, devi compiere alcuni passi fondamentali per orientarti al meglio nella scelta e nella realizzazione del tuo investimento.

 

Quali sono le 9 cose da fare per realizzare l’impianto fotovoltaico ?

  1. Il primo punto è senz’altro leggere. Documentarsi e interpellare diverse aziende per preventivi e informazioni. Questo per avere un’idea di massima sulle modalità, sui tempi e sui costi di realizzazione dell’impianto: “Quanto mi costa mettere il fotovoltaico? E quanto posso risparmiare in bolletta per 25 anni?”
  2. Secondo punto. Una volta “sondato” il contesto devi scegliere un’azienda specializzata che proponga un preventivo ed un progetto preliminare adeguato alle proprie esigenze. Buona norma è scartare i preventivi che si discostano troppo dalla media degli altri preventivi raccolti. Un’azienda seria in genere effettua un sopralluogo prima di dare un preventivo definitivo. E’ buona norma, infine, che l’azienda scelta sia in grado di garantire anche un’assistenza post vendita, assistenza sia tecnica che burocratica. Capita a volte che l’azienda che installa l’impianto lascia il cliente in balìa della burocrazia per tutte le “incombenze amministrative” del post-installazione: si pensi, ad esempio, alla domanda telematica per accedere allo “Scambio sul Posto” sul sito del Gse.
  3. La terza cosa è l’ottenimento delle autorizzazioni amministrative per la realizzazione degli impianti fotovoltaici. Per realizzare l’impianto sono necessari dei permessi amministrativi: per i piccoli impianti domestici sono sufficienti delle semplici e veloci comunicazioni preventive da depositare in Comune (presso l’ufficio tecnico). Per gli impianti grandi e per quelli realizzati in zone sottoposte a vincoli paesaggistici sono necessarie autorizzazioni specifiche che possono richiedere anche il parere della Sovrintendenza, della Regione o della Provincia (delegata dalla Regione). In questi casi possono anche essere necessari parecchi mesi di attesa per l’ottenimento delle autorizzazioni.
    I tipi di autorizzazione sono 3. In ordine di importanza: la semplice comunicazione al Comune, la PAS (Procedura Autorizzativa Semplifcata) e l’AU, l’Autorizzazione Unica.
  4. Scegliere il regime contrattuale con il Gse (Gestore dei Servizi Energetici ). Oggi abbiamo, di fatto, un’unica possibilità conveniente: lo scambio sul posto. Attraverso il meccanismo dello Scambio sul Posto immetti in rete il surplus di energia prodotta (e non istantaneamente autoconsumata) in cambio di un contributo, una sorta di “rimborso”, riconosciuto per tutta l’energia ceduta alla rete. L’alternativa allo “scambio sul posto” è il ritiro dedicato, ovvero la vendita diretta dell’energia immessa in rete, vendita che avviene al prezzo di mercato del Kilowattora.
    La domanda per accedere allo scambio sul posto va presentata per via telematica subito dopo l’entrata in esercizio dell’impianto fotovoltaico.
  5. Una volta scelto il tipo di convenzione col Gse, ma prima di iniziare i lavori per la realizzazione dell’impianto fotovoltaico, è fondamentale sottoporre ad Enel Distribuzione la richiesta di allacciamento in rete. Inviata ad Enel la documentazione il titolare della richiesta riceverà un preventivo dei costi per allacciare l’impianto in rete. Enel è tenuto a comunicare, entro i tempi stabiliti dalla norma, costi e tempistiche per l’allacciamento dell’impianto in rete.
  6. Dopo aver inviato ad Enel Distribuzione la documentazione necessaria all’allacciamento occorre attendere sue comunicazioni sul punto esatto di allaccio in rete ed un preventivo sui tempi e sui costi di realizzazione della connessione. Dopo aver accettato il preventivo Enel (pagando un anticipo per accettazione) si procede alla stipula del contratto tra utente (denominato “soggetto responsabile dell’impianto”) ed il gestore di rete locale (Enel Distribuzione).
  7. Solo dopo, non prima, aver ricevuto le autorizzazioni amministrative ed il “nulla osta” di Enel Distribuzione per l’allacciamento, è possibile iniziare i lavori per l’installazione dell’impianto fotovoltaico. I cantieri per gli impianti fotovoltaici durano un paio di giorni per le piccole installazioni, fino a parecchi mesi per i grandi impianti a terra.
  8. Ottavo passo: a lavori ultimati, ottenuto il foglio di “fine lavori”, l’impianto è pronto per l’allacciamento in rete. Il “foglio di fine lavori” va trasmesso ad Enel Distribuzione che, entro tempistiche definite, dovrà provvedere ad allacciare l’impianto sulla rete elettrica nazionale. La connessione in rete dell’installazione prevede il collegamento di un contatore Enel che misuri tutta l’energia immessa in rete e prelevata dalla rete. Questo primo contatore è in genere affiancato da un altro misuratore che conta i kilowattora prodotti dai pannelli fotovoltaici: il cd. “contatore di produzione”.
  9. Ultimo e più importante step per la realizzazione di un impianto fotovoltaico è l’invio al Gse, per via telematica, della richiesta per accedere allo Scambio sul Posto. Per aderire a questo regime agevolato “di scambio” bisogna presentare la domanda online entro 60 giorni dalla data di entrata in esercizio dell’impianto. Il contratto di scambio è di durata annuale ed è soggetto ogni anno a tacito rinnovo. Il portale informatico del Gse, oltre a servire per la presentazione della domanda di SSP, servirà per le successive fasi di gestione amministrativa e tecnica dello scambio sul posto: sulla propria pagina-utente verranno notificati i conteggi, i rimborsi ed i conguagli annuali sull’energia immessa e prelevata dalla rete.

 

“Tecnologie energetiche pulite, fotovoltaico, fonti rinnovabili: queste le leve per uno sviluppo sostenibile e consapevole. Il giornalismo ambientale e le nuove tecnologie sono ottimi strumenti di condivisione per tracciare nuove strade”

Alessandro Fuda

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