La Market Parity è il “punto di pareggio” che indica la convenienza del fotovoltaico nella vendita di energia sulla borsa elettrica, rispetto alle fonti energetiche convenzionali. In altre parole: il fotovoltaico in market parity vende energia sulla borsa elettrica ad un prezzo inferiore a quella prodotta dalle fonti convenzionali. In questa situazione il fotovoltaico diventa competitivo, quindi, anche sul mercato all’ingrosso della borsa elettrica, confrontandosi direttamente con i prezzi delle altre fonti convenzionali.
Quando si parla di fotovoltaico si parla ormai di un vero e proprio mondo multiforme e controverso. Si può parlare del piccolo impianto domestico residenziale o industriale installato principalmente per l’autoconsumo, si può parlare di un piccolo impianto stand alone con batterie di accumulo, costruito solo per l’autoconsumo, ma si può parlare anche dei grandi impianti realizzati per produrre e vendere energia direttamente sulla borsa elettrica. Si può parlare di centrali e parchi fotovoltaici costituiti con l’obiettivo di vendere energia sulla rete elettrica nazionale ai grossi distributori elettrici che operano sul mercato elettrico.
Quando si parla di Market Parity si parla di questi grandi impianti e di grossi player che comprano e vendono energia sul mercato elettrico all’ingrosso: la borsa elettrica.
Cosa è la borsa elettrica? La borsa elettrica è il contesto in cui, ogni giorno per il giorno successivo, avviene la compravendita di energia tra i grossi produttori e distributori. Qui ogni produttore fa giornalmente un’offerta di vendita e viene remunerato in base al “prezzo di equilibrio” individuato di giorno in giorno “sulla piazza”. Il principio è semplice e complesso allo stesso tempo, si tratta di un meccanismo per cui il produttore che riesce a fare l’offerta di vendita a minor prezzo avrà maggiore utile e quindi maggiore convenienza.
A proposito di market parity del fotovoltaico, sul mercato italiano si stanno già proponendo operatori disposti a realizzare grandi impianti, non incentivati, per la vendita diretta di energia sulla borsa elettrica. Alcuni operatori in alcune situazioni sono già in grado di sostenere la convenienza di questa operazione, anche senza incentivi, ma la cautela in tal senso deriva dal fatto che non bisogna solo confrontare i costi di produzione del chilowattora fotovoltaico, ma anche le dinamiche e le variabili dei prezzi di mercato attesi sulla borsa elettrica e soprattutto le curve di produzione tipiche della fonte solare: produzione esclusivamente diurna con un buon grado di variabilità.
La market parity presuppone quindi non la realizzazione di impianti in autoconsumo, e neanche di impianti in ritiro dedicato, ma l’accesso diretto al mercato elettrico e la competizione diretta con le fonti convenzionali su questo mercato. La centrale fotovoltaica non è quindi associata ad alcun tipo di utenza, ma vende direttamente sul mercato elettrico generale.
In definitiva, se i costi per realizzare un impianto fotovoltaico senza incentivi sono minori dei benefici che l’impianto riesce ad ottenere vendendo energia direttamente sulla borsa elettrica, allora il fotovoltaico è in “market parity”.
In questo caso il fotovoltaico risulta competitivo con le altre fonti non solo in un ambito di autoconsumo al servizio di utenze domestiche o industriali, ma anche nel contesto più generale di sola vendita diretta di energia sul mercato elettrico.
“Tecnologie energetiche pulite, fotovoltaico, fonti rinnovabili: queste le leve per uno sviluppo sostenibile e consapevole. Il giornalismo ambientale e le nuove tecnologie sono ottimi strumenti di condivisione per tracciare nuove strade”
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