Il comparto del fotovoltaico e delle rinnovabili è il settore che negli ultimi anni ha incrementato maggiormente la propria incidenza in termini di tassazione e entrate fiscali a vantaggio delle casse dello Stato. La presenza l’ attività del fotovoltaico è forte di uno sviluppo basato soprattutto sull’ ubicazione e sulla fascia climatica della penisola, che gode di un clima temperato e di giornate soleggiate per la gran parte dell’anno.
La federazione ANIE ed il GIFI (acronimo di Guppo Imprese Fotovoltaiche Italiane) hanno presentato uno studio di settore che deve far riflettere, cosiderate anche le recenti modifiche, restrittive ed al ribasso, contenute nel disegno del Quinto Conto Energia, che contiene una rivisitazione delle tariffe per kw sugli impianti di nuova installazione ed allaccio.
Il settore energie rinnovabili, tra eolico e fotovoltaico, nel 2011 ha ricevuto investimenti pari a 40 miliardi di euro nella sola Italia, tra investitori stranieri, con una quota di poco inferiore al 30%, e investitori locali.
Un’industria organizzata che vanta un indotto altamente specializzato tale da creare più di 100.000 posti di lavoro e 4 miliardi di introiti per lo Stato; quest’ultima cifra non si discosta nemmeno di tanto se si va a verificare il reinvestito nelle agevolazioni, anzi tende a crescere, perchè tale dato fornisce un quadro della tassazione diretta, non tenendo conto di altri fattori.
Primo fra tutti gli oneri ed i contributi previdenziali versati dalle aziende operanti nel settore oltre al risparmio, nella spesa corrente di cassa, derivante dal minore impegno per somme a sostegno degli ammortizzatori sociali; infatti dietro la creazione di 100.000 posti di lavoro, molti dei quali occupati da under 35, vi sono maggiori incassi previdenziali per 200 milioni di euro (prendendo come riferimento medio una retribuzione netta mensile per lavoratore pari a 1.000€) oltre al maggior gettito Irpef, sicuramente superiore ai 300 milioni di euro (stessa retribuzione mensile per 13 mensilità considerando l’aliquota Irpef al 23%). Dunque ulteriore 500 mila euro da tassazione indiretta, senza prendere in considerazione le entrate per Regioni e Comuni derivanti dal prelievo dovuto a titolo di addizionale regionale e comunale.
Ma le imprese legate alla green economy o che grazie al boom del mercato, hanno avuto il coraggio di trasformarsi e reinventarsi, consentono all’apparato previdenziale minori spese anche per la cassa integrazione e la disoccupazione involontaria, essendo il settore che meno di tutti usufruisce ed impatta su tale capitolo di spesa.
Le cifre legate al settore del fotovoltaico e delle rinnovabili forniscono un dato di crescita costante che non accenna a diminuire: negli ultimi 4 anni si è passati da una Potenza Installata pari a 418 MW del 2008 agli 11.010 MW del 2011, quota di produzione che consente alle rinnovabili di attestarsi al 3% del mercato nazionale di energia, con infiniti margini di miglioramento.
A fronte poi di incentivazioni per poco più di 800 milioni di euro erogate in base al Conto Energia del 2010, l’erario può vantare un incasso di oltre 6 miliardi di euro per gli oneri legati alla componente energetica A3 ricompresa nelle bollette elettriche, confermando l’area delle rinnovabili come la meno costosa per gli utenti finali, con un impatto sui conti energetici delle famiglie pari all’1,5%.
Dagli ulteriori investimenti per 10 miliardi lo Stato ha poi incassato al netto di agevolazioni ed esenzioni, 968 milioni di Iva.
Le proiezioni per il 2012 ed il 2013 parlano di un imminente equilibrio tra le immissioni engetiche tradizionali e quelle da fonti rinnovabili; una volta raggiunta la GRID PARITY un ulteriore beneficio per lo Stato e le sue partecipate del mondo energetico, quale Terna, sarà il poter utilizzare turbine e batterie di immagazzinamento e stoccaggio per incamerare l’energia rinnovabile durante i periodi di minore richiesta della rete, per liberarli successivamente e far fronte ai picchi senza dover ricorrere a maggiori importazione di combustibili fossili, per un risparmio possibile generato sulla bilancia commerciale, pari a 2 MTep, equivalente a 2 milioni di tonnellate di petrolio.
Nel 2010 il mercato delle rinnovabili ha avuto un impatto del 2% sul Pil, permettendo poi allo Stato di incassare quasi 3 miliardi di euro tra tassazione sugli incentivi del conto energia e tassazione Iva per la vendita degli impianti fotovoltaici e a fonti rinnovabili.
Infine non è da sottovalutare la ricognizione delle minori spese legate alla riduzione delle emissioni di CO2 secondo il protocollo di Kyoto. Stime approssimate al ribasso indicano per il quinquennio 2008-2012 una spesa media in sanzioni per lo sforamento del tetto massimo, di 8€ al secondo; il fotovoltaico permette una riduzione di tali emissioni inquinanti superiore ai 4 milioni di tonnellate annue, consentendo anche una protezione dalle oscillazioni del pretrolio, sul costo a barile: l’aumento stimato di 2GW sulla rete italiana, permetterà agli utenti di non vedere incrementi in bolletta per oscillazioni fino a 10 dollari in più per barile giornaliero di greggio.
“Tecnologie energetiche pulite, fotovoltaico, fonti rinnovabili: queste le leve per uno sviluppo sostenibile e consapevole. Il giornalismo ambientale e le nuove tecnologie sono ottimi strumenti di condivisione per tracciare nuove strade”
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