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Assorinnovabili, 3 azioni per dare valore alla sostenibilità ambientale

Ultimo aggiornamento: 09-05-2016

Il tema dello sviluppo e della crescita economica è sempre più intrecciato con quello della sostenibilità ambientale: non ha più senso oggi parlare di crescita economica e “industriale” senza parlare di crescita della tutela dell’ambiente e del clima sempre più colpito da riscaldamento globale.

Quella che stiamo attraversando, forse per la prima volta nella storia, è una situazione che riguarda non solo singoli paesi, ma l’intera comunità internazionale. Le soluzioni, dunque, dovranno essere comuni e condivise, altrimenti “soluzioni” non saranno.

Assorinnovabili, nel suo recente documento “Rilanciare l’industria valorizzando la sostenibilità ambientale”, rinnova l’idea che oggi, in un’economia ormai totalmente globalizzata, la competitività industriale non passa dall’abbassare i nostri standard ambientali (che sono tra i più elevati al mondo), quanto piuttosto dall’innalzare quelli dei paesi extraeuropei a basso costo produttivo. Si parla, ovviamente, non solo di “standard ambientali”, ma anche di “standard sociali”.

Da qui il sostegno di Assorinnovabili per tre proposte di “regolamentazione” del mercato internazionale.

green economy

 

1 – Estensione del sistema ETS (Emission Trading Scheme)

L’ETS, il sistema che permette un vero e proprio “commercio” delle emissioni inquinanti, deve essere esteso, dai soli produttori europei, a tutti i produttori che importano nell’Unione Europea.

Per intenderci, si tratta del meccanismo che consente la compravendita sul mercato dei diritti di emissione di CO2. Tutti i soggetti energivori dei paesi che aderiscono al sistema devono complessivamente produrre emissioni inquinanti entro la quota stabilita dall’Unione Europea. Se un produttore, con propri mezzi, non raggiunge gli obbiettivi di riduzione imposti, può acquistare i “titoli” sul mercato: titoli che gli permetteranno di ottemperare al “debito energetico”.

 

2 – Introduzione di una Border Adjustement Tax

Si tratta di una tassa da applicare su tutti prodotti importati nell’Unione Europea: una tassa calcolata sul contenuto di Carbonio “inglobato” nella filiera di ogni prodotto (anche relativo, per esempio, al trasporto dai paesi di importazione).

Questo tipo di imposta sarebbe, secondo il parere di Assorinovabili, molto precisa nel calcolare il reale “costo del carbonio” inglobato nell’intero ciclo di vita del prodotto. La quantificazione dell’imposta sarebbe calcolata sulla base di parametri come il “Carbon Footprint” o l’LCA.

 

3 – Introduzione di una Imposta sul Carbone Aggiunto

Legare il mercato alle emissioni che produce: l’imposta sul Carbone Aggiunto (ICA) avrebbe uno “schema fiscale” simile a quello dell’IVA.

Sarebbe una tassa “slegata” dalle importazioni e graverebbe in maniera analoga sia sui prodotti e servizi interni che sui prodotti importati. l’ICA attribuisce ad ogni bene le emissioni standard di CO2 associate all’energia utilizzata sia nei processi di produzione che nelle fasi di distribuzione. Per “energia” si intende sia l’energia elettrica, sia l’energia termica sia quella, infine, legata ai trasporti.

Si tratterebbe, in definitiva, di una “etichetta del carbonio” apposta su tutti i prodotti e servizi commercializzati.

“Tecnologie energetiche pulite, fotovoltaico, fonti rinnovabili: queste le leve per uno sviluppo sostenibile e consapevole. Il giornalismo ambientale e le nuove tecnologie sono ottimi strumenti di condivisione per tracciare nuove strade”

Alessandro Fuda

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