Secondo il 5° rapporto dell’IPCC la concentrazione dei gas serra ha raggiunto livelli mai toccati prima e bisogna agire in fretta per evitare conseguenze catastrofiche sul clima. Invertire la rotta e azzerare le emissioni da carburanti fossili entro la fine del secolo non solo avrebbe benefici sul clima, ma anche sulla qualità della vita sul pianeta e sull’economia mondiale. Ecco perché.
Le rilevazioni condotte dall’IPCC hanno dimostrato che abbiamo raggiunto il livello massimo di CO2 in atmosfera degli ultimi 800.000 anni. Le conseguenze sul riscaldamento globale di alte concentrazioni di gas serra in atmosfera sono ormai accertate, perciò il gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico invita tutti i Paesi del mondo a cambiare rotta e a farlo rapidamente, prima che sia troppo tardi.
La proposta chiave lanciata dall’IPCC è l’azzeramento delle emissioni di gas da fonti fossili entro la fine del secolo. Solo in questo modo si potrà evitare un aumento di 2°C della temperatura media sul Pianeta rispetto al livello preindustriale. Per raggiungere questo obiettivo si deve agire soprattutto su tre fronti: adottando efficaci sistemi di cattura della CO2, aumentando l’efficienza dei consumi energetici e sviluppando ancor più fermamente il settore delle rinnovabili.
Il gruppo di lavoro dell’IPCC ha anche fornito risposte a quanti possono muovere delle critiche all’obiettivo appena esposto, ritenendolo impossibile da mettere in pratica ed eccessivamente rischioso. Il rapporto elaborato dall’organismo internazionale dimostra che non solo questa rivoluzione nei consumi è realizzabile senza alcun ostacolo, ma avrebbe anche importanti conseguenze positive sul piano economico e su quello del benessere complessivo.
Secondo il segretario generale dell’ONU Ban-Ki-Moon la riduzione dei consumi di fonti fossili e l’utilizzo su larga scala di quelle rinnovabili migliorerà la salute delle popolazioni, renderà più vivibili le città e potrebbe generare anche maggiore ricchezza.
A rendere attuabile la rivoluzione green nel mondo dell’energia hanno contribuito soprattutto la forte discesa dei prezzi che ha interessato il settore delle rinnovabili negli ultimi anni e la dinamicità dell’intero settore. Basti pensare che solo nell’arco degli ultimi 5 anni il fotovoltaico e l’eolico sono stati protagonisti di una crescita del 300% e oggi rappresentano una potenza complessiva di 540GW.
Secondo le previsioni, entro il 2050 metà dell’energia elettrica prodotta su scala mondiale arriverà da fonti rinnovabili. Questo cambiamento non sarà né costoso né complesso. Come ha affermato il premio Nobel per l’economia Krugman salvare la Terra e incoraggiare nuovi modelli di consumo è un “risultato molto meno costoso e più facile di quello che si pensi”. La Danimarca è tra i primi Paesi al mondo a impegnarsi per raggiungere un risultato ambizioso: eliminare entro il 2025 le centrali a carbone del Paese e sostituire completamente le fonti fossili con quelle rinnovabili entro i prossimi 35 anni.
“Tecnologie energetiche pulite, fotovoltaico, fonti rinnovabili: queste le leve per uno sviluppo sostenibile e consapevole. Il giornalismo ambientale e le nuove tecnologie sono ottimi strumenti di condivisione per tracciare nuove strade”
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