Chiudere con le bollette è decisamente il sogno di molti, se non di tutti: smettere di tremare quando si parla di crisi energetica ma soprattutto non avere più a che fare con tariffe e accise è pero ancora un pio desiderio. O almeno lo è per molti ma non per tutti: sono infatti tante le realtà in cui si cerca (e a volte si riesce), a diventare off grid. Non parliamo ovviamente solo di aziende, ma anche di privati, di semplici case, modificate per avere la possibilità di trasformarsi da consumatrici ad auto-produttrici di energia. L’off grid è infatti il distacco totale dalla rete, non tanto della casa, ma dell’impianto fotovoltaico. Leggi qui per ulteriori informazioni sugli impianti off-grid.
Gli ingredienti fondamentali di questa ricetta magica sono un impianto fotovoltaico o comunque una fonte rinnovabile che produca energia, come biomasse, geotermia, vento, una pompa di calore ed un sistema di accumulo. Per chiudere il cerchio dell’off grid si dovrebbe anche recuperare l’acqua, con l’uso di cisterne per accumulare quella piovane e con un sistema di fitodepurazione.
Tra tutti i sistemi citati, resta fondamentale quello di accumulo: in questo, l’energia prodotta in eccesso, ad esempio durante il giorno, può essere messa da parte e utilizzata durante la notte. Che si tratti di una scelta che permette di risparmiare, è chiaro, ma bisogna fare i conti anche con il costo di queste batterie: se prendiamo quelle a ioni al litio, che hanno un’efficienza al 90%, servono davvero tanti anni per ammortizzare la spesa
Del resto, purtroppo, questo tipo di sistemi sono senza dubbio un dito nell’occhio dello Stato, che vede entrare meno tasse, e delle Grandi Utilities, che probabilmente non gradiscono l’idea di scomparire dal mercato globale o comunque di veder ridotto il proprio giro di affari del 70/80%. Quindi bisogna fare affidamento su quelle aziende, spesso non molto grandi, che volgono però lo sguardo al futuro e studiano, progettano e realizzano sistemi sempre più avanzati per rendere le case indipendenti.
È stato fatto ad esempio qualche anno fa a Monsano, in provincia di Ancona costruendo una delle prime case autosufficienti d’Italia: si tratta dell’abitazione del CEO di Energy Resources, azienda marchigiana che si occupa del settore delle rinnovabili e dello sviluppo sostenibile. In questo caso sono stati usati un impianto termico da 12 kilowatt termici, un impianto fotovoltaico da 12 kilowatt di picco e minieolico da 1 kilowatt di picco. L’accumulatore si chiama SES ed è realizzato ovviamente dalla Energy Resources. È presente anche una pompa di calore invece della caldaia ed un sistema elettronico che controlla i consumi di energia ed evita gli sprechi.
Si tratta certo di un investimento importante, che però è pronto a garantire un risparmio futuro, ma soprattutto un’importante tutela del pianeta.
“Tecnologie energetiche pulite, fotovoltaico, fonti rinnovabili: queste le leve per uno sviluppo sostenibile e consapevole. Il giornalismo ambientale e le nuove tecnologie sono ottimi strumenti di condivisione per tracciare nuove strade”
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