L’uso del carbone in Cina potrebbe avere effetti devastanti. Per fortuna il recente studio Irena ReMap 2030 fa luce sul grande potenziale di crescita del settore delle rinnovabili in Cina: l’energia pulita potrebbe arrivare a coprire il 30% del mix energetico del Paese asiatico entro il 2030. Quella delle rinnovabili in Cina è una sfida tutta da vincere: per farlo, occorrono investimenti soprattutto sul piano infrastrutturale.
Secondo l’Irena, l’agenzia internazionale per le energie rinnovabili, entro il 2030 circa un terzo dell’energia prodotta dalla Cina potrebbe provenire da fonti rinnovabili. Questi numeri sono contenuti in un recente rapporto elaborato dall’agenzia, che ha effettuato delle previsioni sullo sviluppo delle rinnovabili a livello mondiale nel corso dei prossimi anni. La Cina è, assieme agli Stati Uniti, tra i Pesi più industrializzati e tra i più inquinanti del mondo e virare verso l’energia pulita è una scelta inderogabile.
Di recente proprio queste due potenze mondiali hanno siglato un accordo in cui si impegnano reciprocamente a ridurre le emissioni di gas serra. Per mantenere basse le emissioni senza rinunciare all’energia elettrica c’è una sola soluzione: abbandonare le fonti fossili e sviluppare con forza il settore dell’energia rinnovabile. Secondo le stime Irena la Cina ha già il potenziale per raddoppiare la sua quota di energia green entro i prossimi 15 anni.
Sul mercato cinese, Irena ha ipotizzato due diversi scenari: nel primo, che assume che non ci saranno cambiamenti radicali rispetto alla situazione attuale, la quota di energia coperta dalle rinnovabili sarà pari al 16% del totale nel 2030; nel secondo, invece, si assume che verranno fatti investimenti annui per circa 145 milioni di dollari e le rinnovabili arriveranno a coprire il 30% dell’energia prodotta entro il 2030.
Tutte le fonti rinnovabili saranno protagoniste di questa crescita: si stimano impianti idroelettrici per 400 GWp, 500 GWp di impianti eolici a terra e poco più di 300 GWp di impianti fotovoltaici, di cui quasi la metà costituita da piccoli impianti.
Per raggiungere questo traguardo la Cina, come l’Europa, dovrà investire non solo sulle strutture e sugli impianti, ma soprattutto sulle infrastrutture di rete. Perché questa transizione verso le rinnovabili sia possibile, infatti, il Paese dovrà dotarsi di una rete elettrica moderna ed efficiente, che garantisca stabilità al sistema e in grado di reggere i ritmi di crescita dell’economia.
L’unico ostacolo allo sviluppo delle rinnovabili è rappresentato dalla loro minore competitività rispetto alle fonti fossili. Per questo motivo Irena propone una carbon tax cinese pari a 25-30 dollari per ogni tonnellata di anidride carbonica emessa. Scegliere sempre più le rinnovabili porterebbe a frenare il cambiamento climatico e a risparmiare denaro: sempre l’Irena nel suo rapporto stima un risparmio globale che supera i 700 milioni di dollari all’anno.
“Tecnologie energetiche pulite, fotovoltaico, fonti rinnovabili: queste le leve per uno sviluppo sostenibile e consapevole. Il giornalismo ambientale e le nuove tecnologie sono ottimi strumenti di condivisione per tracciare nuove strade”
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