Fare a meno del petrolio e delle fonti esauribili, riutilizzando materiali già lavorati. Riciclare è, in parallelo con l’utilizzo delle fonti energetiche rinnovabili e non inquinanti, l’altra delle priorità per la salvaguardia dell’ambiente. Se il petrolio utilizzato nella produzione di energia è dannoso all’ambiente, altrettanto dannoso è il suo utilizzo per la produzione della plastica e derivati. Per questo motivo riciclare i materiali già lavorati è l’altra delle priorità del nostro secolo.
Legambiente ha pubblicato la classifica dei comuni ricicloni del 2014: premiati i comuni che presentano le migliori performance in termini di percentuale di raccolta differenziata, indice di buona gestione e quantità di rifiuti non differenziabili prodotta. Buoni i risultati raggiunti in Toscana, che può contare su 27 comuni in classifica.
Per la prima volta dal 1994, anno in cui è stata lanciata l’iniziativa dei comuni ricicloni, organizzata da Legambiente con il patrocinio del Ministero dell’ambiente, i comuni virtuosi sono stati elencati su base regionale. Le classifiche sono tre: una per i comuni con più di 10.000 abitanti, una per i comuni più piccoli e una per i capoluoghi di provincia.
È proprio un comune toscano a guidare la classifica dei comuni ricicloni con più di 10.000 abitanti: si tratta di Monsummano Terme, in provincia di Pistoia. Qui è stata raggiunta la più che rispettabile percentuale dell’85% di raccolta differenziata (il limite minimo per fregiarsi del titolo di comune riciclone è il 65%). Un altro comune toscano è al primo posto assoluto nella classifica dei centri con meno di 10.000 abitanti: è Gambassi Terme, in provincia di Firenze, nel quale la raccolta differenziata tocca quota 89,5%. Entrambi si dimostrano virtuosi anche nella quantità di rifiuti non differenziabili prodotta, che non supera i 75 kg all’anno pro capite.
Tra i comuni “rifiuti free” toscani spicca la performance di Empoli, il centro abitato di maggiori dimensioni tra quelli in classifica. La città di Empoli, insieme a Monsummano Terme e a Fucecchio, rappresentano un ottimo esempio di come, anche in presenza di una popolazione superiore a 40 e 20.000 abitanti, si possa effettuare un servizio efficiente di raccolta differenziata, sensibilizzando e informando la cittadinanza, proponendo un servizio di raccolta porta a porta o introducendo il principio secondo il quale “chi inquina paga”, che prevede il sostenimento di maggiori spese per i cittadini che producono maggiori quantità di rifiuti non differenziabili.
Altri comuni toscani hanno ricevuto premi per l’impegno profuso nel recupero e nel riutilizzo di materiali di scarto: Forte dei Marmi, ad esempio, è stato premiato dal Consorzio recupero vetro, mentre Piombino ha ottenuto un riconoscimento dal Consorzio nazionale riciclo e recupero imballaggi acciaio.
Complessivamente, rispetto allo scorso anno, è aumentato il numero dei comuni toscani in classifica. Se nel 2013 i comuni ricicloni in Toscana erano 21, oggi sono ben 27. Questo risultato permette alla regione di piazzarsi all’ottavo posto a livello nazionale.
“Tecnologie energetiche pulite, fotovoltaico, fonti rinnovabili: queste le leve per uno sviluppo sostenibile e consapevole. Il giornalismo ambientale e le nuove tecnologie sono ottimi strumenti di condivisione per tracciare nuove strade”
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