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Controllo efficenza moduli fotovoltaici? Ci pensano i droni

Ultimo aggiornamento: 25-06-2014

I droni, i modernissimi aeromobili a pilotaggio remoto , hanno sempre più un ruolo di primo piano non solo in ambito militare, ma anche civile. Basti pensare al loro uso come tele-rilevatori di dati, per vigilare sui siti archeologici o per controllare impianti industriali o produttori di energia.

Nel campo del fotovoltaico, poi, è notizia di questi giorni, i ricercatori del Politecnico di Milano hanno adattato questi meccanismi per ospitare sensori di diverse tipologie, utili al miglioramento delle attività dei moduli fotovoltaici. Il progetto è stato realizzato grazie alla collaborazione con la Nimbus di Torino, che vanta alle spalle anni di esperienza diretta nel campo.

Il fotovoltaico sta prendendo sempre più piede sia nel campo del privato che per generare energia dedicata alle aziende. Inoltre in molte nazioni vengono costruiti immensi parchi fotovoltaici per provvedere al bisogno energetico della popolazione.

Se si tratta di pochi moduli, è ovvio che il controllo può avvenire in maniera rapida e ripetuta nel tempo: ma quando si ha a che fare con ettari ed ettari di moduli fotovoltaici, monitorare tutti i possibili problemi e capire dove si trova il guasto, può risultare piuttosto complesso.

droni e efficienza moduli fotovoltaici

Per questo motivo, il rivoluzionario controllo operato da parte dei droni si candida ad essere una soluzione davvero interessante. Su di essi è possibile montare differenti tipologie di strumenti, in grado ad esempio di mostrare attraverso una fotocamera le immagini delle reali condizioni dei moduli, evidenziando ad esempio micro-rotture che potrebbero portare ad un mal funzionamento del modulo in questione e ad un interruzione del servizio.

Ma ci sono altri difetti identificabili dall’occhio esperto del manutentore, come moduli non allineati con problemi di corrosioni e ossidazioni, incrinature e bolle. Però egli ha bisogno di un “collega” dalle capacità fisiche più avanzate per poter vedere effettivamente queste situazioni. Foto e filmati inviati dai droni provvederanno a fare questo.

Ma questi piccoli aeromobili possono ospitare anche termo-camere e sensori ottici, in grado di evidenziare in maniera ancora più esatta eventuali moduli, che pur apparentemente integri, non funzionano a dovere. Essi inoltre possono effettuare tutte queste operazioni in maniera veloce e precisa, anche in luoghi ostili, in presenza di gas o in condizioni atmosferiche avverse.

La loro tecnologia può quindi migliorare la resa energetica dei moduli fotovoltaici e ridurre in maniera drastica i costi di manutenzione.

Questa interessante ricerca ha ricevuto l’onore di essere pubblicata sull’ IEEE Journal of Photovoltaics: ora c’è da vedere se troverà effettivamente modo di essere impiegata.

 

“Tecnologie energetiche pulite, fotovoltaico, fonti rinnovabili: queste le leve per uno sviluppo sostenibile e consapevole. Il giornalismo ambientale e le nuove tecnologie sono ottimi strumenti di condivisione per tracciare nuove strade”

Alessandro Fuda

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