Efficienza energetica in Europa: l’obbiettivo è migliorare l’efficienza energetica del 27 per cento entro il 2030.
Il tema della riduzione delle emissioni inquinanti è un tema, per definizione, globale. E’ impensabile pensare all’efficienza energetica ed alla riduzione delle emissioni inquinanti senza pensare ad una politica comune e condivisa tra diverse aree del Pianeta.
Per questo motivo l’Europa ha deciso di fare il primo passo: realizzare una banca dati unica e condivisa per monitorare e migliorare l’efficienza energetica dei suoi 29 paesi (28 paesi UE più Norvegia).
L’Unione Europea, da questo punto di vista, è un grande potenziale per l’analisi, la raccolta dati, e per l’individuazione di buone prassi energetiche comuni e condivise. Ogni buona politica si fonda, prima di tutto, su una ottima capacità di analisi ed è per questo che l’Unione Europea adotterà questo immenso database, chiamato ODYSSE-MURE, come base statistica di partenza per migliorare le sue politiche di riduzione delle emissioni.
Il database non è solo una “base statistica”, ma anche un contenitore di analisi delle politiche energetiche fino ad ora adottate nei diversi paesi per individuare e migliorare le soluzioni più efficaci.
Cosa è Odysse-Mure? E’, in buona sintesi, uno strumento unificato per il monitoraggio delle politiche di efficienza energetica. Per migliorare l’efficienza in Europa è fondamentale conoscere le caratteristiche fondamentali, dal punto di vista del consumo energetico, di ogni paese europeo per valutare le potenzialità di riduzione dei consumi e le giuste direttrici da intraprendere a livello politico. Si tratta, in poche parole, di una base dati condivisa grazie alla quale vengono calcolati degli indici condivisi di efficienza energetica. Gli indicatori sono differenziati per settore: trasporti, edilizia residenziale, industria, manifattura, ecc… e danno una “misura” per la comparazione dell’efficienza nei diversi paesi.
“Tecnologie energetiche pulite, fotovoltaico, fonti rinnovabili: queste le leve per uno sviluppo sostenibile e consapevole. Il giornalismo ambientale e le nuove tecnologie sono ottimi strumenti di condivisione per tracciare nuove strade”
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