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Enea, efficienza energetica motore dell’economia

Ultimo aggiornamento: 11-07-2016

L’efficienza energetica, ormai lo sappiamo bene, fa risparmiare: si tratta di un investimento che, a fronte di una spesa iniziale, permette di recuperarne il costo attraverso i risparmi che si generano. Questo principio vale non solo per famiglie e imprese, ma anche, e soprattutto, per il bilancio energetico nazionale e per il suo “conto economico”.

Può l’efficienza energetica contribuire al conto economico di un paese? Con i risparmi che può generare sulle importazioni di materie prime la risposta è affermativa. Si tratta però di un investimento che deve essere “inquadrato” in una visione energetica di medio periodo.

In Italia con l’efficienza energetica si risparmiano circa 3 miliardi l’anno sulle importazioni di petrolio e gas metano. Queste due fonti energetiche, infatti, sono ancora tra le maggiori responsabili della produzione elettrica e termica di gran parte del paese.

efficienza energetica

L’Italia, per far fronte al fabbisogno energetico (sia elettrico che termico) importa ancora molto dall’estero senza considerare che anche grazie alle rinnovabili potrebbe tagliare di gran lunga i costi di importazione delle materie prime. Il sole, il vento, il calore della terra e l’idrico non sono gravati dai “costi di importazione” che gravano sulle fonti fossili. Generano energia direttamente nel luogo dove sono reperibili ed hanno bisogno solo di un’infrastruttura di trasporto e di accumulo.

Se consideriamo le scelte di famiglie e imprese, l’Italia, secondo un recente rapporto Enea, è, in fin dei conti, un paese in Classe A. In meno di 10 anni le famiglie italiane hanno investito circa 28 miliardi in efficienza energetica per ridurre gli sprechi e risparmiare in bolletta. Nel complesso Enea stima, negli ultimi 8 anni, circa 2,5 milioni di interventi effettuati. Una vera e propria filiera ecosostenibile che ha permesso di creare, fino ad oggi, circa 50 mila posti di lavoro l’anno.

Dal punto di vista ambientale negli ultimi 10 anni, grazie ai numerosi interventi di efficientamento e riqualificazione energetica, sono state evitate emissioni di Co2 pari a circa 26 milioni di tonnellate.

Dal punto di vista economico nello stesso periodo si sono risparmiati circa 3 miliardi di euro grazie alle minori importazioni di gas e petrolio.

Sempre secondo i dati Enea, l’Italia ha un livello di “intensità energetica” inferiore del 18 per cento rispetto alla media europea. Tutto sommato un risultato fino ad ora positivo. Un risultato raggiunto grazie ad interventi quali i certificati bianchi e, reiterate di anno in anno, le detrazioni fiscali al 65 per cento, i cosiddetti ecobonus, che hanno favorito e spinto molti interventi di riqualificazione energetica: dalla sostituzione di infissi, all’isolamento termico degli edifici, fino alla sostituzione di vecchie caldaie con nuove e più efficienti.

“Tecnologie energetiche pulite, fotovoltaico, fonti rinnovabili: queste le leve per uno sviluppo sostenibile e consapevole. Il giornalismo ambientale e le nuove tecnologie sono ottimi strumenti di condivisione per tracciare nuove strade”

Alessandro Fuda

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