Il dibattito su quale debba essere il futuro energetico dell’Italia è esploso negli ultimi giorni, a seguito dell’intervista rilasciata dal premier Matteo Renzi al Corriere della Sera. Renzi ha espresso forti perplessità sul mancato sfruttamento dei giacimenti nostrani di gas naturale e di petrolio, criticando chi si oppone a questo genere di operazioni. La risposta di Greenpeace non si è fatta attendere: l’associazione ambientalista suggerisce di investire in rinnovabili ed efficienza energetica piuttosto che nelle trivellazioni.
La posizione di Renzi
Secondo Renzi non sfruttare adeguatamente i giacimenti di combustibili fossili situati in Sicilia e in Basilicata è un grave errore. Per il premier l’Italia sta sprecando una preziosa occasione: la quantità di petrolio e di gas naturale presenti nel Sud Italia permetterebbe di raddoppiare l’attuale volume della produzione nazionale di energia e di migliorare l’occupazione in una zona del Paese particolarmente bisognosa di lavoro. Nell’intervista rilasciata al Corriere della Sera Renzi ha parlato di 40.000 nuovi posti di lavoro generati dallo sfruttamento delle risorse energetiche del sottosuolo italiano. Il segretario del PD ha dunque criticato l’immobilità italiana sul fronte energetico e ha puntato il dito contro “tre, quattro comitatini” che impedirebbero, con manifestazioni di protesta e critiche, l’attuazione di progetti volti allo sfruttamento delle risorse fossili. Renzi ha rilanciato le sue accuse, lanciando un apposito hashtag – #inaccettabile – rivolto a chi si oppone a queste opere.
La risposta di Greenpeace
Immediata la risposta di Greenpeace alle parole di Renzi, risposta che è arrivata con un tweet e con un articolo di approfondimento. Secondo l’associazione ambientalista l’unico comportamento #inaccettabile è la difesa delle trivellazioni, che hanno conseguenze negative per l’ambiente terrestre e marino, oltre che per l’atmosfera. L’estrazione di gas naturale e di petrolio, infatti, altera l’ecosistema e comporta l’emissione di grandi quantitativi di gas serra. Secondo Greenpeace il futuro dell’energia in Italia passa per le rinnovabili e per l’efficienza energetica. Nell’articolo di risposta a Renzi vengono citati alcuni rapporti elaborati da Confindustria e dalle principali sigle sindacali italiane secondo i quali sviluppare il settore dell’efficienza energetica creerebbe 140.000 posti di lavoro all’anno per almeno 10 anni. A questo risultato si aggiungerebbero i benefici per l’ambiente e per le tasche degli italiani che potrebbero utilizzare energia pulita e a basso costo.
Quale futuro per l’Italia?
Da un lato Renzi e chi sostiene l’urgenza per l’Italia di ridurre la sua dipendenza energetica dall’estero sfruttando le risorse nazionali; dall’altro Greenpeace e chi ritiene che il presente e il futuro dell’Italia passino per le energie rinnovabili, portatrici di lavoro, energia pulita ed economica e benefici tangibili anche per le generazioni future. Il dibattito è aperto e il confronto a suon di numeri sembra essere soltanto alle prime battute. Quale sarà il futuro dell’Italia? È la volta buona che il Paese si proponga come capofila di un nuovo paradigma di sviluppo europeo basato sull’energia rinnovabile o, come teme Greenpeace, rischia di trasformarsi in un piccolo Texas?
“Tecnologie energetiche pulite, fotovoltaico, fonti rinnovabili: queste le leve per uno sviluppo sostenibile e consapevole. Il giornalismo ambientale e le nuove tecnologie sono ottimi strumenti di condivisione per tracciare nuove strade”
Articolo correlato: Come l’Italia punta al risparmio energetico: il decreto 102/2014