Ecco un altro esempio di buone prassi energetiche che, ricordiamolo, non passano sempre e solo dagli impianti fotovoltaici ed eolici, ma anche da forme di recupero del calore derivanti da processi naturali. Le buone prassi, infatti, iniziano spesso da piccole cose.
La frazione organica dei rifiuti produce naturalmente gas, dovuto alla fermentazione degli stessi rifiuti. Perchè quindi non sfruttarli per produrre energia? Probabilmente il quesito è stato posto anche da Acea Pinerolese Industriale S.p.A., una multiutility della provincia di Torino che potrà vantarsi del primato italiano per la produzione sistematica di energia dai rifiuti organici.
Grazie alla collaborazione con la torinese Hysytech, Acea sta mettendo a punto un processo che consentirà di trasformare in compost i rifiuti organici. Il processo prevede due fasi di lavorazione: la prima, anaerobica (cioè in assenza di ossigeno) mentre la seconda sarà aerobica. Il biogas prodotto nella prima fase verrà intercettato totalmente per essere utilizzato come gas per le industrie e le abitazioni o ancora come combustibile per l’autotrazione.
In questo modo, oltre a produrre energia pulita, si risolve anche parte del problema dello smaltimento dei rifiuti organici, che possono così trasformarsi in una risorsa.
E’ ipotizzabile che per vedere il processo effettivamente realizzato sia necessaria un’accurata differenziazione dell’immondizia già a a partire dai cittadini, elemento che dovrebbe però essere imprescindibile, soprattutto per una parte importante come l’organico.
L’intervento di Acea nel campo dello smaltimento dei rifiuti organici non fa sorprendere. Infatti la multiutility impegnata anche nella gestione del ciclo del gas, idrico e dei rifiuti, già da tempo gestisce la raccolta della frazione organica. La società fa infatti parte di RIUSO (Rete Imprese Umido Sostanza Organica), un gruppo di aziende attive sul territorio piemontese, che si sono unite per avere maggior capacità di azione sul mercato della raccolta dei rifiuti. RIUSO rappresenta oggi il terzo polo italiano per lo smaltimento dei rifiuti organici e si capisce quindi come l’interessamento verso il riciclo di queste sostanze possa essere interessante anche dal punto di vista finanziario, oltre che da quello strettamente ambientale.
Lo sfruttamento del biogas non rappresenta una novità sostanziale sul piano teorico, ma è significativo che ad occuparsene sia proprio una delle aziende incaricate allo smaltimento degli stessi. Ciò metterebbe in campo una catena virtuosa per la riduzione dell’impatto ambientale dei rifiuti prodotti ogni giorno.
Sono diverse le aziende che si occupano dell’utilizzo della frazione organica, ma in molti casi il prodotto della lavorazione dell’organico viene utilizzato come fertilizzante o se trattato per la produzione di biogas, esso va ad alimentare impianti privati o aziendali, senza una ricaduta ad ampio raggio come invece il progetto di ACEA sembra intenzionato a voler raggiungere.
“Tecnologie energetiche pulite, fotovoltaico, fonti rinnovabili: queste le leve per uno sviluppo sostenibile e consapevole. Il giornalismo ambientale e le nuove tecnologie sono ottimi strumenti di condivisione per tracciare nuove strade”
Il plasma waste è ancora piu’ efficiente di gassificazione e pirolosi e costa meno diciamo 500 milioni per smaltire 3.000 t.giorno.