Secondo uno studio dell’Ispra, “Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale”, in Italia nell’ultimo anno le emissioni di gas serra hanno ricominciato a crescere.
Conseguenza della lieve ripresa economica? Forse. Di sicuro il dato mostra che, anche se di ripresa si tratta, l’energia prodotta continua ad essere per lo più prodotta da fonti inquinanti. A dimostrarlo sono le continue politiche di dis-incentivo alle rinnovabili ed il relativo perenne caos normativo che grava sull’intero comparto. Gli investimenti in rinnovabili sono le principali vittime di questa instabilità e incertezza normativa. Le attuali politiche sono i principali carnefici.
L’Ispra ha recentemente diffuso l’inventario delle emissioni di gas-serra rilevati nel 2014 ed ha rese note anche le stime relative al 2015. Ciò che emerge è un quadro in peggioramento. Un livello di emissioni di CO2 che ricomincia a crescere dopo che, per diversi anni, aveva avuto importanti e significative riduzioni. Le politiche europee, con “l’obiettivo 20 20 20”, avevano posto chiare direttive nazionali per ridurre di almeno il 20 per cento le emissioni di gas serra rispetto ai valori del 1990. Gli obiettivi sono stati raggiunti dall’Italia (anche in anticipo), ma ora sembra si torni indietro.
L’attuazione degli incentivi al fotovoltaico ha di certo dato un importante contributo negli ultimi anni alla riduzione delle emissioni. Anche gli incentivi alle rinnovabili non fotovoltaiche sono stati determinanti. Di sicuro anche la crisi economica ha contribuito (nostro malgrado) a diminuire le emissioni, come anche le numerose delocalizzazioni produttive.
Dal 2015, però, anche per effetto della fine degli incentivi, stiamo assistendo al crollo degli investimenti su grandi progetti da fonti rinnovabili e, come conseguenza “più o meno diretta”, alla risalita dei livelli di emissione dei gas climalteranti.
Non per caso si continua a parlare, nell’agenda politica quotidiana, di trivellazioni, di “shale gas” e di “prezzo del barile”.
Per avere un’idea di cosa significa questa “risalita degli inquinanti” basti pensare che, sempre secondo dati Ispra, nel 2014 le emissioni totali erano diminuite del 4,6 per cento rispetto all’anno precedente e di quasi il 20 per cento rispetto al 1990.
La riduzione delle emissioni è stata particolarmente accentuata intorno al 2008, anni in cui, da un lato, incominciava la più profonda crisi economica (che ha portato alla chiusura di numerose attività produttive), dall’altro lato, anni in cui aumentavano sensibilmente gli investimenti in fonti rinnovabili ed in efficienza energetica.
“Tecnologie energetiche pulite, fotovoltaico, fonti rinnovabili: queste le leve per uno sviluppo sostenibile e consapevole. Il giornalismo ambientale e le nuove tecnologie sono ottimi strumenti di condivisione per tracciare nuove strade”
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